
Una situazione complessa causata da ormai quasi quattro anni di feroce guerra interna certificata dall’ultimo studio “Conflict Trends” degli analisti dell’ACLED “Armed conflict location and event data project”.
Il report evidenzia anche come nei primi nove mesi del 2016, la Somalia abbia subito il più alto numero di decessi accertati, 3.827 vittime, dovuti a episodi di violenza e che gli scontri armati sono la maggiore causa di vittime nel paese (56% del totale). È anche aumentato il numero dei civili rimasti uccisi a causa di attentati terroristici.
Il gruppo jhidaista Al-Shabaab è il maggiore responsabile. L’ACLED evidenzia che gli attacchi dei miliziani di Al-Shabaab hanno causato il più alto numero di vittime tra i civili, rimanendo in assoluto il gruppo più letale e violento nella Somalia, ma è stato anche registrato un nuovo e preoccupante incremento di morti civili a causa delle milizie di alcuni clan (Habar Gidir, Hawiye, Marehan, Darod).
I territori controllati dai jahadisti Al-Shabab sono in continuo aumento nell’intero paese: nelle nuove aree occupate vengono assorboti le milizie claniche già attive.
Il Governo centrale di Mogadiscio sta facendo un grande lavoro e molti ex-miliziani sono sotto ora la sua protezione, ma questo ha provocato la frammentazione all’interno dell’organizzazione islamica portando ad una scissione di elementi che sono rimasti legati ad Al-Qaeda e quelli affiliati alla cellula dello Stato Islamico che negli ultimi mesi si è stanziata nella regione semi-autonoma del Puntland, nel nord Somalia, in particolare nella zona di Qandala.
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di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
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