Nella colonia d’Eritrea scuole gratuite per gli indigeni

In Eritrea nel 1911 viene istituita a Cheren la “Scuola di Arti e Mestieri – Salvago Raggi”, Governatore dal 1907 al 1915 e nel 1914 ad Adi Ugri la “Scuola di San Giorgio”, entrambe per i sudditi coloniali ed assimilati di religione musulmana, dirette da funzionari governativi.
Invece per i sudditi coloniali di religione cattolica venne costruita a Saganeiti la “Scuola di San Michele”, tenuta dalla Missione Cattolica. Sempre di Arte e Mestieri e una Scuola Agraria nel 1919 ad Adi Ugri. A Massaua, aperta nel 1908, era presente la “Ferdinando Martini” scuola bilingue (arabo e italiano) con 60 iscritti nel 1913, e all’Asmara la scuola italiana.

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Cheren. Un’aula della “Salvago Raggi”

Le scuole erano frequentate da interni (spesso meticci non riconosciuti), che avevano vitto e alloggio, ed esterni.
Nei diversi villaggi della colonia, dove risiedeva un prete alle dipendenze della Missione Cattolica, vi erano piccole scuole dove insegnava il prete stesso coadiuvato da un catechista. In alcuni villaggi furono mantenuti i maestri indigeni in altri, con scuole domenicali, vi erano dei seminaristi che insegnavano a leggere e a scrivere.
Nel 1918 la scuola “San Michele” aveva 22 interni e 7 esterni (tot. 29), la scuola “San Giorgio” interni 45, esterni 37 (tot. 77), la scuola di Cheren interni 45, esterni 27, più 54 cristiani in qualità di esterni (tot. 126).
L’istruzione, incentivata per esigenze di sviluppo del commercio e dell’industria, era regolata dal Decreto Governatoriale 12 Settembre 1921, n. 3807 “Norme relative all’istruzione dell’elemento indigeno nella Colonia d’Eritrea”1.
Il decreto prevedeva (art. 1) scuole di arti e mestieri, scuole elementari e scuola superiore per abilitare i sudditi coloniali “all’esercizio di arti e mestieri ed ai lavori di scrittura e contabilità”.
Le scuole di arti e mestieri dovevano provvedere (art. 2) “oltre che all’insegnamento di arti e mestieri” utili allo sviluppo economico della colonia “anche all’insegnamento elementare tanto di una delle lingue del paese come della lingua italiana nonché delle nozioni di aritmetica e geometria necessarie ad ogni buon operaio”. Inoltre nelle elementari, corsi di 3 anni, si insegnava (art. 3) la geografia, l’educazione fisica e morale e il giardinaggio.
Nella scuola superiore, corsi di 2 anni, (art. 4) si perfezionava la “conoscenza della lingua italiana e di una delle lingue locali”, si studiavano la matematica e la geometria secondo i programmi delle Scuole Tecniche, nozioni di geografia, contabilità, disegno, calligrafia, telegrafia e radiotelegrafia, dattilografia e topografia.
L’insegnamento religioso (art. 14) era “impartito in ciascuna scuola solo per gli allievi interni e secondo la religione alla quale essi appartengono”.
“L’ammissione e la permanenza nelle scuole di arti e mestieri saranno gratuite”.
Il decreto venne firmato il 12 Settembre 1921 dal Governatore Cerrina Feroni e pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Colonia d’Eritrea il 15 Settembre 1921.

di Alberto Alpozzi

NOTE
1. Poi abrogato e sostituito dal Decreto Governatoriale 8 Aprile 1931, n. 5226

BIBLIOGRAFIA
– Parpagliolo A., Raccolta dei principali ordinamenti legislativi delle colonie italiane, Vol. II, Ist. Poligrafico dello Stato, Roma, 1932
– Camera dei Deputati, Raccolta degli Atti Stampati per ordine della Camera, Legislatura XXIV, Sessione Unica 1913-19, Volume Decimo, Tipografia della Camera dei Deputati, Roma, 1919
– Tesi Scuole italiane in Eritrea, https://scuoleitalianeineritrea.files.wordpress.com/2011/11/italiano-scuole-italiane-in-eritrea1.pdf

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