“Per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea”

Ahmed era diventato primo ministro dell’Etiopia all’inizio di aprile 2018, e sin da subito ha parlato di riconciliazione nazionale. L’Etiopia infatti è un un paese diviso da profondi risentimenti tra gruppi etnici. Ha disposto il rilascio di migliaia di prigionieri politici e ha legalizzato i gruppi di opposizione che per lunghi anni erano stati classificati come “terroristici”.
Ma in particolare ha firmato il trattato di pace con l’Eritrea, nazione con la quale l’Etiopia era in guerra dal 1998.
Infatti “in stretta collaborazione con Isaias Afwerki, il presidente dell’Eritrea, il premiato di quest’anno ha rapidamente elaborato i principi di un accordo di pace per porre fine alla lunga situazione di stallo ‘nessuna pace, nessuna guerra’ tra Etiopia ed Eritrea”.
“E’ un premio per l’Africa”, ha dichiarato Ahmed dicendosi “onorato” ed “entusiasta” per il prestigioso riconoscimento.
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“Le mie più calorose congratulazioni al mio grande amico e coraggioso statista Abiy Ahmed Ali. Il Nobel per la Pace è il riconoscimento della sua forte leadership nel trasformare in atti concreti il desiderio di pace della popolazione di un’intera regione. Abiy, l’Italia è e sarà al tuo fianco”, ha tweettato in inglese il premier Giuseppe Conte, che ad ottobre 2018 fu il primo leader occidentale a visitare ufficialmente l’Etiopia.
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