Qui parla Radio Mogadiscio, la voce della Repubblica Democratica Somala

QUI PARLA RADIO MOGADISCIO, LA VOCE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA SOMALA, CHE TRASMETTE SULLA LUNGHEZZA D’ONDA…

Radio MogadiscioEravamo abituati a sentire solo la radio, in un paese dove non esisteva la televisione e i giornali locali dicevano poco o nulla e quelli esteri erano pressoché sconosciuti ai molti e tagliati dalla censura, quel tantino di informazioni sul mondo ci venivano dalla radio. C’era un’unica radio, statale e ben controllata dal regime. La sentivamo gracchiare ovunque, nelle case, nelle bettole e sui bus e anche per strada. Ci accompagnava ovunque, per lo più canzoni rivoluzionarie e struggenti canzoni d’amore che ci servivano d’ispirazione per le lettere d’amore. Due canzoni rivoluzionarie e poi una canzone d’amore. Mai canzoni americane o italiane, per sentire quelle bisognava trovare i dischi.
Ma dalla radio sentivamo nomi e fatti di luoghi lontani, Palestina e OLP, Soweto e Nelson Mandela, Kissinger e Onu ecc. Nomi, non visi e posti, allora la fantasia si lasciava libera di scorrere e lei si dava alla gioia pazza. Sentivamo parlare di Casablanca e Tangeri, la Malesia e del canale di Panama. Ma dove erano questi posti? Chi lo sapeva! Molti di noi non avrebbero saputo indicarli sulla carta geografica ma tanto ci bastava sentire quei nomi da sogno.
La radio ci forniva una conveniente forma di intrattenimento. Non si pagava, bastava ogni tanto cambiare le batterie. Anche i pastori portavano la loro radio appresso mentre curavano le mandrie. Chi voleva invece ascoltare qualcosa di meno controllato e per sentire anche qualche voce dissidente sintonizzava la propria radio sul programma pomeridiano della BBC in lingua somala anche se si poteva passare per anti rivoluzionario e andare incontro a qualche magagna.
Poi, dopo la guerra nell’Ogaden contro l’Etiopia cominciò a trasmettere Radio Kulmis, proprio dalla casa del nemico, l’Etiopia.
Ascoltare quella radio voleva dire essere amico del diavolo. Da quella radio incominciarono i primi guai del regime.
Quelli parlavano di cose che il cittadino medio non poteva neanche rimuginare tra sé e sé.
E sentire quella voce che pareva venire dall’oltretomba faceva accapponare la pelle a molti.
Quando quelli che gridavano dalle radio nemiche ebbero il coraggio di rovesciare il regime e quando poi non ebbero il buonsenso di fermarsi, allora ogni cabila, ogni capo della guerra, ogni odioso assassino si fece la sua radio personale per incitare al massacro di migliaia di poveracci.
Il potere della radio su un popolo chiuso su se stesso e devastato da anni di odio e angherie lo capirono anche quelli che pensavano di dare un sterzata alla distruzione rendendola non più tribale ma religiosa.
Dalla radio i semi analfabeti sceicchi barbuti incominciarono a proclamare la guerra santa contro lo stesso loro popolo, ad imporre idiozie e a vietare la vita normale. Restrizioni inaudite, dal pallone, alle feste, al tabacco persino da masticare, alla musica.
Dalla radio imposero sharie come la legge del taglione, la fustigazione. Sermoni improbabili e fino ad allora sconosciuti e per di più un codice di abbigliamento.
Sempre per radio costrinsero il popolo a mangiare carne di un animale da preda e saprofaga come la iena, a loro dire halal.
Tuttora rivendicano i loro barbari attentati per radio. Una radio dal nome strano: Al Andalus, il nome della Spagna che è lì fin dove si prefiggono giungere se non li si ferma.

Radio Mogadiscio fu fondata nel 1951, durante il periodo di Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia, fu la prima (e per decenni l’unica) emittente del paese. Trasmetteva programmi in lingua somala ed in lingua italiana.
Con l’indipendenza nel 1960, grazie al sostegno tecnico sovietico, potenziò molto la sua operatività e iniziò a trasmettere anche in lingua oromo ed in lingua amarica.

Cessate le trasmissioni nel 1991 (a causa della guerra civile) ha ripreso la sua operatività nei primi Anni 2000. Dopo la riapertura ha subito notevoli difficoltà operative a causa delle minacce rivolte ai suoi giornalisti ed operatori (fino al 2011 la sede dell’emittente era presidiata costantemente da militari).
Le trasmissioni, operate da Mogadiscio, oggi comprendono spazi informativi, musica ed approfondimenti.

di Abdullahi Elmi Shurie

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