Dal 3 maggio 1930 il Fascio Littorio illumina e protegge le acque del Corno d’Africa

Naufragi e pirati caratterizzano da secoli le acque del Corno d’Africa, rendendo il capo Guardafui, il promontorio che divide le acque del Golfo di Aden dall’oceano Indiano, uno dei luoghi più pericolosi del pianeta.
L’assenza di un segnalamento marittimo sulla punta estrema dell’Africa Orientale fu dibattuta per decenni, sin dall’800, dalle potenze coloniali europee che in quei mari navigavano da e verso il canale Suez, la nuova via d’acqua verso le Indie, inaugurata nel 1869.
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faro_Crispi_1924Nessuna nazione si volle mai fare carico dei costi per erigere un faro a protezione della navigazione finché nel 1924, dopo decenni di rimandi, effettuati i rilievi della zona, venne realizzato dall’Italia fascista un primo semplice traliccio metallico  intitolato a Francesco Crispi. Rifatto nel 1930 in pietra, a forma di fascio littorio, oggi ancora svettante sul capo Guardafui, è il più grande monumento fascista esistente.
Ecco così scriveva l’allora Governatore della Somalia Guido Corni:
“Nel 1929, presentando il traliccio in ferro del Faro Crispi segni di avanzata corrosione dovuta all’azione dell’aria marina, feci montare la lanterna su di una torre in pietra rossa e dura del luogo, cerchiata di anelli in cemento armato e recante una scure, simbolo del littorio, che resterà nei secoli ad indicare, con la sua viva luce, la via sicura alle navi, che dall’Oriente navigano verso l’Europa”.
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faro_Crispi_1930Augusta Perricone Viola il giorno della sua nuova inaugurazione:
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“Ma l’Italia volle maggiormente affermare il grande simbolo del faro Guardafui ed imprimere ad esso ancora un più alto e più grandioso significato.
Volle che la luce splendente che illumina la via ai naviganti fra i perigli e gli ostacoli, irradiasse dal Fascio Littorio, il segno della nostra grandezza passata e della nostra meravigliosa rinascita.
Silenziosamente, tenacemente gli ascari, soldati d’Italia, strappando alla roccia durissima color del porfido gli enormi blocchi, li trascinarono faticosamente a braccia sulla vetta, procedettero ad un penoso lavoro di pulitura della ferrea pietra, in luogo privo di acque e di mezzi e la torre dalla pura forma del Fascio Littorio, sorta dal lavoro e dalla abnegazione di tanti, disegna la sagoma grandiosa e severa sull’azzurro sfondo del grande oceano!
Dalla sera del 3 maggio 1930 la luce del Fascio Littorio illumina le vie del mondo!
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Alberto Alpozzi , foto di Carlo Pedrini – Tutti i diritti riservati
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Vi era un tempo leggendario in cui le vite di pirati senza scrupoli si intrecciavano con quelle di corrotti avventurieri e quelle di trafficanti d’armi con enigmatici sultani. Un tempo in cui accordi segreti e inganni segnavano l’era del colonialismo nel Corno d’Africa e le rotte di audaci esploratori e avidi mercanti doppiavano tra mille insidie il famigerato capo del “Leone dormiente”. Qui, a capo Guardafui, per proteggere quei mari, l’Italia di Mussolini costruì un faro, intitolato alla statista Francesco Crispi, ponendo fine alla secolare pirateria e a disastrosi naufragi.Affermazione dell’Italia e dell’antica Roma, passato alla storia come simbolo del colonialismo italiano, testimone silenzioso del sogno imperiale, oggi quell’antico faro, ancora svettante in Africa, resta il più grande fascio littorio esistente… CONTINUA QUI

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