Oggi il blog L’Italia Coloniale è onorata di ospitare la testimonianza dell’avv. Hussein Afrah, insegnante e consigliere legale di Siyad Barre, ora residente in Inghilterra. Nelle sue parole l’amicizia che lega i nostri due popoli e… la speranza:
Tra l’Italia e la Somalia esiste una secolare storia, fra di loro c’è una lunga relazione. Con la colonizzazione è nato una forte rapporto fra le due nazioni, e da tale legame è nata una immensa fiducia tra i due popoli. Alla fine del colonialismo l’AFIS – Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia – fu utile per preparare i somali a raggiungere l’indipendenza e tramite l’Amministrazione Fiduciaria dell’Italia la Somalia divenne una nazione indipendente. Tutte le leggi e i dati amministravi del nostro paese sono scritti in lingua italiana. In questi ultimi anni c’è stata una grande concorrenza tra molti stati per venire incontro al fabbisogno dei somali, ma purtroppo e con molto dispiacere da parte nostra l’Italia e i suoi governanti del dopo Craxi sono rimasti indietro e al loro posto sono arrivati molti altri paesi in concorrenza tra loro, soprattutto la Turchia. Oggi le porte della Somalia sono ancora aperte per l’Italia e speriamo che fra non molto i dirigenti italiani si ricorderanno il grande dovere che hanno verso i somali.
E voi cosa ne pensate in merito? L’Italia dovrebbe avere una politica estera nei confronti della sua ex Colonia più presente?
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L’Italia dovrebbe onorare i suoi impegni verso i popoli che hanno vissuto per lunghi anni sotto il tricolore, popoli che oggi attraversano tristi vicende che non sarebbero state neppure lontanamente immaginabili sotto il governo italiano dell’epoca.
Purtroppo, la sconfitta in guerra e la decisione politica di “cancellare” tutto quello che era stato prima del 1943 hanno contribuito a creare questo stato di cose, nel quale – nella media dei casi – i nostri giovani non sanno nulla o quasi del nostro passato coloniale.
L’Italia dovrebbe ritrovare un minimo di senso dello Stato e della Nazione, aiutando i popoli delle ex colonie che tanto avevano sperato e sperano in noi, popoli che non hanno esitato a dare prova di grande fedeltà all’Italia nei momenti difficili della guerra ma che dall’Italia degli ultimi anni sono stati completamente dimenticati.
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L’Italia attualmente ha rimosso la memoria del suo passato coloniale. Ben pochi sanno cosa è stato l’AFIS e tutto il grande e disinteressato lavoro che è stato fatto negli anni 50 per portare la Somalia all’indipendenza. La documentazione esistente a riguardo, che dimostra oltretutto una profonda conoscenza del territorio e della sua popolazione, giace sepolta negli archivi di stato. Potrebbe aiutare la ricostruzione.
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Assolutamente sì! Purtroppo la condanna, assolutamente giustissima sottolineo, del fascismo e del colonialismo è andata oltre, volendosi cancellare con un colpo di spugna lunghi decenni di presenza italiana in Libia e nell’Africa Orientale, che tra innegabili soprusi e violenze (commesse da tutti i paesi coloniali, tanto più da quelli che ipocritamente a parole si dichiarano puri e antirazzisti come la Francia) ha anche apportato molto di buono a quei paesi, non solo in termini di infrastrutture e crescita economica ma anche in termini di influenza culturale, leggi, stabilità politica, spirito religioso, ordinamento della società, prova ne è che dopo la partenza degli italiani tutto è precipitato nel caos e nella guerra civile, oltre che nella completa rovina economica. Oggigiorno l’Italia potrebbe giocare un grande ruolo di paese guida nella rinascita delle nostre vecchie colonie, soprattutto dell’AOI (per la Libia la situazione è evidentemente diversa) nello sviluppo del processo democratico, nell’alfabetizzazione e nell’istruzione di base della popolazione, nel ristabilimento delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto, nello sviluppo dell’economia oltre che, perché no, nella riscoperta da parte di tanti giovani di una lingua, l’italiano, tra le più amate e studiate al mondo. Sarebbe un peccato rinunciare a tutto ciò in nome di un malinteso ripudio del passato coloniale.
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