“Voi dovete armonizzare il combattente col lavoratore, il soldato con il colonizzatore. I legionari romani dopo aver conquistato le colonie, deponevano la daga, aprivano le strade dissodavano il terreno” – Benito Mussolini.
Il testo che segue è estratto dal dossier “Romanamente – Come l’Italia fascista costruiva le strade in Africa” di Alberto Alpozzi. Sfoglialo a fondo pagina

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Infatti se osserviamo il sistema stradale delle colonie italiane noteremo che ebbe uno sviluppo direttamente collegato all’occupazione territoriale, alle necessità di garantire un’ottima circolazione commerciale e ai fini politici […]
Infatti la possibilità o meno di sfruttamento di un territorio, sia esso coloniale o metropolitano, dipende quasi sempre soltanto da una buona organizzazione delle vie di comunicazione che permettono il collocamento dei prodotti sui mercati.
Realizzare favorevoli vie per i prodotti, assicurando loro i mercati, vuol dire stimolare l’incremento della produzione e a sua volta del consumo per la prosperità della colonia e dello Stato.

Con l’avvento del governo fascista, durante il governatorato di Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon (8 dicembre 1923 – 1º giugno 1928), lo sviluppo medio annuale raggiunse nel periodo 1922-1926 la media di 350 km. e nel periodo 1926-1927 i 1.000 km., cifra che si mantenne costante anche negli anni successivi.
Nel 1930, con il governatorato di Guido Corni (1º giugno 1928 – 1º luglio 1931), fu raggiunto il massimo sviluppo annuale della rete stradale con la cifra di 1.180 km.
In totale nel primo decennio fascista la rete stradale venne implementata di altri 7.000 km., raggiungendo alla fine del 1931 la cifra globale di 10.100 km.
La dorsale principale correva da Bender Cassim (oggi Bosaso) sul Golfo di Aden, fino a Chisimaio passando per Mogadiscio (1.395 km.), solcava tutta la Colonia per 1.500 km. A questa strada si collegavano numerose vie radiali che si staccano per collegarla ai punti più vitali, dai centri di produzione a quelli di scambio, dai mercati minori dell’interno a quelli maggiori della costa […]

Così la rete stradale somala, negli anni 30, poteva attuare sia il principio della difesa sia quello non meno importante del commercio, entrambi espressioni “romane” di progresso e di civiltà […] CONTINUA A LEGGERE QUI
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Un dossier fotografico inedito contenente 60 immagini del “Comando Genio delle Forze Armate della Somalia” che testimoniano la costruzione (luglio 1937 – maggio 1938) in Somalia della strada asfaltata Baidoa-Lugh realizzata dall’impresa di costruzioni “Cesare e Piero Buffo” sotto la direzione del Colonello Ingegnere M. Perrelli.
Un dossier unico che illustra per la prima volta l’intera realizzazione di una strada in Somalia: il cantiere, le attrezzature, le massicciate, i muri di sostegno, i ponti, i minatori e gli scalpellini al lavoro, i rulli compressori, i frantoi e i vagli, l’asfaltatura e infine l’opera “romana” compiuta.
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