Poste e telegrafi nella Somalia Italiana

La Somalia sin da quando era protettorato ebbe dei propri francobolli originali, con un leone somalo e un elefante, e fu l’ultima ad averne con intestazione “Somalia”, fino a quando ci si rese conto, per l’immagine dell’Italia, che anche questa colonia si sarebbe dovuta dotare di francobolli definitivi. Tale esigenza venne risolta dal governatore Guido Corni, che nel 1929 fece richiesta apposita al Ministero delle Colonie incaricando Piero Franco, un artista locale, di preparare i bozzetti di diciotto nuovi francobolli con otto diversi soggetti caratteristici della colonia e rispettive cornici che avrebbero riportato il valore espresso in italiano e in somalo.

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faro-francesco-crispi_guardafui_francobollo (1)La serie definitiva venne stampata dal Poligrafico dello Stato nel 1932 e approvata con Regio Decreto del 7 gennaio 1932 apparso sulla Gazzetta Ufficiale n° 46 del 25 febbraio: “Vista la legge del 26 giugno 1927, n° 1013″.
Gli otto soggetti scelti erano: il faro Francesco Crispi (per i valori da 5, 7 ½, 10 e 15 centesimi), la torre Mnara di Mogadiscio, il palazzo del Governatore a Mogadiscio, un termitaio, uno struzzo, un ippopotamo, un’antilope Kudù e il tipico leone somalo con una piccola crineria.
faro-francesco-crispi_guardafui_francobollo_onoranza_duca_abruzziQuesti francobolli, per i loro differenti tagli, soddisfarono tutte le tariffe postali che rimasero inalterate fino al 1938: lettera semplice 50 centesimi, raccomandata o espresso 1,25 lire, cartolina con sola data e firma 10 centesimi, con 5 parole 20 centesimi e 30 se conteneva testo. L’emissione, come da pratica comune, venne diluita nell’arco dell’anno: i primi valori uscirono il 1° marzo per finire, con gli ultimi dei diciotto esemplari, il 7 luglio. Alla morte del Duca degli Abruzzi, avvenuta il 18 marzo 1933, i francobolli verranno utilizzati per onorarlo: otto tagli vennero sovrastampati per l’occasione ed emessi nel maggio 1934.
In Somalia i servizi postali in quegli anni erano garantiti da nove uffici postali principali che disimpegnano tutti i vari servizi con le stesse caratteristiche del Regno, e trentaquattro secondari che disimpegnano i servizi della posta valida soltanto all’interno della Colonia.

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somalia_camionabile_bender-kassimLa posta era agevolata dalle migliaia di chilometri di strada realizzate sulle quali correvano le autocorriere, come racconta Franco Monile: “Sopra tutto, opera veramente romana, la sistemazione della Mogadiscio-Bender Cassim, sulla quale ora corre un bel servizio di autocorriera, non l’unico ma certamente il più importante della colonia. Esso integra le comunicazioni anche postali colla madrepatria fino a ieri soltanto affidate alla via dell’Oceano Indiano. La corriera di Bender Cassim è una benemerita della colonia, perché due volte ogni mese essa versa agli Italiani che l’aspettano come una provvidenza, un suo carico raccolto lontano ai limiti del mar Rosso: la posta, l’attesa, la cara, la benedetta posta. Che brava Befana, questa corriera! Ma il lettore non può intendere che poesie abbia qui questo povero comune vocabolo, la posta!…”

L’articolo è un estratto dal “Poste e telegrafi in Somalia” del libro “Il faro di Mussolini” di Alberto Alpozzi, Eclettica Edizioni – Per ordinare il libro inviare una mail a ilfarodimussolini@libero.it

servizi-postali-ed-elettrici-in-somaliaI servizi erano garantiti con le medesime tariffe vigenti in Italia come da R. D. 9 luglio 1926, n° 1635; prima invece vi erano tariffe speciali a causa del diverso sistema monetario, rupia e besa, che vennero abolite da de Vecchi di Val Cismon con la conseguente adozione della lira italiana con R.D. 29 luglio 1925, n° 1143 e, per evitare perturbazioni al bilancio coloniale, la conversione fu fatta sul rapporto approssimativo già vigente tra le due unità monetarie che era di 8.80.

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Questi uffici, insieme all’estesa rete radiotelegrafica, assicuravano le regolari comunicazioni tra i vari centri della Colonia con l’Italia e l’Eritrea. Elenco_stazioni-radiotelegrafiche_Somalia-Italiana_1927Va ricordato che il primo esperimento per realizzare una rete radiotelegrafica coloniale in Africa venne tentato, in Congo nel 1905 dal governo belga. Il tentativo, presto abbandonato, non diede i risultati sperati a causa delle condizioni atmosferiche tipiche della fascia equatoriale. Fu la Regia Marina italiana che ebbe quindi il merito del primato nell’applicazione della radio nei nuovi territori coloniali. La Regia Marina optò per gli apparati forniti dalla Compagnia Marconi, sostituendo ai cavi la radiotelegrafia, realizzando così la prima rete radiotelegrafica della Somalia nella regione del Benadir.
La Somalia era provvista di 28 stazioni radiotelegrafiche, delle quali la principale, ad Afgoi, intercontinentale a onde corte comunicava direttamente con Roma, Asmara e Roma – San Paolo. Nove di queste stazioni erano utilizzate per il traffico marittimo oltre a ciò la stazione radio del faro Crispi assicurava anche il servizio radiogoniometrico.
stazione_radio_Mogadiscio_somalia_italianaAlle stazioni radiotelegrafiche di Brava, Giumbo e Barderà furono destinati trasmettitori a scintilla con disco rotante, alimentati da un generatore da 3 kw e sintonizzabili su due lunghezze d’onda mentre alle stazioni radiotelegrafica di Mogadiscio, Itala, Lugh e Merca furono assegnati trasmettitori a scintilla con spinterometro e rocchetto d’induzione, alimentati da accumulatori con gruppo elettrogeno di carica, sintonizzati sul tono “B”. I ricevitori di tutte le stazioni erano formati da detector magnetici, con ricezione acustica.
Mogadiscio inoltre era provvista di una rete telefonica urbana ed era collegata telefonicamente con Afgoi, Balad, Adalei e Villaggio Duca degli Abruzzi; un’altra rete telefonica collegava Chisimaio con Gobuen.

di Alberto Alpozzi – © Tutti i diritti riservati*

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4 thoughts on “Poste e telegrafi nella Somalia Italiana

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