Inferno a Mogadiscio, forse i morti sono 500. Il peggior attentato di sempre – VIDEO

mogadiscio_attentato-terroristico (3)Sabato 14 ottobre alle 14.40 a Mogadiscio un forte boato è stato udito in tutta la città. In centro città, al quinto chilometro, nella trafficata via Jidka Afgooye, nei pressi degli hotel Safari e Amira un camion bomba è saltato in aria facendo una strage. L’esplosione ha raso al suolo diversi edifici e incendiato decine di veicoli. Dopo 40 minuti un secondo boato, un altro camion bomba, nel distretto Medina.
Un vero inferno in Somalia: gli attacchi terroristici continuano e aumentano rendendo il paese del Corno d’Africa il luogo più pericoloso del mondo.
Il conto delle vittime sale a dismisura ogni momento. 50 morti i primi dati di sabato sera, 200 domenica, 276 lunedì, ma c’è chi parla anche di 500 morti, sostenendo che il numero reale delle vittime venga tenuto nascosto per non seminare altro panico per quello che è stato il peggior attentato di sempre.
“Il bilancio è salito al momento a 276 morti e 300 feriti come conseguenza del barbaro attacco compiuto dal gruppo terroristico al Shabaab a Mogadiscio” ha dichiarato il ministro dell’Informazione somalo, Abdirahman O. Osman.
Solo due giorni prima il governo del nuovo Presidente “Farmajo” aveva patito le dimissioni del comandante delle Forze Armate e del Ministro della Difesa, dopo la visita a Mogadiscio dei vertici del comando militare americano per l’Africa. Tira davvero una brutta aria tra il governo centrale e le varie regioni.
mogadiscio_attentato-terroristico (2)“Ci sono più di 300 feriti, alcuni di loro seriamente” ha dichiarato il funzionario di polizia Ibrahim Mohamed. Negli ospedali mancano le attrezzature, i medicinali e soprattutto il sangue per poter tenere in vita i feriti. Il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e ha chiesto donazioni di sangue e fondi per le vittime dell’attentato di sabato.
Il vero inferno è l’impossibilità della ragione! Quale era l’obiettivo? Tutto e niente pare. Chi ha rivendicato l’attacco? Ancora nessuno. Si punta il dito verso il gruppo terroristico jihdaista di Al-Shabab ma c’è anche chi sostiene, da tempo oramai, che possano essere attacchi portati a termine dalla stessa Unione Africana, per poter continuare a rimanere sul territorio e percepire i lauti stipendi di una missione che pare non dare maggior stabilità e sicurezza alla Somalia.
Ma non solo, i vertici di Al-Shabab hanno disconosciuto l’attentato e dietro questa immane tragedia potrebbe esserci la crisi del Golfo tra Qatar e Arabia Saudita.
turchia-somalia_mogadiscioL’attentato mira infatti a indebolire il governo federale e se si contestualizza il recente attacco con il grave scontro nel Golfo Persico tra Arabia Saudita si può osservare come l’ufficiale posizione neutrale della Somalia non sia poi tanto neutrale: il governo di Mogadiscio ha messo infatti a disposizione il suo spazio aereo alla Qatar Airlines per ovviare alla chiusura dello spazio aereo di Arabia Saudita e degli Emirati. Infatti non va dimenticato che l’elezione del Presidente Mohamed Abdullahi Mohamed è stata finanziata in buona parte dal Qatar, creando così un asse preferenziale soprattutto con la Turchia, alleata di Doha, che ha inaugurato da pochi giorni una base militare in Somalia, per l’addestramento dell’esercito somalo.
Inoltre la politica filo-quatariota del Presidente è contestata dalla maggior parte degli Stati della Federazione delle regioni semiautonome del Puntland e del Somaliland, che proprio accoglie a Berbera una base militare degli Emirati. Tutto questo ha creato una forte spaccatura tra i governi federati del nord e quello federale del sud. Il nord risulta quindi schierato con l’Arabia Saudita e gli Emirati, mentre il sud con il Qatar. In questo delicato contesto l’attentato di Mogadiscio ha ulteriormente indebolito il governo di Mogadiscio. Ulteriore prova di questa tesi potrebbe essere che nell’esplosione di sabato è stata colpita anche l’ambasciata del Qatar.
In tutto questo vanno anche considerate le concessioni petrolifere non ancora sfruttate in tutto il paese
“Siamo sotto attacco” tuonano alcuni somali, “siamo in guerra, vogliamo più armi”. E dall’altra ci sono invece i somali che non accettano di leggere queste notizie: “Non ci sono solo cattive notizie dalla Somalia. Mogadiscio è come Parigi e New York. Gli attacchi ci sono anche in Europa. Date altre notizie.” Si vero, anche in Europa ci sono stati attacchi e molti morti a causa del terrorismo islamico, ma non dimentichiamo che si tratta di eccezioni, seppure in crescita, mentre in Somalia, dal nord al sud, purtroppo si tratta della regola. Un recente rapporto dell’Acled “Armed conflict location and event data project”, ha registrato 1.537 casi solo dall’inizio del 2017 e calcolato che nel 2016 le vittime del terrorismo in Somalia sono state 3.827, con un preoccupante incremento di azioni in tutto il paese.
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di © Alberto Alpozzi  – Tutti i diritti riservati
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VIDEO ATTENTATO A MOGADISCIO 14 OTTOBRE 2017
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