Commissariato Migrazioni, Ufficio del lavoro e INFAIL nella Somalia italiana

Nel Ventennio qualunque italiano volesse emigrare nelle colonie doveva seguire degli appositi corsi di preparazione e attenersi a rigide norme oltre avere a disposizione capitali da investire perché le colonie non erano considerate come paesi di fortuna e di avventure da parte dello Stato bensì necessitavano di denaro.
Per gestire i flussi di operai il 15 settembre 1936 in Somalia venne istituito l’Ufficio del Commissariato Migrazioni e Colonizzazione con il compito di impiantare lo schedario anagrafico di tutti i lavoratori residenti nella colonia (fonte da cui trarre tutte le notizie riguardanti i lavoratori), di controllare l’importo effettivo delle rimesse di danaro effettuate dagli operai alle proprie famiglie, il servizio della mortalità della massa operaia, il censimento di tutte le attività economico-professionali e l’impianto dello schedario di tutte le ditte operanti in questo territorio.

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Nei primi due anni di lavori (alla data del 31 luglio 1938) aveva trattato 33.450 pratiche così suddivise:

  • Lavoratori immigrati, assistiti e avviati al lavoro n° 19.761;
  • Lavoratori trasferiti nei territori dell’Impero n° 4.867
  • Lavoratori rimpatriati per fine contratto e motivi vari n° 15.266 e n° 3394 per malattia
  • Rilascio di n° 988 lasciapassare d’immigrazione individuale
  • Rilasciare n° 1519 lasciapassare per l’Italia con ritorno in Colonia
  • Pratiche per 111 decessi di lavoratori
  • Pratiche per il trasferimento di n° 3136 lavoratori da una azienda all’altra

Il 1 Ottobre 1936 entrava in vigore il R. D. L. 4-5-1936 n° 1498 per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e l’Istituto Nazionale Fascista fu chiamato ad assicurare direttamente e per conto dello Stato la quasi totalità delle maestranze occupate nella valorizzazione dell’Impero fascista.
Prima di allora l’assicurazione era gestita nella forma prevista dalla legge infortuni secondo il R. D. L. 31-1-1904 n° 51, poi estesa alla Somalia nel Giugno 1935 con il R. D. L. 27-6-1935 n° 1472.

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Con l’applicazione del nuovo decreto fascista, la maggior parte dei lavoratori occupati nei lavori condotti direttamente o indirettamente dallo Stato, oltre a essere assicurati di diritto, grazie all’INFAIL, contro gli infortuni sul lavoro, venivano pure di diritto garantiti anche dai rischi di guerra, da quelli di andata e ritorno dalla Colonia alla Madre Patria e, infine, dai casi di morte per febbre perniciosa e per malattie tropicali.
La sede di Mogadiscio provvedeva all’assistenza di tutti gli operai colpiti da infortunio o malattia tropicale, si occupava dell’istruzione completa delle pratiche relative a operai rimpatriati per infortunio o malattie, per le pratiche necessarie per mettere le famiglie dei morti sul lavoro in condizioni di beneficiare immediatamente delle indennità o sovvenzioni di legge.
L’Ufficio del Lavoro della Somalia, istituito dal Governatore Rodolfo Graziani, con D.G. 13 luglio 1935 alle dipendenze della Federazione dei Fasci di Combattimento, raggruppava tutte le varie attività delle organizzazioni sindacali preposte in Patria alla tutela del lavoro, assicurava l’applicazione di ogni norma emanata a disciplina dei rapporti di lavoro nell’A.O.I. e dei provvedimenti concernenti l’assistenza sotto tutti punti di vista, ai datori di lavoro e particolarmente ai lavoratori, intervenendo su tutti i problemi di natura politico-sociale che si prospettavano di volta in volta per il miglior coordinamento delle attività lavorative e produttive della Somalia tra cui la Commissione per l’espulsione e il rimpatrio di connazionali (ben 21.442 nel periodo dalla sua istituzione nel 1935 al luglio 1938).

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Nel tempo l’Ufficio del Lavoro dovette creare nuove idonee branche di attività intese principalmente a disciplinare e a rendere l’economia della Somalia il più possibilmente adeguata alle molteplici esigenze della crescente popolazione nazionale che si stabiliva e al miglioramento delle condizioni di vita delle genti del luogo. In virtù, poi, dello sviluppo della Colonia e dei nuovi territori limitrofi, la Federazione attraverso l’Ufficio del Lavoro e il Comitato Consultivo quali organi tipicamente corporativi svolse rilevazioni, indagini e inchieste nel settore economico-sociale necessarie per lo studio delle possibilità produttive sia agricole sia industriali, atte a garantire al maggior numero di connazionali stabilità di vita con la maggiore possibile autonomia. In cooperazione ai competenti organi del Governo e con criterî che hanno avuto per base la disciplina e la regolazione delle situazioni attuali in rapporto alle necessità della Somalia proiettate nell’avvenire, si è provveduto alla disciplina delle importazioni ed esportazioni, alla vigilanza sul mercato economico interno, al miglioramento dei traffici; si sono studiate le possibilità di sviluppo di alcuni centri di produzione, impianto di nuove necessarie industrie, il miglioramento degli agglomerati somali dediti all’agricoltura o adibiti ai lavori nelle concessioni agricole e quant’altro in equilibrio con il piano economico-autarchico dell’Impero, poteva essere ragione di studio per l’attuazione del programma di colonizzazione.
L’Ufficio del Lavoro fungeva praticamente da osservatorio corporativo del quale il Partito Fascista si avvaleva per disciplinare e regolare tutto quanto era organizzazione lavorativa, produzione, sviluppo e funzione dei singoli territori dell’Impero, affinché questi potessero sempre più e meglio rispondere alle esigenze espansionistiche e produttive dell’epoca.

di Alberto Alpozzi

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