Migranti e gas. L’asse Roma-Tobruk

No, non stiamo parlando di storia e di colonie con l’asse Roma-Tobruk. Questa volta non centrano Italo Balbo o Rodolfo Graziani e la nostra storia coloniale, ma stiamo parlando di attualità. I migranti e le forniture di gas dalla Libia. Oggi.
haftar-minniti-roma-libiaL’altro giorno il comandante dell’Esercito Nazionale Libico (ENL), Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica è stato a Roma per incontrare il ministro dell’Interno Marco Minniti e il ministro della Difesa Roberta Pinotti, con il capo di stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, oltre che con Alberto Manenti, direttore dei servizi segreti esterni, l’Aise. Manenti in Libia è conosciuto come “il tarhuna” perché è nato a Tarhuna, una piccola città vicino Tripoli, quando i suoi genitori risiedevano ancora nell’ex colonia italiana.
Incontri incentrati sull’impegno militare italiano in Libia, il contrasto alle milizie jihadiste e al traffico illegale di immigrati, e un piano per la stabilizzazione del Paese.
Sul piano politico la due giorni del generale libico a Roma sembra archiviare i recenti dissapori e le dure critiche espresse da Haftar nei confronti dell’accordo tra l’Italia e il governo riconosciuto guidato da Fayez al-Sarraj, ma di fatto non vi è stato un incontro col presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che avrebbe potuto irritare al-Sarraj.
Haftar ora «è un protagonista in Libia, e l’obiettivo di far ripartire il negoziato politico è più importante delle nostre contese politiche», ha dichiarato un dirigente vicino al ministro dell’Interno.
haftar-graziano-roma-libiaEssenziale è che ora l’Italia torna protagonista nella gestione della crisi nella sua ex colonia dopo che Gran Bretagna e Francia, fin dalla loro guerra contro Gheddafi del 2011, hanno cercato di estromettere la Libia dall’influenza italiana.
Dal punto di vista militare, con il supporto tecnico navale e addestrativo offerto dalla nostra Marina alla Guardia costiera di al-Sarraj e l’operazione militare-sanitaria Ippocrate (300 tra militari e medici) basata a Misurata, Roma sta ampliando il suo ruolo appoggiando più concretamente l’ENL di Haftar.
Non solo immgrazione illegale l’interesse prioritario dell’Italia, ma anche il gas. Interessi che non possono più essere seguiti solo con gli interlocutori della Tripolitania, ma ora entra in gioco anche Haftar, dopo che i suoi successi militari sulla costa tra il confine tunisino e Tripoli, lo hanno portato a breve distanza delle spiagge di Sabratha, da dove salpano i gommoni carichi di migranti illegali diretti in Italia e soprattutto di Melitha, dove si trova il terminal dell’ENI che gestisce i flussi del gasdotto Greenstream verso la Sicilia.
Indiscrezioni del quotidiano panarabo al Arab al Jadid, riportano che l’Italia potrebbe chiedere al generale Haftar di «proteggere gli impianti di Mellitah, operati da Eni in joint-venture con la statale libica Noc».
LIBIA: GENERALI A ROMA; OGGI AL TAWIL, MARTEDÌ HAFTARGli sbarchi sono calati notevolmente. Gli ultimi dati del Viminale aggiornati al 25 settembre segnano una flessione del 21,5% dall’inizio dell’anno rispetto al corrispondente periodo del 2016 (103.318 arrivi contro 131.683). Agosto ha registrato il dato mensile più basso dell’anno con 3.914 arrivi, con un calo dell’81,6% rispetto allo stesso mese del 2016. A luglio la flessione era stata del 51,3%.
Si legge in un comunicato del Ministero della Difesa italiano: «il generale Haftar ha ricordato le sofferenze del popolo libico dopo sette anni di guerra e la necessità di una rapida soluzione che assicuri la stabilità e l’unità della Libia. L’esponente della Cirenaica ha ringraziato il ministro Pinotti per l’impegno italiano, riconoscendone lo spirito collaborativo teso alla pacificazione della Libia, e ringraziando per la disponibilità offerta dall’Italia nel settore sanitario, prendendo in cura i casi più delicati dei feriti libici».
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di © Alberto Alpozzi  – Tutti i diritti riservati

One thought on “Migranti e gas. L’asse Roma-Tobruk

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