Nel “memorandum di Darmstadt” le atrocità e i crimini di guerra Alleati. Un libro sconvolgente

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Per la prima volta in assoluto in lingua italiana il testo del piano Morgenthau e la direttiva JCS-1067 corredati da una sconvolgente raccolta di immagini, molte delle quali inedite, illustrante i crimini di guerra e contro l’umanità ancora oggi spesso taciuti o negati.

LIBRO 1945 Germania anno zero. Atrocità e crimini di guerra Alleati nel “memorandum di Darmstadt” di Massimo Lucioli, ITALIA Storica, 2021 – € 36,00 – Per ordini e-mail: italiastorica@hotmail.com

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Nel campo di internamento americano 91 a Darmstadt, che originariamente contava 24.000 prigionieri tedeschi, nel 1946, in segreto, su richiesta del collegio di difesa di Norimberga, fu formato un comitato di lavoro di avvocati internati, davanti al quale circa 6.000 testimoni diretti fecero dichiarazioni giurate da aprile a luglio 1946 sulle violazioni delle leggi e delle regole di guerra da parte degli Alleati: dagli eccidi dei tedeschi etnici in Polonia nel 1939 alle uccisioni dei prigionieri di guerra da parte sovietica prima – spesso con casi di torture e mutilazioni – e Alleata poi, dalle violenze sessuali e brutalità contro i civili dei soldati Alleati agli stupri di gruppo e massacri di massa sovietici nelle province orientali della Germania nel 1944-1945, ai bombardamenti incendiari sui quartieri popolari e centri storici delle città tedesche sino all’applicazione delle draconiane misure punitive del piano Morgenthau e della direttiva JCS-1067 statunitense contro le “forze nemiche disarmate” tedesche nei campi di prigionia in Germania e Francia e contro la popolazione tedesca stremata dalla guerra, portanti alla morte per fame, freddo e malattie di centinaia di migliaia di civili – specie anziani, bambini e donne – e prigionieri di guerra tedeschi nel periodo 1945-1947.
I fatti riportati furono elencati in ordine cronologico secondo le stesse dichiarazioni giurate degli internati. Questo materiale, che era stato accuratamente controllato e compilato in sei copie, doveva essere presentato da Hermann Göring al tribunale militare internazionale (IMT) di Norimberga nel suo discorso di chiusura il 5 luglio del 1946. Ciò però non avvenne perché gli Alleati non lo permisero e il memorandum sequestrato; tuttavia, una copia fu trafugata fuori dal campo e pubblicata in Argentina nel 1953, e successivamente in Germania. Le testimonianze trovano diretto riscontro in quanto a circostanze di luogo e di tempo, vittime, procedure e responsabili nei documentati saggi di Alfred M. de Zayas e del professor Franz W. Seidler sui crimini contro la Wehrmacht e sull’espulsione dei tedeschi dall’est europeo nel 1945 e anni successivi, e in altri testi e documenti.

1945 Germania anno zero. Atrocità e crimini di guerra Alleati nel “memorandum di Darmstadt” di Massimo Lucioli, ITALIA Storica, 2021 – 552 p., ill. b/n e colori, Brossura – EAN: 9788831430159 – € 36,00

Per info e ordini: ITALIA Storica, Via Onorato 9/18 – 16144 Genova. Telefono: 010 8983461 – Tel.Cell.: 348 6708340
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“Non è una novità che gli Alleati, anche loro, abbiano commesso atti infami, fatto morire centinaia di persone di fame, ucciso. Ma non è questo il problema. Anche se non piacerà, va da sé che di certe cose se ne è sempre parlato, che alcuni processi agli americani si sono conclusi con condanne e che le voci che circolavano, per esempio sulla faccenda delle ‘marocchinate’, con le truppe spedite dagli alti comandi francesi con intenti malvagi a massacrare, ci riportano alla realtà: la guerra non è mai gentile, la Seconda Guerra Mondiale, poi, è stata ancora più brutale perché è stata una guerra ideologica”, dice all’Adnkronos lo storico Franco Cardini, commentando la pubblicazione del memorandum.
“Che poi in questo libro, che devo ancora leggere, – dice – ci possano essere degli errori è plausibile, se l’autore ha distorto la realtà oppure no, se ha esagerato, verrà fuori. Però io il memorandum lo conosco e ci sono invecchiato insieme. Lo dicevo da anni e qualcuno insorgeva contro di me. Ormai certe verità uniche e menzogne sono diventate patrimonio dell’umanità. Si tratta di recuperare il tempo perduto e ristabilire un frammento di verità. Gli americani non hanno venduto solo cioccolato e caramelle. Ci vorrebbe più coraggio a dirlo, nessuno ha tutta la ragione in tasca. E questo non significa ridimensionare i crimini del nazismo, sia ben chiaro”.
“Sappiamo e abbiamo anche visto che i vincitori – spiega lo storico – quando hanno vinto, hanno fatto di tutto per imbiancare le loro coscienze e annerire quelle dei vinti. Oltre agli indegni e orribili campi di sterminio nazisti, ci sono stati massacri da parte dell’Unione Sovietica, c’è stata una bomba nucleare sganciata nel ’45 quando non serviva e qualcuno ce l’ha raccontata come fosse stato fatto in termini umanitari. C’è stato tanto altro, ma abbiamo immagazzinato una tale potenza di accuse nei confronti dei vinti, alcune anche calunniose, da far paura”.
“Mi ricordo le proteste e le meraviglie che suscitai nei colleghi durante un convegno, quando portai la prova provata di alcune assoluzioni di personaggi nazisti di rilievo nel processo di Norimberga – ricorda Cardini – Nessuno ci credeva perché il battage dei mass media diceva altro”.
Insomma, secondo lo storico, “nel corso di tutti questi anni, abbiamo metabolizzato una quantità infinita di errori e inesattezze storiche incredibili” e solo “adesso, dopo 80 anni, si comincia a fare un po’ di chiarezza, si comincia a fare i conti con la verità”. Poi, certo, sottolinea, “ci saranno sempre gli isterici che dovranno negare per forza qualcosa. La frase ‘le democrazie non possono essersi macchiate di tali crimini’ l’avrò sentita centinaia di volte. Ma quando mai? Anche le democrazie hanno massacrato gente, e bisognerebbe prenderne atto”.
“Nei prossimi anni, nonostante le proteste e il battage pubblicitario, verranno sempre più a galla le verità storiche, anche se saranno affermate fuori tempo massimo”,
dice Cardini, che però mette in chiaro: “Attenzione, questo non giustifica per niente il revisionismo, il negazionismo o i tentativi ridicoli di santificare personaggi che sono stati condannati nell’inferno più buio. La storia è questa, bisogna abituarsi a questo. Dire che Churchill sia stato un mascalzone, non significa dire che Hitler aveva ragione…, conclude.

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