Roma-Aden-Alula. In Somalia il complotto che mirava a far fuori il Quadrumviro de Vecchi. Dopo quasi cent’anni la verità e i nomi

Intrighi ministeriali, un traffico di perle e una vendetta personale alla base di un complotto contro il governatore della Somalia Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon per far fallire la missione militare in Migiurtinia.

Tutti dettagli del complotto li trovi nel libro “Dubat – Gli Arditi somali all’alba dell’Impero fascista” di Alberto Alpozzi, Eclettica Edizioni, 2020 – ORDINE a ilfarodimussolini@libero.it

1926, Somalia. Sultanati del nord – La pacificazione intrapresa dal Governatore de Vecchi è in pieno svolgimento. Le operazioni militari avevano assicurata l’occupazione di Callis e si poteva quindi procedere dal Nogal per l’intervento in Migiurtinia. Il 2 Luglio il maggiore Camillo Bechis riceveva telegraficamente ordine di inviare sempre informazioni aggiornate sui movimenti del Sultano Ersi Bogor e di preparare una colonna pronta a muovere il prima possibile. Una colonna, con cento dubat facenti da esplorati e guide, doveva raggiungere Hafun via terra; contemporaneamente sarebbe partita da Callis una seconda colonna di dubat, col compito di muovere lungo il confine inglese per impegnare le popolazioni migiurtine che avrebbero potuto contrastare la marcia della colonna principale. Le bande partirono il giorno 14 da Callis. Raggiungevano e occupavano Chelliet il giorno 16 e lasciato un presidio proseguirono per Gardò, occupata il 20 da due bande. La consegna era di non abbandonarla e di consolidare l’occupazione delle garese: “la linea Gardò-Dudo doveva essere tenuta ad ogni costo”1.

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Candala. Il Governatore de Vecchi acclamato dai somali

A fine mese il Bechis rientrava a Mogadiscio al fianco del Governatore per riprendere le sue funzioni di capo dell’Ufficio politico, di capo gabinetto e di comandante generale delle bande. Mentre si preparavano le successive operazioni il tenente Bazzani inviò pattuglie in esplorazione nella valle del Darror per conoscere le posizioni dei ribelli e impedire qualsiasi infiltrazione da nord.
In seguito ad uno scontro avvenuto presso i pozzi di Dhur i dubat scoprirono che Bogor stava organizzando una razzia nella direzione di Eil con 300 armati fra Dighelli e Las Anod ai danni degli Omar Mahamud. Con successive informazioni, pervenute attraverso un certo Mohamed Sardee, un notabile Omar Mahumud, si venne a conoscenza che la resistenza migiurtina era consigliata e incitata dall’esterno da uomini bianchi: “Se tu riuscirai a distruggere questa colonna che è la sola forza mobile che rimane al Governo, tu avrai per sempre vinto e resterai Sultano: il Governatore sarà richiamato in Italia”.
Tutto questo accadeva proprio nel momento che una colonna di regolari, a supporto delle bande, dovette rientrare, invece di raggiungere i presidi, per scarsezza di cammelli da trasporto, che dovevano supportare i mezzi logistici necessari a sostenere le forze regolari.
Il nome del bianco, traditore, venne taciuto dal de Vecchi in “Orizzonti d’Impero” pubblicato nel 1935, pur essendone già a conoscenza tramite le informazioni del Bechis e dalle successive conferme dell’ormai sconfitto Osman Mahamud. Il nome fu taciuto ancora nel 1959 da Luigi Romersa quando pubblicò su “Tempo” a puntate le memorie del de Vecchi. Si trattava di […x]2. Costui si trovava in Somalia già anni prima dell’arrivo del Quadrumviro. Capitano dei bersaglieri nel 1919 fu residente a Obbia e nel 1914 sostituì Ugo Ferrandi ad Alula, quale reggente il Commissariato Civile per la Somalia Settentrionale. Fu il primo italiano stabilitosi nella località.

