Con il colonialismo nasce l’«Europeo», sintesi del pregiudizio e della discriminazione razziale

Si parla molto di Europa e Comunità europea, a livello politico ed economico, anche se geograficamente l’Europa non è ancora del tutto delimitata, infatti “tutt’altro che ben definiti sono i suoi limiti orientali”1.
Noi siamo e ci consideriamo «europei» perché viviamo in Europa. Ma cosa significa essere europei e quando nasce questa classificazione?

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Fondamentalmente è una distinzione. Tale parola non era mai esistita prima delle scoperte del tardo XV e inizio del XVI secolo. Servì a raggruppare in maniera “extranazionale, extralocale, extrareligiosa, qualcosa di comune a tutti i conquistatori, sia che questi fossero spagnoli, portoghesi, olandesi, francesi, italiani o inglesi, sia che provenissero dall’Europa cattolica mediterranea o dalla Germania e dall’Olanda protestanti e calviniste o dall’Inghilterra puritana”2.
Infatti il termine «europeo», come aggettivo – secondo la definizione della Treccani – è “un abitante dell’Europa. In antropologia fisica, popolazione e., l’insieme delle razze (europidi) che popolano l’Europa. Con riferimento diretto o indiretto all’europeismo”.
Secondo il Collins “European means belonging or relating to, or coming from Europe”.
Ma questa parola non esiste da sempre: “nella letteratura inglese il termine «europeo» appare per la prima volta intorno agli anni 1603-1607, in Francia solo nel XVI secolo (Larousse)”3.
Cioè il sostantivo «europeo» (non Europa4) non esisteva in nessuna lingua “fino al momento in cui gli abitanti dell’Europa ebbero bisogno di distinguere se stessi dai popoli dei continenti conquistati e assoggettati5.
Servì a creare quella distinzione extranazionale, extralocale ed extrareligiosa che accomunasse i conquistatori di Africa, Asia e Americhe. Infatti tutti i colonialisti provenivano dall’Europa. Ma cosa avevano ancora in comune? Avevano tutti lo stesso colore delle pelle.
“Essi scoprirono di essere della stessa «razza», dello stesso «colore»: erano tutti «bianchi». Questo, più di tutto il resto, li fece «europei». Dall’inizio, fino a oggi, la parola «europeo» ha questo implicito contenuto razziale. Le scoperte europee servirono a scoprire gli europei […]”6.

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Gli europei conquistarono facilmente nuove regioni nel mondo con le proprie armi all’avanguardia e “l’inferiorità degli eserciti degli sconfitti divenne un’inferiorità propria della razza. La stessa superiorità delle loro armi, che derivava da conoscenze non europee come la polvere da sparo, navigazione, cartografia, divenne superiorità razziale […]. La singola «razza bianca» vide che i «non bianchi» erano suddivisi, in accordo con la formula divide et impera, nelle razze nera, marrone e gialla”7.
Per concludere: “razzismo e colonialismo videro insieme la luce nel mondo sotto il segno dell’Europa”8, capifila: inglesi, spagnoli, portoghesi e francesi.
Cioè sia il pregiudizio sia la discriminazione di razza nacquero in seno alla genesi colonialista in e dall’Europa da cui nacque il binomio colonialismo-razzismo.
Quel colonialismo nato a fine XV secolo con la scoperta delle Americhe e quel razzismo poi legittimato da Engels, padre del comunismo e dalle leggi europee. Secondo le nuove teorie razziali i progressi dei bianchi non potevano essere raggiunti da altre popolazioni non “europee”.
Le scoperte di nuovi territori divisero il mondo in una gerarchia di razze superiori e quindi predominanti, tanto da autorizzare la schiavitù dei sottomessi. L‘Italia vietò lo schiavismo in tutte le sue colonie (non dimentichiamo che l’Italia, nella sua storia, non ha mai avuto una tradizione schiavista).
Dopo più di 200 anni dall’origine dell’«Europeo» in Italia nacque il fascismo e prese parte, a corsa ormai conclusa, all’Imperialismo europeo in Africa portando con se tutto il suo fardello storico e sociale di pregiudizi, discriminazioni e abusi tipici dell’«Europeo».

di Alberto Alpozzi

NOTE
1. Treccani
2. Jaffe H., Davanti al colonialismo – Engels, Marx e il marxismo, Jaca Book, Milano, 2007
3. Ibidem
4. In origine il nome greco Eὐρώπη sembra aver designato un territorio ristretto, forse a N dell’Egeo, ma già i geografi ionici chiamavano E. tutta la terra a N del Mediterraneo; il suo limite verso E fu considerato il corso del Tanai (Don)
5. Jaffe H., Davanti al colonialismo – Engels, Marx e il marxismo, Jaca Book, Milano, 2007
6. Ibidem
7. Ibidem
8. Ibidem

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