
L’università privata
Bocconi è intitolata a Luigi, il primogenito dell’imprenditore milanese Ferdinando Bocconi (1836-1908), proprietario dei
magazzini Bocconi (venduti poi a due delle famiglie più ricche di Milano che crearono La Rinascente).
Nato l’8 novembre 1869 Luigi Bocconi, giovane rampollo, era ben noto nel mondo degli affari e dello sport: era procuratore generale della Ditta Fratelli Bocconi e ufficiale di complemento. Nel 1896, dopo la sconfitta dell’Amba Alagi (7 dicembre 1895) fece di tutto per partire volontario per l’Africa Orientale e vi andò come inviato della “Riforma”, accompagnato dal fotografo Pippo Ledru.
Si imbarcò da Napoli, sul piroscafo Florio, il medesimo sul quale viaggiava il generale Ellena. Arrivato in Africa Orientale raggiunse il corpo di spedizione italiano giusto in tempo per la battaglia di Adua. Si raccontava che dopo la morte di Toselli prese la sua carabina e si presentò volontario al generale Oreste Baratieri.
Coinvolto nella battaglia insieme alla colonna Dabormida, rimase disperso ad Abba Garima il 1º marzo 1896.

Dai racconti dei capitani Menarini e Ademollo:
Fin verso sera seguì la Brigata Da Bormida. Fece allegramente colazione col Menarini, prima dell’attacco; poi salì su un’altura col tenente Di Giorgio per riconoscere il nemico. Disceso, accompagnò il reggimento Airaghi in tutti gli assalti, a cavallo, sparando vivamente. Mortogli il cavallo, si stese in catena coi soldati, continuando il fuoco.
Verso le quattro, il capitano Menarini gli passò accanto e gli disse: “Bocconi, come va?”. Rispose: “Benone!”. E, ricordandosi dell’eroico motto del popolano Antonio Sciesa: avviato al patibolo, aggiunse: “Tiremm innanz!”.
Alle cinque, l’Ademollo, mentre la ritirata era iniziata, trovò il servo del Bocconi, un moretto, solo, spaurito, e gli domandò: “E il tuo padrone?”. Il moretto rispose che l’aveva perduto di vista e lo credeva smarrito con gli altri.
Fu l’unico civile a perdere la vita nella tragica battaglia. Pochi mesi prima era riuscito ad ottenere il visto per recarsi nelle zone della guerra italo-etiopica all’insaputa dei genitori, ma dei quali sfruttò le conoscenze per arrivare fino al Presidente del Consiglio Francesco Crispi.
Alla memoria gli venne conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare con questa motivazione: Ufficiale in congedo, recatosi volontariamente nella Colonia, nella giornata del 1° marzo combatté come semplice soldato nella 2a compagnia del X battaglione “Brigata Da Bormida” e morì valorosamente sulla linea del fuoco. – Adua, 1° marzo 1896.
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In ricordo del figlio, Ferdinando Bocconi inaugurò il 10 novembre 1902 l’Università commerciale LUIGI BOCCONI con un corso di laurea in economia e commercio e uno di lingue.

L’idea di Bocconi padre, per eternare la memoria del figlio, era di creare una Scuola Superiore di Commercio da aggregarsi al Politecnico di Milano per fornire agli ingegneri una solida base commerciale e per promuovere socialmente i ragionieri attraverso un diploma universitario. Creò così il primo ateneo in Italia a riconoscere la dignità di laurea agli studi di economia.
Nell’immagine qui sopra a destra: disegno di Walter Molino per La Domenica del Corriere; si vede Bocconi con il fucile in mano, insieme al fotografo Ledru. Il fotografo si salvò per puro miracolo ma perse tutto il materiale fotografico.
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1941 – L’Aula Magna dell’Università Bocconi di Milano
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