La collana storico-coloniale “Romanamente” dedica il volume 20 ai servizi postali della Somalia italiana. Dai corrieri indigeni lungo le carovaniere fino alla moderna posta aerea inaugurata grazie al volo Roma-Mogadiscio di Francis Lombardi. Uffici postali, francobolli, strade, autocorriere, piroscafi e aerei per mettere in comunicazione la più remota colonia con la Madrepatria.
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La diretta conseguenza del progresso delle vie di comunicazione è lo sviluppo dell’assetto postale di una regione. La Somalia, con la presenza italiana, passò in pochi decenni dai corrieri a piedi lungo le antiche carovaniere alla posta aerea su linee settimanali della compagnia Ala Littoria. Da 1.400 km di strade create ai primi del Novecento si arrivò a 10.000 km nel 1935. Ogni villaggio, dal nord al sud del paese, fu dotato di un ufficio postale collegati da piste carovaniere, dalle vie fluviali, dalla ferrovia o dalle camionabili. La ferrovia Mogadiscio-Villaggio Duca degli Abruzzi contribuì a tale sviluppo.
In tutto, su un territorio che si estende per 600.000 kmq, si sono contati 61 uffici postali creati durante la presenza coloniale italiana. Furono quasi tutti chiusi con l’occupazione inglese durante la seconda guerra mondiale.
Scriveva Franco Monile: “Sopra tutto, opera veramente romana, la sistemazione della Mogadiscio-Bender Cassim, sulla quale ora corre un bel servizio di autocorriera, non l’unico ma certamente il più importante della colonia. Esso integra le comunicazioni anche postali colla madrepatria fino a ieri soltanto affidate alla via dell’Oceano Indiano. La corriera di Bender Cassim è una benemerita della colonia, perché due volte ogni mese essa versa agli Italiani che l’aspettano come una provvidenza, un suo carico raccolto lontano ai limiti del mar Rosso: la posta, l’attesa, la cara, la benedetta posta. Che brava Befana, questa corriera! Ma il lettore non può intendere che poesie abbia qui questo povero comune vocabolo, la posta!”
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COMPLETA TUTTA LA COLLANA CON I VOLUMI “ROMANAMENTE” ARRETRATI:
– Vol. I“Come l’Italia fascista costruiva le strade in Africa”
– Vol. II“Come l’Italia fascista rese fertili le terre d’Africa”
– Vol. III“Come l’Italia fascista edificava le città in Africa”
– Vol. IV “Come l’Italia fascista iniziò a fotografare l’Africa”
– Vol. V “Come l’Italia fascista industrializzò l’Africa”
– Vol. VI “Come l’Italia fascista accoglieva i turisti in Africa”
– Vol. VII “Come l’Italia fascista erigeva le cattedrali in Africa”
– Vol. VIII “Come l’Italia fascista realizzava i musei in Africa”
– Vol. IX “Come l’Italia fascista modernizzò le vie d’Africa”
– Vol. X “Come l’Italia fascista valorizzò l’archeologia in Africa”
– Vol. XI “Come l’Italia fascista valorizzò i deserti in Africa”
– Vol. XII“Come l’Italia fascista costruì le ferrovie in Africa”
– Vol. XIII“Come l’Italia fascista modernizzò l’agricoltura in Africa”
– Vol. XIV“Come l’Italia fascista creò la nuova città di Rodi”
– Vol. XV“Come l’Italia fascista creò un nuovo stato in Africa”
– Vol. XVI “Come l’Italia fascista portò il lavoro nel Dodecaneso”
– Vol. XVII “Come l’Italia fascista realizzò opere pubbliche in Africa”
– Vol. XVIII “Come l’Italia fascista stupì gli Stati Uniti d’America”
– Vol. XIX “Come l’Italia fascista creò eroi leggendari”
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