18 novembre 1935. Le sanzioni all’Italia creano una coesione nazionale senza precedenti: esuli e antifascisti sostengono la guerra d’Etiopia

“È ben sorprendente che uno Stato come l’Italia, madre in ogni tempo di civiltà, venga accusato di essere aggressore per una di quelle imprese coloniali le quali, pur determinate da necessità imperiose di difesa e d’espansione, sono state e sono titolo d’onore delle più grandi Nazioni d’Europa” – Guglielmo Marconi, intervento alla Reale Accademia d’Italia del 19 gennaio 1936.

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Il 18 novembre 1935 diventano operative le sanzioni contro l’Italia da parte della Società delle Nazioni a causa della guerra d’Etiopia. Votate da paesi come Francia e Gran Bretagna nazioni con vasti imperi coloniali.
Deliberate l’11 ottobre 1935 precedente e ufficialmente decretate il 7 novembre: niente armi, niente crediti, niente materie prime all’Italia che aveva invaso l’Etiopia il 3 ottobre. Non si importano più merci italiane. Germania e Stati Uniti, non facendo parte della Società, non aderirono e altri paesi non le applicarono con rigore, agendo sottobanco. Petrolio e carbone, di cui era sprovvista l’Italia, fondamentali per lo sforzo bellico, non rientrarono nell’elenco delle materie prime, che vennero bloccate. Il Canale di Suez non viene chiuso e i bastimenti italiani carichi di legionari e armamenti continuano a passare indisturbati pagando, come sempre, a tonnellaggio il dazio alla Gran Bretagna.
Il sanzionismo, al contrario delle aspettative, crea una coesione nazionale senza precedente. Dal governo verrà lanciata la campagna “Oro alla Patria” per combattere le “inique sanzioni” che culminerà nella “Giornata della fede” il 18 dicembre 1935, giorno in cui gli italiani vennero invitati a donare le proprie fedi nuziali per sostenere i costi della guerra.
La cerimonia principale si svolse a Roma all’Altare della Patria. La prima a donare la propria fede fu la regina Elena. Seguì Rachele Mussolini. Molti personaggi autorevoli del tempo vi aderirono: il re donò dei lingotti d’oro, il principe Umberto il Collare dell’Annunziata, Guglielmo Marconi la fede e la medaglia da senatore, Luigi Pirandello la medaglia del Premio Nobel, Gabriele D’Annunzio la fede e una cassa d’oro. Anche Luigi Albertini e Benedetto Croce donarono le medagliette da senatori, così come la comunità ebraica di Roma alienò oggetti d’oro della Sinagoga principale per contribuire alla conquista fascista dell’Impero.

di Alberto Alpozzi

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3 thoughts on “18 novembre 1935. Le sanzioni all’Italia creano una coesione nazionale senza precedenti: esuli e antifascisti sostengono la guerra d’Etiopia

  1. E’ incredibile come Francia e Inghilterra abbiano sempre avuto voce in merito a situazioni comuni anche a loro e per le quali nessun altro paese abbia mai obbiettato.. Da sempre fautori di guerre e intrighi, come tutt’oggi.. (appoggiati naturalmente dai soliti speculatori finanziatori ombra) alle volte mi domando come sarebbe la situazione oggi se la Germania avesse vinto la guerra.

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    • Beh…immaginati una Merkel dieci volte più potente senza freni & in grado di imporre con le armi moneta e prodotti tedeschi a tutta l’Europa naturalmente alterando gli scappamenti delle Wolkswagen, spacciando per regolarmente occupati anche quelli che lavorano solo durante il fine settimana, e riciclando i soldi della ‘ndrangheta…più o meno ti sarai avvicinato. La Germania ha sempre fatto i fatti suoi, e Hitler ha sempre tentato di stringere alleanza con gli inglesi, che d’altronde considerava ariani, a differenza degli italiani.

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