
“Nessuno può nascondere la storia” ha dichiarato Abdulkadir presentando a Torino la nuova edizione del libro “Il faro di Mussolini” di Alberto Alpozzi nel quale è narrata la storia coloniale italiana in Somalia e le vicende per la costruzione del faro Crispi a Capo Guardafui, dove morì il Capitano Gatti.
“Il Mad Captain – così è ricordato in Somalia il militare italiano, ha raccontato – è una leggenda per il modo in cui difese il faro dalla popolazione locale insieme ad un piccolo numero di ascari” e in Somalia nella regione di Guardafui, da lui amministrata, si trova ancora oggi il monumento alla sua memoria eretto dall’Italia (qui l’immagine).

A Mathi, piccolo paese nella prima cintura di Torino, vi è anche una via dedicata al Capitano Gatti proprio davanti al Palazzo Comunale, dove il Governatore ha voluto recarsi successivamente alla visita del cimitero dove è tumulata, nella tomba di famiglia, la salma del giovane capitano italiano.
Tutta la storia delle battaglie che si consumarono al faro Crispi negli anni 20 e la morte del Mad Captain sono narrate nella nuova edizione de “Il faro di Mussolini” attraverso documenti inediti rintracciati da Alpozzi, tra i quali anche i telegrammi dell’epoca, come quello dell’allora Governatore della Somalia C.M. de Vecchi di Val Cismon quando scrisse al Ministro delle Colonie, nella notte tra il 28 e il 29 gennaio 1926 per comunicare la morte del militare italiano:
“395. Strettamente riservato alla persona. Notte sul 26 ribelli valutati circa 500 hanno attaccato radio e faro Crispi contemporaneamente. Ambedue importantissimi punti erano stati opportunamente rafforzati.

Assalito e accerchiato, si slanciava arditamente all’attacco e riusciva a portare compimento missione fugando ribelli, ma, agli ultimi passi, cadeva eroicamente nel combattimento, colpito con una palla in fronte.
Nostre perdite, oltre glorioso capitano Gatti, un muntanz e due ascari feriti. Radio e faro illesi e capanne e qualunque piccola imbarcazione indigeni incendiate.
Perdurano tuttavia pressione ribelli, inviata in luogo Regia Nave <S. Giorgio> che deve essere giunta stamane, portando a bordo una compagnia ascari di rincalzo. Non ho ancora avuto altre notizie che darò appena avrò.
Prego comunicare notizia gloriosa morte capitano Gatti alla famiglia, per la quale credo sarebbe opportuno rivolgersi maggiore Damiani, aiutante di campo brigata Basilicata in Torino, cognato del caduto. Appena data comunicazione prego darmene avviso.”
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di © L’Italia Coloniale – Tutti i diritti riservati
Foto © Damiano Grilli – Tutti i diritti riservati
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