L’artiglieria turca è sbarcata a Tripoli. Di nuovo alla conquista della Libia

map6L’invasione armata turca della Libia prosegue inarrestabile. Nonostante l’Onu, l’Unione Europea e diversi governi europei tra cui quello italiano continuino a dichiarare la volontà di garantire l’embargo sulle forniture di armi nella ex colonia italiana nessuno sta cercando di contrastare realmente la Turchia.
In una conferenza stampa del 30 gennaio il portavoce dell’esercito nazionale libico, colonnello Ahmed al-Mismari ha dichiarato: “Abbiamo ricevuto rapporti sicuri che confermano che ieri nel porto di Tripoli sono state consegnate armi e munizioni e ciò è avvenuto grazie alla protezione di due navi da guerra turche. La questione ora è vedere come la comunità internazionale si pone di fronte a questa pubblica invasione turca e come comunità internazionale e Nazioni Unite si posizioneranno di fronte a questa chiara violazione della tregua”.
Inoltre l’aeroporto tripolino di Mitiga pare sia ormai “una base aerea completamente turca”.
Infatti il 30 gennaio la nave trasporto veicoli Bana, battente bandiera libanese, scortata da una delle due fregate della Marina turca che da giorni incrociavano nelle acque libiche ha sbarcato a Tripoli:
Mortaio 120mm.
– 6 cingolati trasporto truppe da combattimento ACV-19,
– 2 obici semoventi d’artiglieria da 155 mm. T-155 Firtina
– 2 cannoni binati antiaerei da 35 mm. Oerlikon GDF 003B
– Autocarri tattici 4×4 BMC EFE da 2,5 tonnellate
– Un numero imprecisato di mortai pesanti da 120 mm. HY1-12
.
I nuovi mezzi con obici semoventi, mortai da 120 millimetri e cannoni binati antiaerei potrebbero essere impiegati per un contrattacco intorno alla capitale colpendo le postazioni dell’LNA con maggior precisione rispetto al precedente utilizzo di razzi non guidati.
Inoltre gli ACV-19 garantirebbero di trasportare con maggior sicurezza sui campi di battaglia le squadre di fanti che precedentemente si affidavano a mezzi ruotati civili o militari come i Kirpi, già a suo tempo forniti dalla Turchia.
È possibile che la Turchia, che già schiera in Libia 350 uomini delle forze speciali, abbia fornito anche gli equipaggi per tutti i mezzi sbarcati dalla motonave Bana, più squadre di mercenari siriani addestrati da Ankara.
Twitter_Harry BooneLa presenza della motonave Bana, scortata dalla fregata turca F-490 Gaziantep era stata rilevata il 29 gennaio da un Dassault Rafale M decollato dalla portaerei francese Charles de Gaulle impegnata in una esercitazione congiunta con la Marina Greca nel Mediterraneo centro-orientale atta a contrastare, in accordo tra Atene e Parigi, le iniziative navali turche in Libia e nelle acque cipriote ricche di gas, dopo che era stata segnalata la presenza di una nave turca per ricerche energetiche in un settore delle acque cipriote assegnato all’ENI (Italia) e alla Total (Francia).
Il governo italiano per tramite del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, si è limitato a esprimere la sua preoccupazione ad Ankara.
Alcune fonti, non confermate, rileverebbero che la presenza navale turca al largo della Libia sarebbe ben più preoccupante.
Infatti parrebbe che la Marina turca abbia schierato all’interno della Zona economica esclusiva libica ben 4 fregate da 4.000 tonnellate classe G: la F490 Gaziantep, la F496 Gökova, F497 Göksu e F495 TCG Gediz più una nave appoggio-rifornimento da 20.000 tonnellate, la A595 Yarbay Kudret Güngör della classe Akar.
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F-490 Gaziantep

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