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Mogadiscio. Il Governatore de Vecchi. Alle sue spalle Camillo Bechis

Ad Alula aveva poi organizzato un illegale commercio di perle scoperto e stroncato proprio dal de Vecchi che non ammetteva intrighi e nessun tipo di affare sottobanco. Rimosso dall’incarico venne… promosso.
Da Aden il […x] dunque consigliava il Sultano fornendo dati militari, suggeriti dal colonnello […y], per tramite del nuovo Commissario di Alula tenente colonnello […z].
Il colonnello […y] ricevette il 14 Novembre 1926 un telegramma del Governatore con l’ordine di puntare sopra l’Ur Curcar per attendere il collegamento con le bande provenienti da Callis. Il colonnello non solo disattese gli ordini ma si portò ad Aden, senza permesso, per telegrafare a Roma che il Governatore stava impazzendo. Proprio quello di cui avevano bisogno a Roma per rimuovere il governatore, i cui successi iniziavano a dare noia.
“Il colonnello […y] informava per vie sotterranee sia Badoglio sia Cavallero, allora Sottosegretario alla Guerra, illustrando la situazione a tinte fosche, per indurre il Governo a intervenire contro di me e anche quando i fatti mi diedero ragione”3.
La personale vendetta del […x], risentito per essere stato scoperto nel suo illecito commercio di perle (risentimento che tornava utile a Roma) mirava a far fallire le operazioni militari nella speranza che il Governatore venisse rimpatriato. Così non fu, anzi!
La situazione si concluse invece con il rimpatrio d’autorità del […y] e del […z]4 e la presa del comando delle operazioni militari da parte del de Vecchi e con l’invio ad Obbia del Bechis.

di Alberto Alpozzi

NOTE
x, y, z – I nomi dei traditori si trovano nel capitolo n. 30 “La pacificazione della Migiurtinia” del libro “Dubat – Gli Arditi somali all’alba dell’Impero fascista” di Alberto Alpozzi, Eclettica Edizioni, 2020 – ORDINE a ilfarodimussolini@libero.it
1 – De Vecchi di Val Cismon C.M., Orizzonti d’Impero, Mondadori, Milano, 1935
2 – Viene menzionato dal de Vecchi nelle sue memorie: “Bechis era ben sicuro di quanto mi riferiva; ma ne era più sicuro ancora Osman Mahamud che me lo confermò e dimostrò ad evidenza quando più tardi lo ebbi presso di me libero e tranquillo a Mogadiscio”
3 – Romersa L. a cura di, De Vecchi di Val Cismon C.M., Il Quadrumviro scomodo, Mursia, Milano, 1983
4 – “Il Governatore anzitutto – riconfermando con ben altre mansioni e ben altre dignità e ben altra autorità quel già ineffabile nostro Commissariato di Alula che era stato il «rappresentante dell’Italia presso il Sultano dei Migiurtini» – ha istituito nel Commissariato della Migiurtinia le R. Residenze, i presidi miltari ed i posti di bande armante di confine” da Meregazzi R., Migiurtinia d’oggi, Rivista delle Colonie Italiane, Marzo-Aprile 1928, Sindacato Italiano Arti Grafiche Editore in Roma

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IL LIBRO “DUBAT”:
Il testo prende le mosse dalle gesta dei Dubat, letteralmente “turbante bianco”, guerrieri somali che proteggevano gli incerti confini della Somalia dalle razzie abissine. Si tratta di una ricerca volta ad approfondire la storia coloniale della Somalia e del nuovo assetto politico negli anni Venti del 900. I dubat vennero fondati nel 1924 dal Quadrumviro Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon, Governatore della Somalia (1923-1928) e organizzati dal maggiore degli Alpini Camillo Bechis, entrambi piemontesi. I dubat, o bande armate di confine secondo la denominazione militare, costituirono un nuovo corpo di soldati coloniali d’élite alle dirette dipendenze del Governatore totalmente slegato da Roma e dal comando del Regio Corpo Truppe Coloniali. Furono protagonisti ed eroi delle operazioni militari per la pacificazione dei Sultanati del Nord Somalia (1925-1927) contribuendo alla prima creazione della nazione che oggi conosciamo con il nome di Somalia. Prima di allora la “Somalia”, come entità statale, non esisteva. Frammentata in regioni e clan in guerra costante tra loro non aveva mai conosciuta la pace. Attraverso le imprese dei dubat e della politica coloniale e “romana” del Governatore de Vecchi di Val Cismon approfondendo il panorama sociale, politico e militare si restituisce un capitolo storico poco noto. La lettura storica, basata esclusivamente su documenti, risulta un completamento del periodo esaminato. Vengono poste in luce le motivazioni sociali, storiche e politiche del colonialismo italiano per comprendere come e perché questi guerrieri somali lavorarono e combatterono spalla a spalla con gli italiani.

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