“La Somalia è una creazione del lavoro italiano, in Somalia non ci siamo sostituiti a nessuno, non abbiamo trovato null’altro che il deserto privo di risorse” – 1948, on. G. Brusasca, giusto tra le nazioni e fondatore della divisione partigiana Patria

Con l’aiuto di sacerdoti amici salva in prima persona tre famiglie ebree (i Foa di Casale Monferrato, i Sacerdote di Milano e i Donati di Modena) facendole espatriare in Svizzera. Per questo sarà riconosciuto come giusto tra le nazioni dall’Istituto Yad Vashem.
Nel 1948 come Sottosegretario dell’Africa Italiana si trova al porto di Genova ad accogliere la motonave “Sandal” della Silver Line proveniente da Mogadiscio con 3.145 quintali di banane. Questa era la prima bananiera proveniente dalla Somalia dopo più di 7 anni, dopo che le motonavi della Regia Azienda Monopolio Banane facevano due volte al mese la spola tra Merca, Chisimaio, Mogadiscio e Genova. Traffico interrotto dal 1941 con la sconfitta italiana in Somalia e il subentro nella colonia dell’amministrazione militare inglese.

Perciò a questa Somalia il popolo italiano, senza differenza di opinioni, nè di partiti è tutto quanto affezionato”. (1)
Dello stesso avviso fu anche il Presidente della Somalia Mohamed Siad Barre nel 1978 quando incontrò Pertini in Italia.
Inoltre l’on. Brusasca a Genova riaffermò la richiesta dell’amministrazione fiduciaria della Somalia all’Italia, cosa che venne accordata il 21 novembre 1949 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione n.º 289, benché l’Italia non facesse ancora parte dell’organizzazione. Si trattò dell’unico caso di amministrazione fiduciaria assegnata ad una Nazione sconfitta nella Seconda guerra mondiale.
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E nelle altre colonie quale fu la situazione risorse/investimenti? Ce lo dice lo storico inglese Denis Mack Smith in questo articolo.
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di Alberto Alpozzi
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NOTA
1) Affrica – Rivista mensile di interessi coloniali, Anno III, n° 1, 15 gennaio 1948, pag. 26
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