Continua la collana storico-fotografica “Romanamente” pubblicata nell’ambito del progetto di ricerca “L’altra faccia del colonialismo italiano”. È disponibile da oggi il quarto volume “Come l’Italia fascista iniziò a fotografare l’Africa” dedicato alle opere fotografiche realizzate in Somalia da Carlo Pedrini, “operatore valente ed instancabile” (1) del Regio Laboratorio Foto Cinematografico di Mogadiscio.
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Il Regio Gabinetto non produsse solamente fotografie governative ed istituzionali, ma realizzò soprattutto una preziosa documentazione etnografica della colonia che pone il Pedrini fra i primi africanisti. Immagini suggestive che mostrano per la prima volta la vera “fotografia coloniale”.
A lui dobbiamo infatti la maggior parte della documentazione fotografica della Somalia italiana, utilizzata per decenni anche dopo la sua morte per cartoline, testi scolastici, libri e riviste: “durante i sei anni da lui trascorsi in Colonia ha raccolto, con estrema pazienza e talvolta con grande abnegazione e sprezzo del pericolo, un album di duemila fotografie” (2).
All’epoca – pensate – venivano “stampate in media 1000 copie 13×18 al mese, che” poi venivano “inviate alle diverse riviste e giornali, ai R. Ministeri e ad enti diversi” (3) e utilizzate per le pubblicazioni a carattere coloniale riguardanti la Somalia. Sempre del Pedrini anche molte immagini dei testi scolastici utilizzati negli anni Trenta e Quaranta.
Scriverà di lui il Governatore Guido Corni, con il quale collaborò: “Egli, che ha sempre dimostrato in ogni circostanza alto senso del dovere e sprezzo del pericolo, come un buon combattente è caduto nell’esercizio delle sue funzioni in un incidente di volo nell’Alta Migiurtinia”(4).
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