Dal 2014 il Governo italiano non collabora più con l’Eritrea, la sua ex colonia prediletta. All’epoca Lapo Pistelli, l’ex viceministro agli Esteri italiano, con le nuove ondate di immigrati eritrei sulle coste italiane era stato in visita ad Asmara per attivare una cooperazione con l’Eritrea di reciproco interesse. Purtroppo con il cambio dei vertici italiani e con l’uscita di scena di Pistelli tutto si è bloccato, dimenticato.
Attualmente il governo di Asmara, secondo le dichiarazioni dello scorso ottobre di Osman Saleh Mohammed, ministro degli Esteri eritreo, “Sta collaborando con l’Unione Europea, con la Germania e altri Paesi europei, ma non con l’Italia… l’Italia non vuole collaborare con l’Eritrea e non sappiamo il perché”.

Gli investimenti europei richiesti dall’Eritrea servono ad arginare l’esodo dei propri giovani creando occupazione.
Nel gennaio 2016 l’Unione europea aveva annunciato aiuti per 200 milioni di euro a favore del paese per far fronte alla povertà e per invecentivare lo sviluppo socio-economico, attraverso il FES l’11° Fondo europeo di sviluppo del periodo 2014-2020.
Nel settembre dello stesso anno il governo eritreo ha firmato un protocollo di cooperazione con la Germania per creare opportunità di lavoro per i giovani attraverso corsi di formazione. A dicembre, attraverso il Fondo Africa creato a Malta nel 2015, l’Unione Europea ha stanziato 13 milioni di euro, a cui la Germania ne ha aggiunti altri 3, per un progetto di sviluppo rivolto alle piccole e medie.
Nel 2015 erano stati oltre 36.000 gli eritrei giunti sulle coste italiane, dall’inizio del 2017 a oggi sono stati solamente 2.690.
“I numeri di arrivi di eritrei stanno calando drasticamente grazie ai cambiamenti in atto all’interno del Paese – ha detto Yemane Gebreab – ma per noi, che siamo un piccolo Paese, qualsiasi numero di eritrei voglia lasciare il Paese è troppo grande, anche se si tratta di piccoli numeri”.
L’esodo verso l’Italia è rallentato perché “stiamo offrendo ai giovani corsi di formazione, la situazione lavorativa sta migliorando, l’economia sta crescendo e inoltre i giovani stanno prendendo consapevolezza della situazione in Europa. Prima pensavano che la vita in Europa fosse facile, che avrebbero avuto successo, ma ora sanno che la vita in Europa è difficile, che si trascorrono mesi e mesi in centri di accoglienza”.
Infatti prosegue: “noi vogliamo promuovere investimenti italiani in Eritrea, vogliamo che imprenditori italiani vengano a lavorare in Eritrea, vogliamo che gli italiani vengano a visitare l’Eritrea in numeri più consistenti, vogliamo che professionisti italiani vengano in Eritrea. Noi non siamo interessati ai soldi dell’Italia, non vogliamo assistenza, ne aiuti. Quello che vogliamo è sviluppare una partnership che faccia tornare l’Italia nel Corno d’Africa e nel Golfo in modo massiccio e il punto di ingresso naturale per l’Italia è l’Eritrea. Questo è quello che stiamo cercando di promuovere in termini di idea, di modo di pensare. Non vogliamo parlare solo con il governo, ma anche con la società italiana, con il mondo imprenditoriale, con il mondo accademico”.
Yemane ha concluso ricordando “i rapporti molto stretti tra Italia ed Eritrea, rapporti storici, culturali, tecnologici”, sottolineando che l’ex colonia d’Eritrea vorrebbe di nuovo “costruire rapporti tra i due popoli, tra i rispettivi mondi universitari, sviluppare ogni forma di cooperazione con l’Italia” ma ha sottolineato che “in Italia non c’è ancora consapevolezza di quanto l’Eritrea possa essere importante per l’Italia e fino a quando non ci sarà tale consapevolezza non credo che cambierà qualcosa”.
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di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
Il discorso non fa una piega. SVEGLIATI ITALIA!
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Not president.Yemane Gebreab is the Head of Political Affairs and Presidential Adviser.
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Ho inoltrato l’articolo all’0norevole Lia Quartapelle, della Commissione Esteri del Ministero. Spero in una risposta della quale Vi terrò informati. Cordialità
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