LA MIA VITA IN AFRICA

E’ il commento di una persona che ha iniziato a leggere questo libro quasi per caso, finendolo tutto d’un fiato.
L’autore – mio padre – avrebbe desiderato condurre i suoi due nipoti a vedere i luoghi africani dove lui ha passato i 9 anni più indimenticabili della sua vita, ma non è riuscito a realizzare questo suo sogno e allora ha incominciato a “buttar giù” qualcuno dei tanti ricordi che ogni tanto riaffioravano nella sua mente.
Dai oggi e dai domani è uscito questo racconto anzi, questi racconti, a volte buffi, curiosi, a volte amari, drammatici.
Sono aneddoti raccontati così come vengono, con cenni rapidi, come veloci pennellate di un impressionista che con tratti leggeri dipinge idee, opinioni, sensazioni, piccoli avvenimenti quotidiani di un mondo così suggestivo e diverso per un ragazzo di vent’anni che, dall’accogliente podere della Fontana, fuori Parma, tutto d’un tratto si è ritrovato a vivere come in un libro di avventure e poi, subito dopo, è stato catapultato in una interminabile guerra, solo, con tanta umanità strampalata, meravigliosa e sola come lui.
Appunti che a volte hanno dell’incredibile. Cronache quotidiane di guerra sui carri armati M11,: “…Nelle marce ero tra i più resistenti, grazie all’allenamento che avevo dovuto fare nei mesi di lavoro in foresta e nelle lunghe battute di caccia. Così partivo con la mitragliatrice Schwartzlose da 25 kg sulla schiena…” considerazioni e punti di vista di chi era lì, sotto il fuoco nemico “…avevo appena terminato il Corso Ufficiali dove ci avevano insegnato che le forze corazzate servivano ed erano utilissime se impiegate come ariete di sfondamento contro truppe nemiche…” e provava sulla sua pelle la disonesta inettitudine di chi tirava le fila e decideva le sorti di migliaia di giovani italiani buttati allo sbaraglio… “…Ci domandavamo ancora: chi lo diceva agli inglesi che il nostro Comando aveva dato ordine di ripiegare? Perché non venivano con avanguardie ad assaggiare le nostre forze? Perché non c’erano ricognizioni aeree? Pareva che ne sapessero più loro di noi combattenti.”
Storie di vita quotidiana all’interno dei campi di concentramento inglesi con i compagni di avventura più disparati: il cuoco di Parma, il picciotto siciliano, il gangster di Brooklyn, le cricche di calabresi e via discorrendo… la distillazione clandestina di grappa e il commercio in tutta l’East Africa con gli inglesi che non riuscivano a capire da dove arrivasse questa grappa…
Purtroppo mio padre non ha fatto a tempo a vedere il suo libo pubblicato, ma ne sarebbe contento.
Credo sia proprio un libro interessante.
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Mario Botti Caffoni
salve
io sono molto interessato a questo libro ma non acquisto nulla (per motivi sociali e morali) su Amazon; posso trovarlo in altro modo ?
grazie per qualsiasi risposta
un saluto
Piero e famiglia
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Provi a contattare su Facebook il figlio: Mario Botti Caffoni
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