L’Italia è un Paese nel quale sono cari i luoghi comuni, tanto da accettarli a volte come Vangelo, per fantasiosi che siano, senza conoscerne l’origine, solo perché sono sulla bocca di molti.
Questo accade anche per le cose dell’Africa italiana. Un tormentone assai diffuso è che gli ascari, i militari indigeni delle colonie, fossero mandati a piedi scalzi, insinuando che ciò avvenisse deliberatamente per sminuirli. È vero? No.
I primi militari indigeni al servizio italiano, nella vecchia Eritrea, conservarono l’uniforme adottata sotto il governo egiziano, con l’aggiunta di qualche elemento distintivo. Potevano essere scalzi o meno, a gusto loro.
Quando furono organizzati i primi reparti regolari, nel 1888, le tabelle di dotazione prevedevano, fra gli altri elementi del corredo, i sandali in cuoio. I regolamenti successivi (Istruzione sulla divisa e sull’uniforme del Regio Corpo Truppe Coloniali di Eritrea, 1904 e 1913) confermarono la dotazione per l’uniforme di marcia o di guerra di “sandali di cuoio, facoltativi”. Facoltativi perché tradizionalmente quelle popolazioni andavano spesso a piedi nudi ed era prassi comune lasciare ai militari indigeni la scelta di indossare o meno le calzature ed essere più a proprio agio, e quindi più efficienti, durante il servizio.
Le fotografie d’epoca presenti nelle collezioni private o riportate su varie pubblicazioni, relative all’intero periodo coloniale, ci mostrano gli ascari eritrei (anche se della medesima unità e ritratti insieme) indifferentemente a piedi nudi o con sandali di varie fogge.
Dopo i primi anni il modello dei sandali, essendo fornito dall’amministrazione militare, è unico, caratterizzato da una larga striscia di cuoio che, partendo dalla punta, arriva sul collo del piede. Tale modello resterà invariato e lo utilizzeranno anche i militari italiani nel deserto libico. Altri modelli erano talvolta acquistati dal militare per proprio conto ma in genere utilizzati fuori servizio o durante le “fantasie”.
.
ISCRIVITI AL CANALE TELEGRAM “ITALIA COLONIALE” PER RICEVERE TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
.
Il militare, all’incorporazione nel reparto, riceveva il corredo. Come da antica consuetudine di tutti gli eserciti (dal XVII secolo) ogni capo di corredo dell’ascari aveva una durata prefissata, normalmente uno o due anni. I sandali avevano una durata prefissata di un anno. Il militare doveva ovviamente conservare e mantenere in ordine ogni capo di corredo (art. 27 del Regolamento di disciplina per le truppe indigene d’Africa – 1893). Alla scadenza del capo di corredo il militare ne riceveva un altro; nel caso degli ascari era previsto che il militare potesse conservare il vecchio, se lo desiderava, per l’uso privato. Se il capo si deteriorava prima era sostituito ma il militare subiva una ritenuta sulla paga corrispondente al prezzo del capo. Le ritenute sulla paga degli ascari, sia che fossero per compensare il corredo o per altre motivazioni, andavano (come previsto dal Regolamento di disciplina del 1893 e dall’art. 67 dell’Ordinamento del Regio Corpo – aggiornamento 1935) a costituire un fondo di reparto, da impiegare per la concessioni di premi agli ascari meritevoli ed alle loro famiglie.
L’uso era, come detto, facoltativo. Vi sono immagini di ascari all’assalto che per essere più comodi scalano la posizione scalzi, tenendo i sandali infilati nella cintura. I sandali erano usati sui terreni pietrosi. Dallo studio delle fotografie si può dire che, rispetto agli inizi, l’uso dei sandali diventa più frequente con il passare degli anni, in particolare per le occasioni cerimoniali con l’uniforme cachi. I sottoufficiali poi, che si facevano un punto d’onore ad essere sempre in perfetto ordine, raramente si vedevano senza sandali.
Gli ascari erano dotati di sandali perché calzature adatte al clima in cui operavano. Tuttavia, in un caso (teatro operativo della Cirenaica) dove si ebbe a che fare con inverni rigidi, i comandi di battaglione nel 1913 richiesero – e ottennero, oltre a capi di corredo in lana, la fornitura di scarpe, in aggiunta ai sandali.
La circolare ministeriale del 1928, che riordinava il regolamento sull’uniforme, confermò i sandali – sempre di uso facoltativo – come parte dell’uniforme di marcia.
I sandali militari accompagneranno gli ascari sino alla caduta delle colonie, e qualche paio, sopravvissuto alle vicende del tempo, fa bella mostra di sé in musei e collezioni private.
.
di Alberto Morera – Testo apparso sulle pagine di Mai Tacli
.
GALLERIA FOTOGRAFICA “AI PIEDI DEGLI ASCARI”
Vuoi approfondire la storia delle colonie italiane e vorresti un consiglio? Ecco QUI l’elenco delle nostre pubblicazioni: libri, dossier e riviste. Tutti i testi sono a carattere coloniale e utili per conoscere la storia d’Italia in Africa senza i pregiudizi della dittatura del pensiero unico. Ordina i tuoi titoli inviando una mail a ilfarodimussolini@libero.it.
ISCRIVITI AL CANALE TELEGRAM “ITALIA COLONIALE” PER RICEVERE TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
Bellissima messa a punto dell’informazione!
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Il colonialismo fu cosa buona e giusta. Lo sancisce la legge francese 158/2005 | L'ITALIA COLONIALE
Pingback: “Niente medaglie d’oro al valore agli ascari”. Bufala | L'ITALIA COLONIALE
Pingback: Basi per raccontare una falsa storia coloniale italiana - Storia in Rete
Pingback: Armi e armamenti dell’esercito abissino nella guerra d’Etiopia del 1935-36 – GALLERY | L'ITALIA COLONIALE
Pingback: Mussulmano con due S? Indigeno è dispregiativo? Islamista indica un integralista? Ascaro o ascari? | L'ITALIA COLONIALE