A Wimbledon distrutta la statua di Haile Selassie, imperatore dell’Etiopia schiavista e feudale

Grave atto di vandalismo contro la statua di Haile Selassie al Cannizaro Park di Wimbledon, Londra.

Distrutta Statua Selassie_Cannizaro Park_WimbledonLa statua dell’ex imperatore etiope Haile Selassie, opera di Hilda Seligman, è stata distrutta martedì sera nel Cannizaro Park di Wimbledon, a sud-ovest di Londra.
La polizia sta indagando sull’incidente ma non vi è ancora nessun fermato.
Secondo un testimone i danni alla statua sono stati causati da un gruppo di circa un centinaio di persone che poco prima stava distribuendo volantini con slogan a favore del gruppo etnico Oromo, etnia oppressa e schiavizzata sotto il regno di Haile Selassie (1930-1974).
Infatti va ricordato che l’Etiopia di Haile Selassie nel 1935 era “ancora il principale centro della schiavitù del mondo” (1) e l’ignobile pratica venne abolita nel 1936 dall’Italia.
Già in una memoria dell’8 aprile 1932 del Segretario Parlamentare John H. Harris indirizzata al Foreign Office, in riferimeto a Selassie, leggiamo: Non credo che il nuovo Imperatore sia in grado di conoscere il numero degli schiavi che possiede. A centinaia essi si contano dentro i recinti delle sue terre e delle sue abitazioni. Ogni anno egli riceve doni di schiavetti di ambo i sessi”.
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Haile SelassieE il giorno seguente, il 9 aprile 1932, sulle colonne del Times dichiarava Lord Noel Buxton: La schiavitù in Etiopia va di pari passo con l’assenza di ciò che noi chiamiamo un regime di governo. Essa è in parte il risultato e in parte la causa della debolezza del meccanismo statale che è poco più sviluppato di quello del Medio Evo”.
L’anno dopo, nel 1933, viene pubblicato volume Slavery di Lady Katleen Simon, nel quale scriveva: L’Etiopia è la regione più arretrata del mondo e colà il problema della schiavitù è urgente: sono esseri umani che divengono una semplice proprietà, proprietà che può essere torturata e venduta sul mercato al miglior offerente; si tratta di mogli vendute, separate dai mariti e viceversa; di madri strappate via dai loro figli che divengono proprietà di un altro. Insomma la schiavitù non riconosce neanche la maternità o la paternità e sancisce il diritto di spezzare le famiglie per ragioni di mercato.
Il giornalista inglese Patrick Balfour ci descrive, nel 1935, l’Etiopia: “Ho visto un popolo, l’etiopico, di civiltà bassissima, in uno stato primitivo di barbarie feudale simile a quello dell’Inghilterra del 1066”.
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Statua Selassie_Cannizaro Park_WimbledonIl vandalismo a Wimbledon pare essere collegato ai disordini avvenuti in questi giorni in Etiopia scatenati dopo che il cantante Hachalu Hundessa è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco. Le canzoni di Hachalu si concentravano infatti sui diritti degli Oromo ed era stato anche una voce di spicco nelle proteste antigovernative che avevano portato al cambio di leadership nel 2018.
Nella città di Harar nell’Etiopia orientale, durante le manifestazioni degli scorsi giorni in seguito alla morte del cantante è stata distrutta anche la statua di Ras Makonnen, il padre dell’imperatore Selassie.
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L’imperatore etiope visse in esilio, in seguito alla guerra italo-etiopica, proprio a Wimbledon dal 1936 al 1941, fino a quando l’Inghilterra, sconfitta l’Italia nel Corno d’Africa ne facilitò il ritorno.
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NOTE
1) Lord Noel Buxton , Camera dei Lords nella seduta del 17 luglio 1935.
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