Nella Libia di Italo Balbo, l’Italia del 1935 costruisce la strada coloniale più lunga e inventa l’autogrill

“Le strade (ormai l’esperienza insegna), anche le più perfette, senza un’opera continua di rispetto e di difesa, sono soggette ad un rapido deperimento. Non basta la perfezione della tecnica costruttiva, né la bontà del materiale: occorre l’assistenza assidua dell’uomo” era scritto nel testo “La strada litoranea della Libia edito nel 1937, a conclusione dei lavori.

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Come ci ricorda Strabone: “in tre cose principalmente posero cura i Romani, che dai greci furono trascurate, cioè nell’aprire strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache”. Frase cui possiamo sostituire italiani con romani, e turchi con greci, se pensiamo alla conquista italiana della Libia.

I romani con le strade parcellavano, controllavano e collegavano lo spazio creando compagini ed economie nuove sempre più favorevoli al benessere rispetto alle preesistenti alternative, promuovendo l’integrazione e l’interscambio tra le popolazioni conquistate. In una parola: romanizzazione.
E proprio questo fece in Libia la realizzazione della strada litoranea voluta dal Governatore Italo Balbo.
La costruzione della nuova strada costiera che avrebbe unito la Tripolitania con la Cirenaica venne normata con il R.D.L. 14 marzo 1935, XIII n. 545:
“È autorizzata la spesa straordinaria di L. 103.000.000 per provvedere al completamento della strada litoranea dal confine tunisino a quello egiziano, in Tripolitania ed in Cirenaica, ed alla costruzione delle relative case cantoniere”.

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Casa cantoniera nel tratto Zuara-Pisida

Con la realizzazione della strada coloniale più lunga mai realizzata (1.822 km di cui 800 totalmente ex novo) l’Italia fascista inventava, grazie alla lezione romana, l’autogrill.
I romani avevano punteggiato le loro strade di mutationes, vere e proprie stazioni di servizio destinate al cambio dei cavalli, oppure di mansiones, taverne con alloggi per il pernottamento e spaccio di cibo. Le più attrezzate erano fornite di impianto termale, luogo di culto, posto di polizia e servizio medico.
Infatti il lungo cantiere della “Balbia” venne diviso in 16 distinti tronchi e assegnati a 16 imprese alle quali fu affidato il compito di costruire, sul rispettivo tratto, un determinato numero di case cantoniere per la manutenzione della strada e per il ristoro dei viaggiatori.
In totale lungo la Balbia vennero costruite 65 case cantoniere (costo medio L. 200.000) progettate dall’arch. Florestano Di Fausto, utilizzando la pietra pomice, portata direttamente dall’isola di Lipari in Italia, per le note caratteristiche di isolamento termico e acustico e l’alta resistenza. Ogni casa cantoniera aveva un appezzamento destinato ad essere coltivato e nel cortile vi erano due pollai, una cisterna, un forno, un magazzino e una stalla, il tutto predisposto con l’idea che divenissero una prima cellula per future aziende agricole per la valorizzazione agricola della Sirtica.

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Cortile della casa cantoniera nel tratto Misurata-Tauorga

Ogni casetta era a un piano con quattro camere, una cucina, un disimpegno e un impianto igienico completo con doccia. Davanti una fila di palme e un portichetto che formava una specie di pronao per proteggere l’edificio dai raggi del sole.
Il portico esterno serviva anche da collegamento tra i due corpi principali della costruzione. Le cantoniere erano infatti doppie e accoppiate per ospitare due famiglie.
Il cantoniere, la cui assunzione fu regolata con decreto del Consiglio dei Ministri 9 gennaio 1936, aveva la responsabilità della manutenzione e della sorveglianza di un determinato tronco di strada. Inoltre, ed è qui la grande invenzione del 1935, le case cantoniere dovevano costituire per gli automobilisti garanzia di sicurezza per riparazioni, soccorsi e ristoro.
Erano costituiti da una rimessa per le automobili, una piccola officina, un benzinaio, una foresteria con gabinetti dotati di docce e un locale alloggio per zaptiè e carabinieri. All’esterno vi erano inoltre un abbeveratoio, un lavatoio coperto e una grossa cisterna, provvista di un impianto di filtraggio.

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Facciata con portico della casa cantoniera

Con la costruzione della Balbia, in epoca fascista, nascevano per la prima volta gli autogrill, definiti così della Treccani: “posto di ristoro, o anche ristorante, su un’autostrada, di solito annesso a una stazione di servizio”.
Quando in Italia cioè non esistevano ancora gli autogrill la Litoranea libica ne era già abbondantemente dotata.
In patria infatti si dovrà aspettare il 1947 quando Mario Pavesi, il creatore dei pavesini, aprirà un piccolo spaccio di biscotti sulla Torino-Milano, all’altezza del casello di Novara.
Con una vetrina per i biscotti di famiglia, un locale bar con tavoli e poltroncine e pergolato esterno creò il primo autogrill moderno.
Nei primi anni Cinquanta l’Autogrill Bar Pavesi di Novara si trasformerà aggiungendo un’area ristorante divenendo la prima vera area di ristoro per gli automobilisti in Italia.

di Alberto Alpozzi

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Tutta la costruzione della LITORANEA LIBICA detta “BALBIA”: la storia, la realizzazione, i cantieri, le macchine, le maestranze, le case cantoniere, le case di ristoro e l’Arco dei Fileni progettato dall’architetto Florestano Di Fausto! Consueto grande formato A4 (21×30 cm)

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15 thoughts on “Nella Libia di Italo Balbo, l’Italia del 1935 costruisce la strada coloniale più lunga e inventa l’autogrill

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