“Il tesoro di Equatoria”. Romanzo ucronico

LIBRO “Il tesoro di Equatoria” di Vittorio Vetrano, Leone Editore

Racconto di tipo ucronico, ambientato in un presente fantastorico conseguente ad avvenimenti storici modificati dalla fine degli anni ’30 in poi, Il Tesoro di Equatoria è un romanzo di avventura che contiene un preciso messaggio di netta critica all’attuale sistema sociale, economico e politico. L’azione si svolge prima a Roma, poi in Libia, per concentrarsi poi in un’Africa Orientale Italiana allargata al Sudan ex Anglo-Egiziano.

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I concetti di base possono esprimersi molto semplicemente: la storia del XX secolo ha preso una piega totalmente diversa e nella società di questo presente di fantasia il “politicamente corretto” non esiste, sostituito dalla buona educazione: le cose si chiamano con il loro nome evitando l’ipocrisia buonista, linguistica e semantica; esistono ideali fondamentali (la Patria, la Famiglia, la Spiritualità, la Fedeltà, la Giustizia, il Rispetto) che non si lasciano piegare da alcuna ideologia; pur essendo consci di tutte le difficoltà morali e materiali, nessuno si lascia andare al catastrofismo di maniera, ma lotta per poter costruire un futuro sempre migliore, confidando nella giustizia umana e superiore. Le varie razze umane (termine che oggi spaventa, ma che invece nel libro è visto in senso positivo, inteso come ricchezza del genere umano) sono tutte fiere delle loro origini e delle loro diversità e si rispettano reciprocamente. Il colonialismo sviluppato dall’Italia e dalle altre potenze nel corso dei decenni non ha nulla da spartire con concetti di sfruttamento (tipici casomai della decolonizzazione forzata avvenuta nel mondo reale) e si basa su uno sviluppo generale basato sulla convivenza e sull’accettazione di modelli di vita positivi e soddisfacenti. Questo presente fantastorico è conseguenza non di una gigantesca “seconda guerra mondiale”, ma di una vaga guerra mediterranea priva di catastrofi e genocidi, da cui è sortito un mondo che ha sconfitto i mali sociali causati dalle due ideologie che nel mondo reale uscirono vittoriose, cioè capitalismo liberaldemocratico e bolscevismo, in fondo due facce della stessa medaglia. Gli ideali social-nazionali hanno preso un fermo indirizzo di giustizia e di civiltà, abbandonando ogni tipo di fanatismo. E tuttavia i malvagi non sono scomparsi del tutto: l’essere umano è quello che è. E così i protagonisti del libro sono proiettati da una tranquilla, se pur impegnativa, missione di studio e analisi in un’avventura contro manigoldi, delinquenti e moderni pirati. Ma il mondo è migliorato ed anche la loro avventura finirà bene.
Romanzo scritto con chiaro intento di “polemica contro il mio tempo”, non per questo perde il fascino dell’avventura. Gli avvenimenti fantastorici restano sullo sfondo con i loro personaggi storici (pseudostorici), mentre tra le pieghe dell’avventura si scoprono grandi ideali morali, autentiche amicizie, sentimenti genuini di amore in tutto il suo profondo significato.

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IL LIBRO
“Impero italiano, 2018. Sono passati settantatré anni da quando l’Italia fascista ha vinto la Guerra mediterranea ed è riuscita a portare a termine la colonizzazione dell’Africa. Giulio Dudovich è un trentanovenne di Roma, che lavora per una ditta produttrice di macchine agricole. Un giorno, i suoi superiori gli affidano una missione: dovrà recarsi in Equatoria, nel Commissariato più meridionale del Sudan, per valutare un possibile intervento dell’azienda nel progetto di sviluppo agricolo di quella terra selvaggia. Giulio parte alla volta di Equatoria, insieme al dinca Abele, al Colonnello Ezzelino, all’Ispettore Stecchetti, all’agronomo Angeletti e all’ebreo Ruben. Tuttavia uno di loro non è chi dice di essere, e presto il gruppo si accorge di essere coinvolto in qualcosa di ben più grande: in Equatoria è nascosto un tesoro di valore inestimabile, e una banda di malviventi è sulle sue tracce. Ma l’oro appartiene di diritto all’Impero e Giulio e gli altri, adesso, devono a tutti i costi trovarlo. Si scatena così una serrata caccia al tesoro, in una corsa contro il tempo per arrivare primi alla meta e diventare gli eroi dell’Impero.”

L’AUTORE
Vittorio Vetrano (Urbino, 12 Ottobre 1977) ha vissuto a Urbino, Genova, Bologna, Reggio Emilia e Aberdeen (Scozia). Attualmente vive a Mondaino, nelle colline riminesi. Plurilaureato in materie scientifiche, dopo il dottorato di ricerca e alcuni anni di diverse attività, lavora stabilmente a Pesaro presso un laboratorio pubblico. Pianista classico e compositore, è appassionato di storia e geografia, quest’ultima in tutti i suoi aspetti fisici, linguistici, antropologici e politici; interesse consolidato in centinaia di viaggi in Patria e all’estero. Pubblica nel 2009 con Valentino Quintana Il carattere Italiano della Venezia Giulia e della Dalmazia. Annovera inoltre diverse pubblicazioni in ambito scientifico e contributi di cultura varia su riviste elettroniche in linea.

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