“Bugie Coloniali 3 – La storia coloniale tra omissioni, negazioni e mistificazioni” di Alberto Alpozzi, presenta fatti mai apparsi come argomenti di discussione nell’ambito delle pubblicazioni di storia coloniale. Stessa cosa dicasi per le immagini che a tutt’oggi non sono mai state mostrate in una qualche pubblicazione o esposizione, nemmeno per essere confutati. Senza i fatti, i documenti e le immagini (anche una sola foto è una notizia) si può sostenere qualunque fantasiosa tesi, quelle già demistificate in “Bugie Coloniali 1” e “Bugie Coloniali 2”.
Questo testo nasce inoltre dall’esigenza di rimarcare lo spartiacque segnato a Torino con la mostra “Africa. Le collezioni dimenticate” inaugurata a fine ottobre 2023. Un’esposizione ideologica, superficiale e mistificatoria.
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SINOSSI BUGIE COLONIALI VOL. 3
Una tendenza irragionevole sopra qualunque logica ha voluto scovare errori ed orrori per criminalizzare il colonialismo italiano. Suscitando sentimenti di riprovazione, radicati nella memoria collettiva, si è associata la colonizzazione solamente a stragi, guerre e brutali sfruttamenti. A dispetto però di quanto ad alcuni piaccia credere, nel mondo di oggi continuano ad esserci conflitti, massacri, odio e razzismo anche in assenza del colonialismo.
È stata capovolta la realtà storica estremizzando singoli episodi negativi sostituendoli agli avvenimenti cruciali per far perdere di vista il senso delle proporzioni tra la realtà, i fatti e le sue degenerazioni derivanti dall’imperfezione della società umana. La storia degli italiani in Africa è stata ribaltata totalmente non per mezzo di ricerche, ma grazie alla rimozione forzata degli eventi e di tutti quegli elementi che avrebbero fornito i nuclei portanti e i fondamenti della colonizzazione.
Con questo nuovo libro si porta alla luce una parte di quanto è stato occultato: migliaia di chilometri di strade e ferrovie, agricoltura moderna, bonifiche, deserti resi fertili, nuove e moderne città, turismo e musei. Tutti fattori che generarono indiscutibilmente progresso, commerci e benessere diffusi, prima assenti.
I fatti presentati non sono mai apparsi come argomenti di discussione nell’ambito delle pubblicazioni di storia coloniale, nemmeno per essere confutati, così da scongiurare la minaccia che i documenti potessero dimostrare lo sviluppo realizzato dagli italiani nelle colonie. Le eccellenze sono state bandite da un conformismo settario e militante che ha negato chiunque abbia segnato la storia con grandi opere e riforme per creare l’unica nazione al mondo che si compiace del riconoscimento dei propri errori e guarda con disprezzo al proprio passato.
SOMMARIO
1. Perchè andammo in Africa?
2. Strade coloniali
3. Ferrovie coloniali
4. Agricolotura coloniale
5. Città coloniali
6. Turismo e musei
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DALL’INTRODUZIONE
Il revisionismo storico non solo è normale e lecito ma è dovuto se con nuove e originali indagini si getta nuova luce su episodi già noti. Qualunque studioso ha quindi il dovere di rivedere le proprie considerazioni.
Avvenimenti cruciali sono stati fatti scomparire e altri sono stati presentati in modo grossolanamente ingannevole e mistificatorio.
È noto che qualunque critica mossa al fascismo e al colonialismo non ha bisogno di prove credibili e che le accuse ideologiche reggono sempre.
Una vera e propria orgia di bugie che risponde a fin troppo ovvi scopi politici ha selezionato, modificato e spesso inventati fatti per creare una narrazione artificiale, prodotta con le lenti dell’ideologia.
Gli antifascisti lavorano alacremente per scongiurare la minaccia che i documenti dimostrino, alla fine, i progressi realizzati nelle colonie dal fascismo e che in quegli anni si siano raggiunti traguardi impensabili ancora oggi: amministrazione delle giustizia, contenimento faide intertribali, abolizione della schiavitù, controllo delle carestie, libertà di culto, introduzione dell’agricoltura moderna, cura delle epidemie e malattie endemiche, vaccinazioni e costruzione di vaste reti stradali e ferroviarie, sistemi irrigui e bonifiche e istruzione per tutti.
Non è importante se nella tua esistenza non hai creato nulla ma solo se hai subito. Le eccellenze sono biasimate e bandite, ancor più se si sono permesse di esprimersi in un periodo storico non conforme.
Non devono essere più i grandi, i geni, i creatori a meritare onori, vie strade e monumenti ma le vittime. Non coloro che hanno segnato la storia con atti di coraggio, con scoperte scientifiche, con riforme economiche o sociali positive, ma coloro che la storia l’hanno subita da spettatori pavidi e pigri.
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Ho preso il primo volume e mi riprometto di prendere i due successivi. Abbiamo fatto tanto e tantissimo avremmo potuto fare se ci avessero lasciato in pace e non ci avessero trascinato le potenze plutocratiche obtorto collo in guerra. Se penso che quando guardo in video su youtube ogni 5 minuti mi appare un tizio delle famigerate onlus che mi chiede i soldi per una gravissima carestia in Etiopia mi viene veramente la rabbia. Se ci avessero lasciato fare, ora l’Etiopia e in generale l’AOI sarebbe stata la regione più sviluppata del continente africano completamente integrata e civilizzata. Altro che carestie!
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