Carabinieri, eccellenza italiana, primi al mondo hanno istituito un nucleo per la tutela ambientale a Gibuti

Carabinieri a Gibuti_MIADITNell’ambito della missione addestrativa MIADIT 10, che ha visto i carabinieri impegnati per tre mesi nella Repubblica di Gibuti per formare i nuovi reparti della polizia gibutina e somala, tramite il Comando Tutela Ambiente, è stato introdotto uno specifico corso di educazione ambientale nelle scuole primarie del paese del Corno d’Africa, ideato e realizzato dal NOE il “Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri”.
Il corso è stato ufficialmente approvato dal Ministro dell’Istruzione Moustapha Mohamed Mahamoud, che con l’occasione ha istituito una giornata ecologica che si terrà ogni mese nelle scuole, denominata “Mon école à moi”.
Fortemente voluto nel novembre 2018 dal Comandante della Training Tenente Colonnello Giuseppe Corso, e da quello della MIADIT, Colonnello Vincenzo Giglio, il progetto per la tutela ambientale ha lo scopo di divulgare le conoscenze di base di cultura ambientale e ecologia.
I carabinieri del NOE hanno contestualmente formato 12 gendarmi selezionati, 10 uomini e 2 donne, per la prima volta attraverso moduli teorici e pratici incentrati sullo studio del Codice Ambientale creando, primo in tutta l’Africa, il reparto UPE “Unité Opérationnelle de Protection Environnamental”, per prevenire e reprimere i crimini ambientali.
MIADIT_Mon école à moi_Carabinieri Gibuti (3)Nel progetto è stato previsto anche un ciclo di 13 conferenze sulla tutela ambientale per le scuole primarie che coinvolge gli alunni nella fascia d’età tra i 10 e i 15 anni.
Gli incontri hanno sensibilizzato le nuove generazioni sulla raccolta differenziata, sull’importanza dello smaltimento dei rifiuti e sul riciclaggio, in un contesto fortemente degrado, con rifiuti ovunque e cumuli di macerie di ogni tipo.
Un progetto di grande impatto e successo che vede ogni ultimo sabato del mese gli alunni, accompagnati da insegnati e famiglie, a raccogliere i rifiuti e pulire i luoghi che frequentano.
Attualmente il piccolo stato africano deve affrontare complesse sfide in termini di flussi migratori, cambiamenti climatici e approvvigionamento idrico.
MIADIT_Mon école à moi_Carabinieri Gibuti (2)In tale contesto la BMIS “Base Militare Italiana di Supporto” conferma il suo ruolo centrale nello sviluppo di tutte le iniziative di cooperazione nella regione ed ha ottenuto – dal Ministro per l’Ambiente di Gibuti – la certificazione di “base verde”. Una certificazione che è riconoscimento per l’attenzione e l’impegno dimostrato dai militari italiani nella gestione delle risorse idriche. Infatti nella Base italiana è stato montato e realizzato un sistema di depurazione delle acque reflue che consente di trattarle, purificarle e riutilizzarle, grazie ad un sistema di accumulo, per l’irrigazione. Inoltre, nella base italiana è presente una riserva idrica: l’acqua viene trattata con un sistema di potabilizzazione all’avanguardia italiano – un trattamento a osmosi inversa – che consente di garantire l’intera riserva idrica per la base e di supportare le navi italiane della missione Atalanta.
“Un riconoscimento importante – evidenziò a suo tempo il Ministro Trenta – che deve essere di esempio per le Forze Armate degli altri Paesi che si trovano a Gibuti, sia per rispetto del personale al quale si garantisce così la salubrità dell’acqua, sia per rispetto del posto in cui operiamo e che dovremmo lasciare migliore a come lo abbiamo trovato”. “Questo – aggiunse – è il contributo che gli italiani danno non solo alla sicurezza dell’area, ma anche allo sviluppo della popolazione e del luogo dove si trovano”.
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di Alberto Alpozzi
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