Segre-De Vecchi di Val Cismon e le leggi razziali a Rodi

Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon fu Governatore delle isole dell’Egeo dal 1938 al 1940. È bene ricordare che non firmò le ignobili leggi razziali del 1938. All’epoca si trovava a Rodi e non rientrò appositamente in Italia per la votazione.
In quegli stessi mesi era al lavoro sull’isola il notissimo epigrafista ebreo, Mario Segre, che stava rilevando tutte le epigrafi greche e latine. Segre chiese di poter continuare il lavoro anche senza stipendio e che la sua opera fosse pubblicata anche senza il suo nome. De Vecchi pretese che rimanesse fino a fine lavoro e che fosse regolarmente pagato e che la sua opera fosse giustamente a lui attribuita.

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Con lo scoppio della seconda guerra mondiale lasciò di sua sponte il governatorato dell’Egeo e si ritirò a Revigliasco (Torino) dedicandosi ad alcune attività culturali, tra le quali vi fu la direzione della Enciclopedia De Carlo (mai pubblicata). Volle quale collaboratore fisso Mario Attilio Levi, che a causa delle leggi razziali a quell’epoca aveva assunto il nome di Manlio Canavesi. Chiese anche la collaborazione di Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi e Alberto Maria Ghisalberti dei quali aveva intuito le capacità che avrebbero significamente giovato al lavoro.
Piccole notazioni,ma di grande importanza, che possono completare il quadro storico.

di Alberto Alpozzi

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3 thoughts on “Segre-De Vecchi di Val Cismon e le leggi razziali a Rodi

  1. Suscitò scalpore a Rodi, il suo saluto all’Ammiraglio Ascoli, rimosso dall’incarico e messo a riposo per questioni razziali.
    De Vecchi si recò in via ufficiale al porto a salutarlo. Questo comportava la presenza della guardia che rese onori al Governatore (e indirettamente all’Ammiraglio, che era pure in borghese, essendo privato del diritto di vestire l’uniforme).
    Il Governatore stinse pubblicamente la mano ad Ascoli (era previsto il saluto fascista, la stretta di mano abolita) e lo salutò cordialmente. Naturalmente ci fu chi riferì a Roma….
    Per non parlare del salvamento dei superstiti del piroscafo Pencho, naufragato con 400 ebrei a bordo, sugli scogli dell’isolotto disabitato di Camilloni (oggi Kamilonisi) 60 miglia a ovest di Rodi e 35 a nord di Creta. Questi furono ospitati a Rodi, che era in grave difficoltà alimentare, senza ulteriori molestie.

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