Asmara. Alla ricerca di un “io” perduto, non per dimenticare ma per raccontare

Asmara3A chi lasceremo la nostra eredità di ricordi di una vita passata in Eritrea ed Etiopia? E’ tempo di tirare le somme tra quelli che sono nati negli anni 40 sino al 1975. Vedo uomini e donne carichi di anni che si recano in Asmara per rivederla un ultima volta. Li vedo mentre fanno la prima tappa a quella che fu casa loro che sembra ancora la stessa di sempre ma è solo una illusione. Li vedo con gli occhi lucidi mentre si fanno passare davanti agli occhi le immagini di carrettini con cuscinetti a sfera, di fionde, di biglie colorate, di tappi di bottiglia. Camminano guardando ogni mattonella, fermandosi ad ogni bar alla ricerca di un “io” perduto nelle maglie del tempo che scorre inesorabile…

Eccoli i nostri vecchi, marito e moglie, mano nella mano, davanti alla scuola dove si sono conosciuti. C’è ancora il vecchio albero di casimiro tra i cui rami svolazzano “colibrì” ed “upupe” e farfalle multicolori volteggiano sulle aiuole di gerani. Camminano uniti dai ricordi di una passeggiata romantica al riparo da occhi indiscreti, di un gelato alla “Croce del Sud” la domenica mattina dopo messa, e la promessa di rivedersi il pomeriggio per andare al cinema “Impero” a rivedere il bacio appassionato nel film “Via col vento”.

Asmara4C’è un piccolo bar nei pressi della fontana di Ghezzabanda dove lui con gli amici si ritrovavano per una “mastica” dall’inconfondibile sapore di anice, prima di andare a vedersi la gara automobilistica. “Barone” con il numero 30 vincerà sicuramente, ancora una volta e gli odori di benzina mista ad olio di ricino gli racconteranno storie da leggenda. Non si torna a casa, ma in albergo, confortevole e anonimo per un riposino, vista l’età e il cuore che fa le bizze.

Poi nuovamente a tuffarsi, sempre mano nella mano, lungo le strade che hanno visto generazioni di italiani realizzare un miracolo architettonico invidiato dal mondo intero e prendere per l’ultima volta l’autobus n. 4, Stazione Ferroviaria-Godaif per sedersi e piangere mentre dai finestrini sfuma il cinema Roma, la Fiat Tagliero, il Bar Zilli, la strada ferrata per Cheren, la scuola elementare Pollera per arrivare alla chiesa di S. Antonio.

Asmara1Domani sarà un altro giorno per i nostri due vecchi e ancora innamorati asmarini, un altro giorno per rivivere vecchie emozioni e poi ritornare indietro non per dimenticare ma per raccontare. Se non lo facciamo noi, nessun altro più lo farà perché siamo gli ultimi rimasti.

La storia ci ha voluto cancellare ma noi siamo già “leggenda”, la nostra vita lo è stata, le nostre storie lo sono state, noi ne siamo stati gli attori. La nostra riscossa sono le immagini che pubblicate, i post che condividete, i commenti che fate per non fare dimenticare a noi stessi che siamo una “singolarità ” assoluta.

Pasquale Santoro

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