Ottobre 1925, Bargal, Somalia. 22 ore di bombardamenti consecutivi dopo l’imboscata

Primi di ottobre 1925, Somalia. L’occupazione della Migiurtinia, regione della Somalia del nord, era in pieno svolgimento, contemporaneamente e in coordinazione con le operazioni nel Sultanto di Obbia, per la pacificazione dei territori.
Il 14 il Commissario di Alula, colonnello Nicosia, aveva provveduto alla protezione del radiofaro “Crispi” e ad intimare al Sultano Osman Mahamud, presso Bargal, secondo ordini governatoriali, il disarmo totale. Gli ordini furono disattesi, manifestando propositi di resistenza, con il trasporto delle armi e delle munizioni verso l’interno.
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Regia Campania_Somalia-italianaIl 20 il Governatore C.M. de Vecchi di Val Cismon da Mogadiscio prese imbarco sulla Regia Nave Campania, comandata dal Gregoretti, diretto in luogo di operazioni per dirigerle personalmente
Il 24 il Campania dava fondo davanti a Bender-Bela, sede del figlio del Sultano, Erzi, che si erano rifugiato all’interno per organizzare la resistenza. Proclamato il blocco della costa si procedette con la forza al disarmo di Afgalaio e di Bereda.
Il 28 il Governatore si recava, sempre a bordo del Campania, presso Bargal, dove il Sultano aveva fatto richiesta di un incontro, che si rivelò ben presto un’imboscata. Caddero 3 marinai italiani e 2 ascari di marina, mentre altri 5 soldati indigeni restarono feriti.
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Leggiamo l’accaduto dal diario di bordo del Comandante Gregoretti:
“Sono giunto alle ore 14 a Bargal e ho dato fondo in metri 11 di fronte al paese. In precedenza, da ordini di S.E. il Governatore che ha sempre mantenuto l’alta direzione di tutte le operazioni, era stato approntato un plotone di 17 ascari con due mitragliatrici, comandate dal guardiamarina sig. Di Cossato. Altre tre mitragliatrici di cui una sistemata sulla prora erano nella motobarca destinata a rimorchiare la lancia ed eventualmente proteggere lo sbarco. La motobarca era al comando del sottotenente di vascello signor Michelagnoli. Oltre al personale suddetto erano designati due timonieri per la segnalazione; dovevano pure andare a terra tre indigeni facenti parte del personale subalterno del seguito di S.E. e anche due fotografi.
Somalia_italiana_Bargal_conquista-Migiurtinia_Ottobre_1925 (2)La spedizione doveva essere guidata dal comm. Coronaro e dal tenente Rossotto. […]
Non venendo nessuno a bordo come è consuetudine al passaggio delle regie navi, mentre il Sultano aveva manifestato al commissario regionale di Alula il desiderio di venire a conferire con S.E. il Governatore, questi ordina l’invio a terra dell’imbarcazione, con ordine tassativo però di non impegnarsi qualora si fosse manifestata resistenza da parte degli abitanti. […]
La motobarca giunta in prossimità della linea dei frangenti, lascia la lancia che da fondo per accostarsi alla spiaggia […] In questo momento da terra partono le prime fucilate contro la motobarca, fucilate che non furono però percepite causa il rumore del motore. Il signor Michelagnoli se ne accorse soltanto quando ebbe il sottocapo timoniere Farese fulminato da un colpo in fronte. Allora obbedendo agli ordini ricevuti, tornò indietro per riprendere la lancia […] Appena da bordo si percepì la fucileria, venne aperto un intenso e preciso fuoco contro i cespugli, le dune e le case estreme del paese, colpendo ben frequentemente il bersaglio.
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Somalia_italiana_Bargal_conquista-Migiurtinia_Ottobre_1925 (1)Mentre succedeva quanto sopra è detto, dalla lancia, giunta a terra quasi indisturbata, erano sbarcati gli ufficiali ed il personale prendendo posizione sulla spiaggia e piazzando le mitragliatrici. Fatti segno improvvisamente a violento fuoco di fucileria che uccise il cannoniere Gasperoni, puntatore della mitragliatrice, un ascaro servente, e ferì gravemente il sottocapo timoniere De Medio e cinque ascari, inutilizzando la mitragliatrice che aveva già scaricato completamente cinque cinghie, il personale visto insostenibile la posizione, tornava ad imbarcarsi portando con se i feriti ed i morti, le armi e le munizioni al completo, e a rimorchio della motobarca, faceva ritorno a bordo.
