Fra i tanti eroi di quella superba classe di giovani che fu il ’99, ve n’è uno che si coprì di gloria non già sulle trincee nostrane della Grande Guerra, ma diversi anni dopo sui cieli sfolgoranti dell’Africa Orientale.
Si chiamava Andrea Robbiano. Era nato a Silvano d’Orba, in provincia di Alessandria, da una numerosa famiglia locale, e come tanti ragazzi piemontesi di quel tempo decise di dedicarsi alla carriera militare. Entrò così a far parte della nuova Regia Aeronautica, dove subito ebbe modo di mettersi in luce per le sue naturali doti di coraggio e intelligenza. Già nel 1923, nell’ambito delle operazioni militari per la riconquista del territorio libico, meritò una Croce di Guerra con la seguente motivazione: “Pilota intelligente ed ardito, cooperava al buon successo delle operazioni con la sua perizia e valore sempre improntate a sprezzo di ogni pericolo. Cielo della Tripolitania, gennaio-marzo 1923.” Tre anni dopo, nel maggio del 1926, ricevette, quale comandante della 21ª Squadriglia, la “fiamma di combattimento”, dono della Lega Italiana di Aeronautica, in una memorabile giornata aviatoria svoltasi a Torino alla presenza del Principe Umberto. Ma fu negli anni Trenta, con l’imponente campagna africana voluta dal Regime, che Robbiano dimostrò pienamente le sue doti di eccelso aviatore.
Protagonista nei cieli d’Etiopia, come “volontario in A.O., alla testa del suo gruppo di apparecchi monomotori, prendeva parte a tutti i bombardamenti che portavano alla occupazione di Neghelli, Giggiga, Harar, Dire Daua e successivamente alle azioni belliche contro i ribelli sparsi nella zona dell’Hararino. Né condizioni atmosferiche avverse, né tiro antiaereo, che più volte colpiva l’apparecchio, gli hanno impedito di portare a termine i compiti affidatigli, abbassandosi quando era necessario per meglio individuare e colpire il nemico. Ha compiuto inoltre isolatamente ricognizioni strategiche e voli di collegamento di grande importanza, fornendo sempre al comando delle forze armate notizie precise ed esatte, sia sulla situazione del nemico che delle nostre truppe. Ha qualche volta comandato interinalmente lo stormo in modo encomiabile. Magnifico esempio di ardimento e di virtù militari.” Questa la motivazione con la quale il 12 novembre 1936 venne nominato Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia. Un riconoscimento che premiò l’entusiasmo e l’abnegazione di questo giovane innamorato del velivolo, negli anni d’oro in cui l’Italia si poneva al vertice mondiale dopo i trionfi transatlantici di Balbo e le imprese africane dei nostri piloti.
Rientrato in patria, si divertiva ogni tanto a sorvolare il suo paese natale, dando sfoggio di autentiche prove di valore con gesti di altissima perizia tecnica ancora oggi ricordati da chi, bambino, ne ammirava i prodigi con gli occhi rivolti all’insù; Andrea, chiamato affettuosamente “Giacomino”, divenne l’orgoglio dei silvanesi, ammirato non solo per le sue imprese militari ma anche per il suo fascino indiscutibile. Giunta l’ora della Seconda Guerra Mondiale, col grado di Tenente Colonnello si trovò a comandare l’importante Aeroporto Forlanini di Milano. La sua carriera, ormai lanciata verso i più alti traguardi, venne però bruscamente interrotta da un destino beffardo: martedì 23 dicembre 1941 il quotidiano La Stampa riportò la notizia delle gravissime condizioni di Andrea Robbiano in seguito a un incidente di caccia, avvenuto “in uno dei giorni scorsi nella riserva Visconti di Modrone, in quel di Bersate Milanese, [ove] riceveva una impallinata che gli procurava una ferita penetrante orbitale sinistra.” La Stampa aggiunse che il ferito, residente a Lonate, era stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Casorate Primo (PV). L’annuncio della sua morte venne pubblicato dalla vedova Lia Politelli insieme al padre, l’amato nonno e dagli altri famigliari nell’edizione del 28 dicembre. La mattina seguente, a Silvano d’Orba, si svolsero i solenni funerali. Andrea Robbiano riposa da allora nel piccolo cimitero locale, ormai dimenticato come tanti eroi di quel tempo, ai quali questa breve memoria è dedicata.
di © Marco Formato – Tutti i diritti riservati