Segni di fiducia e rispetto religioso nella Somalia del nord. Monsignor Bertin riconsacra una chiesa cattolica ad Hargheisa.

Semi di speranza nella Somalia del nord, a maggioranza musulmana. Lo scorso agosto ad Hargheisa, nell’ex Somaliland, Monsignor Bertin, Vescovo di Gibuti e Amministratore apostolico della Diocesi di Mogadiscio ha riconsacrata una chiesa cattolica.

chiesa_somaliland_monsignor-bertinNella nuova chiesetta dedicata a Sant’Antonio da Padovaci saranno un sacerdote, stabile ormai da febbraio – racconta Monsignor Bertin – due volontari della Caritas e alcuni fedeli cattolici stranieri che lavorano in diverse organizzazioni ad Hargeisa. Nel corso della celebrazione, guiderò il rito della dedicazione e riconsacrazione della chiesa e in particolare del nuovo altare, perché il precedente era stato completamente distrutto.”

Prosegue raccontando la storia della chiesetta: Fu costruita intorno al 1950 dai Cappuccini. Dagli anni ottanta venivo in questa chiesetta almeno due o tre volte l’anno, soprattutto intorno a Natale e a Pasqua. Almeno fino all’aprile del 1988, quando in questa parte del paese ci fu una ribellione contro l’autorità centrale di Mogadiscio: la chiesetta venne presa, saccheggiata e qualcuno iniziò ad abitarci. Nel 1996 riuscii, insieme ad un mio collaboratore somalo che lavorava per la Caritas Somalia, a recuperare il terreno, l’edificio di culto e la casa che serviva da abitazione per il sacerdote. Però, a causa dell’insicurezza generale del paese, questa chiesetta non fu mai utilizzata. Finalmente nel gennaio scorso, vista la situazione più tranquilla qui ad Hargeisa, ho deciso di incontrare le autorità del posto, dicendo loro che desideravo riaprire la chiesa per prestare il servizio religioso al personale cattolico impegnato nel paese e, nello stesso tempo, per iniziare anche delle attività umanitarie attraverso la nostra Caritas.”

chiesa_somaliland_2Un importante segno di tolleranza e reciproco rispetto: D’altro canto per la popolazione locale e per il cosiddetto governo locale è un segno di fiducia e di rispetto nei loro confronti, in quanto hanno acconsentito a farci utilizzare la chiesa. Ciò dimostra che questa parte della Somalia, il Somaliland, resta rispettoso del diritto di culto che hanno i non musulmani.”

Viene in mente la pacifica convivenza, proprio nel segno del rispetto e della tolleranza, che vi era negli anni 20 a Mogadiscio, quando venne inaugurata nel 1928 alla presenza dell’allora Principe di Piemonte Umberto di Savoia la più grande cattedrale dell’Africa Orientale, voluta dal Governatore Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon.

hargheisa-chiesa-somalia_monisgnor-bertinLa presenza della Caritas nella zona è importante per fronteggiare i flussi di migranti verso il Mediterraneo, per cercare di creare delle alternative di vita per i somali: Stiamo cercando, con diversi progetti, di favorire la formazione dei giovani, di dare loro opportunità di lavoro. Ad esempio a Mogadiscio abbiamo aperto dei corsi di formazione in idraulica ed elettricità, oltre ad occuparci dell’aspetto sanitario. Abbiamo tra l’altro usufruito di uno dei micro-progetti che la Caritas Italiana, Missione Italia e la Focsiv hanno organizzato. Abbiamo già ricevuto un piccolo aiuto in questo senso per aiutare queste persone a rimanere nel loro paese.”

Stesso approccio di Abdulkadir Mohamed, Governatore di Guardafui, regione del Puntland, che un anno fa in visita a Torino aveva dichiarato: finita la scuola i giovani hanno due possibilità: o arruolarsi con Al-Shabab nel sud del paese, oppure tentare la traversata del Mediterraneo con gravi rischi. Questo è sbagliato e non è la soluzione. Abbiamo necessità di investimenti per creare lavoro e rendere la Somalia nuovamente produttiva come negli anni del colonialismo italiano.”

di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati

2 thoughts on “Segni di fiducia e rispetto religioso nella Somalia del nord. Monsignor Bertin riconsacra una chiesa cattolica ad Hargheisa.

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