Vangelo e moschetto. Fascismo e Cattolicesimo: sintonie, attriti, battaglie comuni. Un libro di Raffaele Amato

Il tema, di estremo interesse, del rapporto tra fascismo e cattolicesimo, viene analizzato partendo dall’esame del contesto iniziale, ossia da quella lacerante ferita che fu la Questione Romana, che contrappose non solo il Regno dei Savoia allo Stato Pontificio ma anche la classe dirigente sabauda al popolo italiano, profondamente cattolico.

Cartolina raffigurante il martirio di padre Giuliani

Indagata la genesi del fascismo nelle sue diverse componenti, il testo prosegue prendendo in considerazione la “politica della mano tesa”, ossia quell’insieme di interventi, di atti, di leggi e provvedimenti, con cui il regime cercò di costruire un rapporto organico con la Chiesa ed il mondo cattolico, elementi insostituibili per la nuova Italia che si proponeva di realizzare. Nell’ambito delle battaglie comuni (dottrina sociale corporativa, lotta alla Massoneria, crociata contro bolscevismo con la Guerra di Spagna, etc.) non poteva mancare un capitolo dedicato all’impresa di Etiopia, momento in cui Chiesa e Fascismo marciarono letteralmente insieme. Oltre a descrivere gli eventi che portarono alla brillante conquista dell’Abissinia, in tempi nettamente più rapidi di quelli previsti dagli osservatori internazionali, il libro descrive le caratteristiche innovative del colonialismo italiano, che si distinse dagli altri europei per la sua prospettiva civilizzatrice e non di mero sfruttamento. Quello della guerra di Etiopia fu, certamente, il momento di massimo consenso al fascismo da parte degli italiani, che si strinsero intorno al regime superando le distinzioni politiche (vi fu il contributo, anche economico, di diversi oppositori).
Massiccio fu il sostegno del mondo cattolico che, nella visione romana dell’Impero, vedeva la strada per recuperare alla retta dottrina il cristianesimo copto, eretico. Era la Chiesa preconciliare, per nulla ecumenica, forte della propria missione universale, che diede all’impresa sacerdoti, cappellani e martiri. Tra questi, spicca la figura di padre Reginaldo Giuliani, arruolatosi volontario a ben 48 anni, caduto in battaglia, medaglia d’oro alla memoria. Una pagina di Storia che merita di essere conosciuta.

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IL LIBROPresentazione di don Francesco Ricossa

Per oltre vent’anni Fascismo e Chiesa cattolica convissero e interagirono, a volte con il tentativo di servirsi l’uno dell’altro, altre volte scontrandosi. Ma, più spesso, condivisero idee, valori, progetti e battaglie.
Quest’opera vuole essere un contributo di chiarezza, evidenziando gli aspetti su cui fascismo e cattolicesimo si confrontarono. Oltre ai processi storici che partono dalla Questione Romana e si concludono con la fine della Seconda Guerra Mondiale, si analizzano i principali elementi dottrinari su cui le due entità possono essere accostate: la critica al sistema liberalcapitalista e al marxismo, attraverso l’alternativa del corporativismo, la lotta alla Massoneria, il sostegno cattolico all’impresa di Etiopia e alla partecipazione alla Guerra di Spagna, autentica crociata del XX secolo.
Le critiche rivolte da Pio XI al regime nell’enciclica “Non abbiamo bisogno”, il concetto di religione secondo la dottrina fascista, sono alcuni dei punti che vengono esaminati, per concludere con il percorso spirituale di Benito Mussolini. Il frutto più importante del confronto tra Fascismo e Chiesa, destinato a sopravvivere sino ad oggi, fu la Conciliazione, che pose fine a decenni di lacerante Questione Romana.

9 Maggio 1937, Annuale dell’Impero. Truppe mehariste sfilano a Piazza Venezia

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