Invece il comm. Coronaro, il tenente Rossotto ed il guardiamarina Di Cossato, seguiti dal sottocapo cannoniere De Licteris, da cinque ascari e da due degli indigeni del personale subalterno, con eroico slancio, vincendo con violento corpo a corpo la resistenza di molti armati, conquistavano la Moschea situata a un centinaio di metri dalla spiaggia e si barricavano nell’interno del minareto. Nel momento però in cui la lancia stava per scostare, si sono visti uscire a precipizio dalla Moschea il sottocapo cannoniere De Licteris e l’indigeno eritreo del personale di S.E. Ascal Gabrù. Quest’ultimo è caduto immediatamente fuori dalla porta mentre il De Licteris veniva colpito a metà tragitto. […]
Da bordo intanto veniva continuato l’intenso bombardamento dell’abitato e delle dune, risparmiando però la moschea nella quale erano chiusi i nostri […]
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Somalia_italiana_Bargal_conquista-Migiurtinia_Ottobre_1925 (4)Nell’impossibilità di poter portare immediatamente soccorso agli assediati con un nuovo tentativo di sbarco, il quale non avrebbe avuto altro effetto che di aumentare il numero delle vittime, visto che dalla intensità del fuoco si poteva arguire che gli indigeni fossero varie centinaia, bene armati ed in posizione nettamente vantaggiosa, S.E. il Governatore ordinò telegraficamente al maggiore Berti, comandante il 2° battaglione «Benadir» in Alula, di far imbarcare immediatamente sulla Arimondi la 6a compagnia ivi di stanza perché ci raggiungesse a Bargal. […]
Intanto la Campania continuava il bombardamento sistematico dell’abitato cercando di stringere il fuoco più vicino possibile intorno alla moschea. Dato il consumo delle munizioni e tenuto conto delle ore che dovevano passare prima dell’arrivo dei rinforzi, si è stabilito un ritmo di cinque minuti fra colpo e colpo, alternandone uno da 152 ogni due da 76 e non interrompendolo che di tanto in tanto sia per cambiare il carbone al proiettore, sia per permettere alla stazione radiotelegrafìca di bordo di poter periodicamente funzionare.
La luna è tramontata alle 3,30 del mattino del 29. […]
Appena la luce del giorno ha permesso un tiro più esatto, si sono potuti prendere come bersaglio i punti più importanti. In tal modo con due colpi da 152 è stata fatta crollare quasi completamente la garesa a sud che doveva essere una specie di quartier generale e forse anche un deposito di munizioni. Tutte le costruzioni a sinistra della moschea non erano più che un ammasso di rovine, sulle quali però si continuava a tirare per evitare che si annidassero armati. […]
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Somalia_italiana_Bargal_conquista-Migiurtinia_Ottobre_1925 (3)Finalmente verso le 9 si avvista l’Arimondi che ha dato fondo alle ore 11 in prossimità della Campania. Dopo breve colloquio col comandante delle truppe […] si è proceduto allo sbarco delle truppe, che sotto la protezione del tiro intensificato delle artiglierie di bordo e delle mitragliatrici delle imbarcazioni, hanno preso terra nello stesso punto dove il giorno avanti era sbarcato il nostro plotone.
Gli ascari del 2° battaglione «Benadir» brillantemente comandati, con mirabile slancio hanno occupato di corsa la cresta delle prime dune sistemando varie mitragliatrici che integravano il fuoco di bordo. Ma gl’indigeni evidentemente demoralizzati e decimati da un tiro preciso durato interrottamente per circa 20 ore, erano fuggiti. Ciò ha permesso di poter liberare subito gli otto assediati fortunatamente incolumi, tranne il tenente Rossotto leggermente ferito ad una mano ed il guardiamarina Di Cossato leggermente ferito al disopra del ginocchio sinistro […]
Rientrate le truppe dell’Arimondi, venne aperto nuovamente il fuoco contro il nucleo di case fino allora forzatamente risparmiato e cosi anche la moschea e la grande garesa del Sultano in breve ora non furono che un mucchio di rovine.
[…] sono stati sparati complessivamente n. 217 colpi da 152 e n. 551 da 76.”
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di © Alberto Alpozzi  – Tutti i diritti riservati
Le foto dell’articolo sono di © Carlo Pedrini 
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