
Per la prima volta, dopo il conflitto del 1998-2000, tra i due paesi pare riprenderà la normalità: erano vent’anni che un aereo delle linee etiopiche non atterrava ad Asmara. Riaperti anche il commercio bilaterale e le rispettive ambasciate oltre che ripristinate le linee telefoniche tra i due paesi del Corno d’Africa.
Il clima di pace e distensione si è subito percepito in aeroporto dall’abbraccio fraterno tra Isaias e Abiy e i diversi momenti, alternati al protocollo, di spontanea e informale cordialità.
Grande festa lungo lungo le strade di Asmara addobbate con le bandiere dei due paesi. Migliaia di giovani hanno sfilato sulla Harnet Avenue, quella che un tempo si chiamava Viale Mussolini, con magliette e cartelli con le foto dei due leader e la scritta “peace”.

Era del 20 giugno, ad Asmara, la dichiarazione del presidente Isaias quando promise che una delegazione eritrea sarebbe andata ad Addis Abeba. L’incontro nella capitale etiope, avvenuto il 26 giugno, con la delegazione eritrea, composta da Yemane Ghebreab, adviser del presidente e Osman Saleh, ministro degli esteri, ha portato alla decisione del premier Abiy di incontrare ad Asmara il presidente Afwerki, per far procedere il dialogo.
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I rapporti tra i due paesi erano tesi ormai da molti anni. L’Eritrea aveva ottenuto infatti l’indipendenza dall’Etiopia nel 1993, dopo essere stata a lungo una sua provincia. Intercorsero buoni rapporti sino al 1998 quando iniziò una guerra per dispute territoriali lungo il confine. Si calcola morirono 80.000 persone e decine di migliaia furono gli sfollati. Da allora le relazioni tra i due paesi sono rimaste ostili: l’Etiopia occupò alcune aree in violazione degli Accordi di Algeri del 2002 che avevano, teoricamente, sancito la fine degli scontri. In Eritrea, il dittatore Isaias aveva usato il pretesto di una presunta minaccia alla sicurezza nazionale proveniente dall’Etiopia per giustificare una repressione interna attraverso condanne senza processi, chiusura di tutti i media indipendenti e annullamento di partiti politici di opposizione.
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