Mogadiscio. “Ricostruisci la tua città con un dollaro” il progetto per salvare i monumenti storici (fascisti)

Somalia_Ricostruisci la tua città con un dollaro“Ricostruisci la tua città con un dollaro” (Dalkaaga ku dhiso hal dollar) è il progetto voluto dall’ex Sindaco di Mogadiscio, Yusuf Hussein Gimale, per salvare i monumenti storici (fascisti) della città devastata dalla guerra civile del 1992.
Si tratta di una cassa dove i cittadini possono versare un dollaro e, con l’aiuto del governo, si cerca di recuperare alcuni siti e strade del centro storico di Mogadiscio.
Oggi l’area del centro storico della capitale della Somalia è praticamente una zona proibita. Off-Limits. Serve un permesso speciale per transitarvi e sempre accompagnati da una scorta armata.
arco_mogadiscio_restauro_ieri-oggi
Ancora in corso, ma quasi giunto al termine, è il restauro (a fondo pagina il video) dell’Arco di Trionfo dedicato al Principe Umberto di Savoia, fatto erigere in onore della sua visita nel 1928 dal Governatore della Somalia il Quadrumviro della Marcia su Roma Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon, il primo governatore fascista della Somalia dal 1923 al 1928.
Alto 14 metri, progettato dallo scultore torinese Cesare Biscarra, porta ancora oggi la scritta dedicatoria “A Umberto di Savoia – Romanamente”.
arco_mogadiscio_restauro“Il lavoro di restauro è difficile e non perfetto – racconta Abdullahi Elmi Shurie – perché i soldi sono pochini e la conoscenza in fatto di restauro quasi nulla. C’è comunque da meravigliarsi come questo arco sia sopravvissuto alla furia devastatrice della guerra. Neanche i cattivissimi integralisti che hanno distrutto la Cattedrale a cannonate hanno avuto il coraggio di buttarlo giù. Sono tanti i siti storici che saranno irrecuperabili in quanto distrutti, ma almeno questo speriamo di salvarlo.”
Però, c’è un però di cui l’Italia dovrebbe vergognarsi: Manca l’Italia che avrebbe almeno potuto mandare un team di esperti restauratori. Abbiamo una grande storia in comune che si sta dimostrando ma che purtroppo rischia di andare persa del tutto per le generazioni a venire. Qualunque somalo stando sotto quell’arco si chiederà quale sia la sua storia, per questo noi somali abbiamo tutto l’interesse a salvarlo.”
Purtroppo non è la prima volta che in Somalia (e anche in Eritrea) ci si lamenta della quasi totale assenza del governo italiano nella sua ex colonia: “Sembrano tutti dimentichi della politica estera italiana – prosegue Abdullhai – non ce n’è uno che vuole mettere il naso fuori dall’Italia. Immagina che ruolo avrebbe potuto avere l’Italia in Somalia in un momento come questo. Quante commesse, quanto lavoro, quanti scambi!”
Però la Somalia è instabile, gli attacchi terroristici sono frequenti: “Tutte storie quelle delle scuse dell’instabilità del paese. I turchi sono per le strade, altri europei vengono qui per fare accordi, ma l’Italia è totalmente assente. Nessuno, non dico il premier o il presidente, ma neanche un ministro ha mai visitato la Somalia in questi anni. Che tristezza!”
Arco_Umberto di Savoia_Romanamente_sfilata
Perché accade questo? Forse perché in Italia è ancora difficile, se non impossibile parlare di colonialismo e forse perché la storia che ci hanno raccontato sino ad oggi, e il fatto che i somali siano interessati a conservare la nostra storia comune ne è prova, è troppo ricca di menzogne propagandate per decenni. Se l’Italia mettesse di nuovo piede in Somalia la verità verrebbe fuori e resa nota a tutti?! Perché a gran voce i somali chiedono ancora un ritorno dell’Italia?
Beled Weyne_SomaliaA MogaMogadiscio_Binocolo_Arco Rediscio è stato restaurato da poco anche l’arco del Re (qui a sinistra), detto “Binocolo” per la sua particolare forma, eretto nel 1934 per ricordare la visita di Vittorio Emanuele III.
Anche l’arco di Beled Weyne (qui a destra) è stato salvato dall’incuria e si sta anche rimettendo l’asfalto sulla strada Imperiale (costruita sempre dall’Italia), la famosa arteria dove c’erano i cippi chilometrici con il fascio littorio, che da Mogadiscio andava verso il Villaggio Duca degli Abruzzi e poi via per centinaia di chilometri verso l’Etiopia.
Ma si sa, l’Italia fa ancora a pugni con il proprio passato. Solo pochi mesi fa l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini ha dichiarato che ci sono persone “che si sentono poco a loro agio quando passano sotto certi monumenti”…
Disturbo che certo non provano i somali che anzi raccolgono denaro per conservare il loro passato, nel quale sono consapevoli viva la loro identità.
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di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
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A Mogadiscio il restauro dell’arco di trionfo dedicato alla visita del Principe di Umberto di Savoia nel 1928 – Video di gennaio 2018

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2 thoughts on “Mogadiscio. “Ricostruisci la tua città con un dollaro” il progetto per salvare i monumenti storici (fascisti)

  1. Pingback: Mogadiscio. Dalle rovine della guerra civile alla ricostruzione virtuale in 3D della memoria storica di una nazione | Historical News Journals

  2. L’Italia fa di tutto per cancellare il suo passato recente e poco per tutelare anche quello remoto. In nome dell’ideologia della damnatio memoriae i recenti governi dominati dal pd e dal partito della boldrini, per non parlare dei 5 stelle, l’unico aiuto che sarebbero disposti a dare ai somali sarebbe la dinamite per demolire ogni edificio coloniale, figuriamoci uno con quella scritta. Dove non sono arrivati gli islamisti arriverebbe sicuramente la Boldrini che anni fa voleva come minimo abradere la scritta dell’obelisco del foro italico, alla faccia del patrimonio storico italiano. Meglio per i somali rivolgersi alla Russia dove la storia viene rispettata e sono lasciati convivere monumenti sovietici con chiese e simboli zaristi ricostruiti. Mentre anche USA e altri paesi europei promuovono la furia iconoclasta contro la propria storia. In bocca al lupo ai somali

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