Nel 1923 con il primo codice della strada italiano il Fascismo introduce la circolazione a destra

Nel neonato Regno d’Italia si guidava a volte a sinistra e a volte a destra, cambiando lato là dove i cartelli lo indicavano. È del 28 Luglio 1901 il Regio Decreto n. 416 che confermava il diritto di ogni provincia di redigere il proprio codice stradale e quindi scegliere la direzione di marcia dei veicoli.

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Marcia su Roma. La colonna tiene la “sinistra”

Il traffico dell’epoca era modesto e gli automobilisti si potevano destreggiare senza gravi problemi. L’Italia si rese conto del problema nel 1915, durante la Prima guerra mondiale, quando il Comando supremo impose la guida a sinistra nelle zone di operazione. Poco dopo, a Caporetto, si verificò un ingorgo senza precedenti: le colonne in ritirata marciavano a sinistra, i rinforzi provenienti da sud tenevano la destra. Fu il caos.
Nel 1922 la Marcia su Roma avvenne percorrendo le vie del centro della capitale tenendo la sinistra.
Il problema andava normato con l’aumentare del traffico. Il governo chiese quindi alle prefetture informazioni dettagliate sul traffico e le trasmise al nuovo Presidente del Consiglio: Benito Mussolini.
Ne risultò una gran confusione. Ogni provincia e ogni comune avevano e rispettavano norme diverse. Mussolini sottopose al Re le Norme disciplinanti la circolazione sulle strade ed aree pubbliche Decreto n. 3043 del 12 Dicembre 1923, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 Gennaio successivo ed entrato in vigore il 1° Marzo del 1924 . Fu il primo vero codice della strada in Italia.

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La nuova legge impose la «mano destra unica» in tutto il Paese: «Tutti i veicoli, gli animali da tiro, da sorta o da sella le mandrie e greggi circolanti sulle strade ordinarie, sia negli abitati sia in campagna, debbono portarsi a destra per incrociare ed alla sinistra per oltrepassare, avendo cura nelle svolte di mantenere la propria mano […] Nell’interno delle città, dove finora si è tenuta la mano sinistra, dovrà osservarsi la disposizione precedente entro sei mesi dall’entrata in vigore del presente decreto; per le città di Genova, Milano, Roma e Torino il termine potrà, con successivo decreto del Ministro per i lavori pubblici, essere prorogato fino al massimo di altri sei mesi».
La proroga di due anni fu concessa per approntare i nuovi segnali stradari e riadattare, laddove necessario, le tramvie.
Il nuovo decreto inoltre impose, per la prima volta la targa identificativa per ogni veicolo, l’omologazione, l’obbligo della carta di circolazione, la patente per i conducenti (parallelamente vennero istituite le “Scuole per conducenti di automobili”), la precedenza a destra e i limiti di velocità da rispettare: «La velocità dei veicoli deve essere regolata in modo da evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose e deve essere particolarmente moderata nel tratti di strada a visuale non libera, o in curva, nei crocevia, nelle biforcazioni e quando si attraversino agglomeramenti di abitati».
Nel frattempo in tutta Europa si stava diffondendo l’uso della destra. Il cambio da sinistra a destra fu quasi completo entro i primi anni Quaranta. Con l’invasione nazista dell’ex Impero Austro-Ungarico venne imposta la destra. Le ultime nazioni europee a cambiare lato furono la Svezia nel 1967 e l’Islanda l’anno dopo.


RIASSUMENDO: fu il Fascismo che nel 1923 introdusse per la prima volta un vero e proprio codice della strada in Italia imponendo la mano destra unica, la targa identificativa, l’omologazione, la carta di circolazione, la patente, le scuole per conducenti, la precedenza a destra e i limiti di velocità

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Roma. Circolazione a destra in via dell’Impero

Ma perché si “teneva la mano sinistra”?
Ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che già gli Egizi, i Greci e i Romani erano soliti tenere il lato sinistro delle strade. Il motivo era semplice: la maggior parte degli uomini è destrimano e tenendo il lato sinistro era più agevole sguainare la spada e salire a cavallo.
Nel Medioevo fu papa Bonifacio VII che invitò tutti i pellegrini che si recavano a Roma di tenersi sul lato sinistro della strada, rafforzando così una consuetudine secolare di viandanti e cavalieri. Consuetudine che si mantenne in tutta Europa fino alla fine del Settecento, sino a quando durante la rivoluzione francese, Robespierre ordinò ai cittadini di circolare a destra, in segno di sfida alla Chiesa cattolica.
Successivamente Napoleone esportò tale usanza nei paesi occupati probabilmente in opposizione all’abitudine vigente nel Regno Unito.
L’Inghilterra infatti non cambiò mai la norma, emanata per le prima volta nel 1756, e i territori del suo Impero coloniale ereditarono le stesse usanze dal 1835.
Nel 1859 anche in Giappone, paese ammiratore dei costumi britannici, si decise di imporre la guida a sinistra.
Oggi nel mondo sono una piccola minoranza, circa un quarto, gli stati dove si guida a sinistra. In Europa solo in Inghilterra, Irlanda e Malta.

di Alberto Alpozzi

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