La Banca d’Italia in Eritrea

Il 15 Febbraio 1906 il consiglio superiore di Bankitalia adottò la decisione di aprire una Filiale nella Colonia Eritrea. Avrebbe dovuto avere una libertà maggiore di quella consentita alle banche operanti in Italia ed essere abilitata a compiere attività creditizie ed assicurative. Il Regio Governo si impegnò a concedere gratuitamente i locali per gli uffici e gli alloggi per il personale, l’esenzione delle tasse e delle spese di trasporto in Colonia. Alla Filiale di Asmara, aperta al pubblico il 2 febbraio 1914, seguì, il 15 aprile l’Agenzia di Massaua. La costituzione di una piccola banca locale ,la Banca Cooperativa Popolare Eritrea, sorta sotto gli auspici di Bankitalia per sovvenzionare i piccoli imprenditori, avrebbe consentito all’Istituto di Emissione di poter estendere il campo dei suoi affari, mercé l’istituzione di agenzie in qualche altro centro economicamente e politicamente importante, dando buon impulso al commercio locale.

Oltre alle Agenzie aperte a Dessiè, e Gondar il Direttore della Filiale di Asmara decise di aprire speciali agenzie con mansioni limitate ad operazione su merci, acquisti e vendita di Talleri di Maria Teresa, emissione di speciali assegni e con personale ridotto. Per sostenere le iniziative di valorizzazione commerciale delle Colonie, sviluppatesi in modo abnorme durante la prima guerra mondiale, la Banca costituì il 16 agosto 1917 un agenzia a Cheren e su richiesta del ministero dell’Economia, decise di aprire dipendenze in Adi Caieh, Assab, nonché la gestione del deposito franco di Massaua. Presso la Filiale di Asmara fu istituita una sezione di credito agrario che cominciò ad operare nel 1922, dopo la terribile carestia ed il terremoto di Massaua nel 1921, scontando gli effetti emessi dal Consorzio Agrario Eritreo e concedendo prestiti diretti agli agricoltori, garantiti dal Consorzio. La Banca d’Italia in Eritrea assunse anche la rappresentanza dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA) con la qualifica di Agenzia Generale Provvisoria. L’avventura etiopica richiamò in colonia, a partire dal 1935, il Banco di Napoli, la Banca Nazionale del Lavoro e il Banco di Roma.

di Pasquale Santoro

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