Il mausoleo di Graziani non è apologia del fascismo. La Cassazione ha annullato la sentenza

La Iª Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato le sentenze del tribunale di Tivoli e della Corte di Appello che avevano condannato il sindaco di Affile, Ercole Viri, e gli assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni, per apologia del fascismo. I tre erano stati condannati per aver costruito (con finanziamento autorizzato dalla Regione Lazio) ad Affile, un mausoleo dedicato al Generale Rodolfo Graziani. Già ufficiale della prima Guerra Mondiale con due Medaglie di Bronzo al Valor Militare, Vicegovernatore della Cirenaica e della Tripolitania, Governatore della Somalia e della Libia, Vicerè d’Etiopia. Comandante del Fronte Sud durante la guerra d’Etiopia e Capo di Stato Maggiore. In seguito all’8 Settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana, nella quale ricoprì il ruolo di Ministro della Guerra.

Il Sindaco e i due membri della giunta (FdI “Fratelli d’Italia) erano stati condannati dalla Corte di Appello di Roma rispettivamente a otto mesi più 120 mila Euro di multa e a sei mesi di reclusione più 80 mila Euro di multa, il 14 marzo del 2019, oltre all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e al risarcimento del danno pari a 8 mila euro all’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia costituitasi parte civile.

Riassumendo: “La realizzazione del sacrario in un parco e l’inaugurazione in una cerimonia pubblica – si sentenziò – sono un concreto antecedente causale idoneo a provocare adesioni e consensi e a concorrere alla diffusione di idee favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste”, un pericolo per l’ordine democratico dello Stato. Strano perchè a Filettino (giunta PD “Partito Democratico”), dove Graziani nacque, sempre la Regione Lazio aveva finanziato la realizzazione di un parco sempre intitolato al Generale ma non vi siano stati procedimenti penali.

“Con questa sentenza – ha dichiarato il Sindaco di Affile, Ercole Viri – si chiude un caso politico, che subivamo da 8 anni. Per fortuna esiste la Cassazione, non lascia passare queste cose come può accadere nei tribunali di primo e secondo grado. In Cassazione nessuno è stato mai condannato per apologia del fascismo. Siamo stati molto contenti, sapevamo di non aver mai commesso nessuna apologia del fascismo, avevamo solo intitolato un museo al nostro più grande soldato affilano. A noi del fascismo non interessa nulla. Graziani era già un colonnello affermato nel 1918 e non ha fatto carriera grazie al fascismo anzi il contrario”.

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