No, non stiamo parlando di storia e di colonie con l’asse Roma-Tobruk. Questa volta non centrano Italo Balbo o Rodolfo Graziani e la nostra storia coloniale, ma stiamo parlando di attualità. I migranti e le forniture di gas dalla Libia. Oggi.

Incontri incentrati sull’impegno militare italiano in Libia, il contrasto alle milizie jihadiste e al traffico illegale di immigrati, e un piano per la stabilizzazione del Paese.
Sul piano politico la due giorni del generale libico a Roma sembra archiviare i recenti dissapori e le dure critiche espresse da Haftar nei confronti dell’accordo tra l’Italia e il governo riconosciuto guidato da Fayez al-Sarraj, ma di fatto non vi è stato un incontro col presidente del consiglio Paolo Gentiloni, che avrebbe potuto irritare al-Sarraj.
Haftar ora «è un protagonista in Libia, e l’obiettivo di far ripartire il negoziato politico è più importante delle nostre contese politiche», ha dichiarato un dirigente vicino al ministro dell’Interno.

Dal punto di vista militare, con il supporto tecnico navale e addestrativo offerto dalla nostra Marina alla Guardia costiera di al-Sarraj e l’operazione militare-sanitaria Ippocrate (300 tra militari e medici) basata a Misurata, Roma sta ampliando il suo ruolo appoggiando più concretamente l’ENL di Haftar.
Non solo immgrazione illegale l’interesse prioritario dell’Italia, ma anche il gas. Interessi che non possono più essere seguiti solo con gli interlocutori della Tripolitania, ma ora entra in gioco anche Haftar, dopo che i suoi successi militari sulla costa tra il confine tunisino e Tripoli, lo hanno portato a breve distanza delle spiagge di Sabratha, da dove salpano i gommoni carichi di migranti illegali diretti in Italia e soprattutto di Melitha, dove si trova il terminal dell’ENI che gestisce i flussi del gasdotto Greenstream verso la Sicilia.
Indiscrezioni del quotidiano panarabo al Arab al Jadid, riportano che l’Italia potrebbe chiedere al generale Haftar di «proteggere gli impianti di Mellitah, operati da Eni in joint-venture con la statale libica Noc».

Si legge in un comunicato del Ministero della Difesa italiano: «il generale Haftar ha ricordato le sofferenze del popolo libico dopo sette anni di guerra e la necessità di una rapida soluzione che assicuri la stabilità e l’unità della Libia. L’esponente della Cirenaica ha ringraziato il ministro Pinotti per l’impegno italiano, riconoscendone lo spirito collaborativo teso alla pacificazione della Libia, e ringraziando per la disponibilità offerta dall’Italia nel settore sanitario, prendendo in cura i casi più delicati dei feriti libici».
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di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
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