La donna in colonia. I vademecum per emigrare nell’Africa italiana

Abbiamo già trattato su italiacoloniale.com l’argomento degli italiani che emigravano all’estero comprese le colonie nel Novecento. Abbiamo chiarito come l’emigrazione fosse disciplinata e tutelata da leggi e che soprattutto era legale. Inoltre non ci si poteva improvvisare avventurieri e nemmeno pensare di partire per le colonie con la speranza di fare fortuna senza avere dei denari da investire nelle nuove terre di espansione.

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La disciplina prevedeva anche dei corsi coloniali con tanto di esami finali. Anche per le donne. Chi desiderava recarsi nelle colonie italiane era tenuto a prepararsi e l’IFAI “Istituto Fascista per l’Africa Italiana” aveva redatto dei veri e propri manuali.

Il primo vademecum “Nozioni Coloniali per le organizzazioni femminili del P.N.F” di 166 pagine, teorico, forniva un quadro sintetico dell’Africa Italiana, nella sua storia, nei suoi aspetti geografici ed economici, nei suoi problemi politici e di razza, nelle norme igieniche da seguire e come ambientarsi in quei paesi.
Il secondo vademecum “Elementi pratici di vita coloniale per le organizzazioni femminili del P.N.F. e della GIL” di 86 pagine, pratico, insegnava succintamente come si doveva vivere in Africa. Il manuale si apriva con un capitolo dedicato ai “Rapporti con l’indigeno” e alla “Preparazione spirituale”. Le allieve dei corsi di preparazione alla vita coloniale, venivano dapprima invitate a considerare i requisiti fisici indispensabili per l’aspirante africanista, con l’aggiunta di qualche cenno di igiene personale e di igiene nel lavoro con riferimento alla vita africana.

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Il manuale passava poi a considerare i due problemi fondamentali per la madre di famiglia: l’abitazione e l’abbigliamento: come si arreda una casa colonia? Come vestire sé stessa ed i propri bambini? Come conservare bene il proprio guardaroba ?
Inoltre il manuale conteneva anche alcuni capitoli dedicati all’orto e al giardino, al pollaio ed alla conigliera. Il problema dell’alimentazione occupava sei altri capitoli con ricette di cucina che utilizzavano i prodotti locali e particolarmente la frutta esotica. Vi erano anche suggerimenti sul come trascorrere le ore libere: come la fabbricazione di sedie con foglie di palma, la lavorazione di pelli, di coperte, di tessuti, e la preparazione del sapone.
Questi manuali facevano il paio con i manualetti dei mestieri che venivano distribuiti a bordo dei piroscafi in viaggio d’oltremare.
Ecco “quando eravamo noi ad emigrare” come erano i fatti.

di Alberto Alpozzi

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