Accadde oggi a Mogadiscio. Il 1° marzo 1928 in Somalia viene inaugurata la più grande Cattedrale dell’Africa Orientale

Testi di Alberto Alpozzi estratti dal libro “Viaggio nella Somalia italiana”, Eclettica Edizioni, 2016. Foto di Carlo Pedrini. A fondo pagina la galleria fotografica del cantiere della Cattedrale di Mogadiscio.
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Giovedì 1° marzo 1928, nella Somalia italiana, fu il giorno dell’inaugurazione della Cattedrale di Mogadiscio alla presenza del Principe di Piemonte Umberto di Savoia, in visita ufficiale nella colonia. Voluta dal Governatore della Somalia Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon su progetto dell’ingegnere Antonio Vandone, il grandioso tempio, dedicato alla SS. Vergine Consolata, fu realizzato grazie ai fondi della Consolata e della Città di Torino, infatti all’interno, opera dello scultore Cesare Biscarra, venne collocata copia della statua della Madonna della Consolata di Torino.La posa della prima pietra avvenne il 28 dicembre 1923 e in quell’occasione il de Vecchi telegrafò al Cardinale Pietro Gasparri: “Con grande solennità ho posata la prima pietra chiesa Mogadiscio et assistito benedizione santa croce cristiana sorta centro area nuovo tempio. Pietra posata est base angolare non soltanto Santa Casa ed indistruttibile edificio spirituale che vado edificando sovra codesta terra italiana con incrollabile volontà animata dalla fede in Dio. Così vado umilmente ubbidendo leggi divine et certezza che dove non regna religione non regnano ordine giustizia forza bellezza.”
Scriveva poi il 31 ottobre 1927: “…queste opere così segnate nella pietra, nel cemento e nel bronzo ricorderanno ai venturi quanto sia stata ferma la nostra volontà e quale spirito l’abbia guidata. Mentre scrivo queste note, sta ormai coprendosi nei tetti in Mogadiscio la più vasta chiesa di tutta l’Affrica Orientale […] Essa è inspirata alla cattedrale di Cefalù, simbolo della riconquista cristiana della Sicilia, magnifico monumento della arte nostra e dello spirito nettamente cattolico, restauratore dei valori spirituali del fascismo.”
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Progettata in stile gotico-normanno, con pianta a croce latina e interno suddiviso in tre navate separate da pilastri polistili con archi ogivali, l’imponente facciata della cattedrale era caratterizzata da due campanili alti 37,50 metri, segnati da due ordini di monofore e uno di bifore.La prima parte della consacrazione, compiuta dal vescovo di Mogadiscio Monsignor Perlo, iniziò la mattina alle 4.00 alla sola presenza del Governatore.
Il corteo del Principe invece giunse all’entrata della nuova Cattedrale alle 9.30 insieme al Duca degli Abruzzi dove, su due pennoni, erano stati issati il gonfalone della Città di Torino donato dal Podestà, Conte di Sambuy, e il tricolore donato dal Duca di Genova.
L’interno era affollato da tutti i funzionari civili e militari della colonia “comprese le notabilità indigene ammesse nel tempio perché sentissero che in quel giorno e in quel luogo un’era nuova sorgeva su quella sponda oceanica.” (La Stampa, 3 marzo 1928)
La messa pontificale fu celebrata dall’Arcivescovo Monsignor Pisani, assistito dai vescovi Monsignor Perlo e Monsignor Mazzini. Nel discorso l’arcivescovo ricordò “come l’Italia sia sempre stata una eccelsa costruttrice di chiese, capolavori d’arte, da quelle antichissime fino a questa bella e benedetta cattedrale di Mogadiscio.”
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Dal discorso inaugurale dell’arcivescovo: “Con questo tempio monumentale, di cui potrebbero gloriarsi molte città di Europa, l’Italia si afferma qui al cospetto del mondo con tale gesta di grandezza da glorificare ampiamente la solennità della festa inaugurale a cui abbiamo il privilegio di assistere […] «Perché, o signori, qui è l’alto significato di questo monumento, eretto a sfida dei secoli; non sete di dominio, non cupidigia di ricchezza, ma una affermazione del diritto sacrosanto dell’Italia a cooperare con gli altri popoli pacifiche conquiste della civiltà, di quella civiltà che prospera all’ombra della Croce.”Annunciò poi che la domenica sarebbe stato trasportato solennemente dal palazzo del Governatore alla Cattedrale il nuovo dipinto della Consolata, che il Cardinale Arcivescovo di Torino volle fosse accompagnata a Mogadiscio dal vescovo monsignor Mazzini.
L’arcivescovo invocò infine la benedizione su monsignor Perlo, del vicariato apostolico, che il Papa Pio XI scelse per la nuova sede, che sarà, fino alla sua distruzione iniziata durante la guerra civile degli anni 90, il maggior tempio cristiano dell’Africa orientale. Le due torri vennero minate e fatte saltare nel 2008 da estremisti islamici.
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GALLERIA FOTOGRAFICA DEL CANTIERE DELLA CATTEDRALE DI MOGADISCIO
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