Facebook censura “L’Italia Coloniale” e blocca tutti i suoi amministratori senza dare spiegazioni

La censura unilaterale di Facebook prosegue senza sosta e soprattutto senza chiarimenti. Ieri pomeriggio la pagina “L’Italia Coloniale” è stata “nascosta”, cioè resa invisibile agli utenti. Quindi per gli 11.000 iscritti non c’è stata più la possibilità di accedervi e pochi minuti fa, mentre scrivevo questo articolo, definitivamente chiusa. Bannata, distrutta, cancellata per sempre.

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Il motivo? Non è chiaro… la pagina è stata oscurata senza indicare un post o un articolo incriminato ma semplicemente notificando “La tua Pagina è stata nascosta perché ha pubblicato contenuti che incitano all’odio”. Una vera e propria censura per una pagina storica scomoda che pubblica evidentemente articoli non graditi a qualcuno. In questo caso il social di Zuckerberg è solo lo strumento di chi, aperti canali preferenziali con gli amministratori di Facebook Italia, ha la possibilità di indicare pagine, profili e post non graditi affinché vengano prontamente rimossi.

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Grafico della visibilità della pagina che mostra lo “shadow ban” operato

Quest’opera di censura e controllo delle opinioni procede incessantemente da mesi e casualmente l’oscuramento della pagina e chiusura definitiva senza possibilità di appello è arrivato proprio due giorni dopo la nostra denuncia di un possibile “shadow ban” (pagina attiva ma non più mostrata nella home degli iscritti) pubblicando il grafico con i dati di accesso e visibilità della pagina chiaramente in netto calo. L’oscuramento della pagina precede la disattivazione nel caso il ricorso fatto non venisse accettato, cosa che – casualmente – non è avvenuta ed ha portato alla chiusura definitiva della stessa come già avvenuto poco più di un anno fa per la pagina dedicata alla ricerca sulla storia del Faro Francesco Crispi con 21.000 iscritti, ovviamente tutti perduti.

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La notifica generica per il blocco ma che non indica i post incriminati

Il tutto si profila in un sottile modus operandi che mira a inibire qualunque azione degli amministratori della pagina: da un mese infatti agli amministratori della pagina non è più permesso condividere alcunché su gruppi esterni e partecipare a discussioni utilizzando il profilo personale con la scusa dello “spam”. Profili personali che, di nuovo casualmente, questa mattina sono stati tutti bloccati senza indicare quale o quali fossero i post incriminati segnalati che hanno portato al blocco. Si passa da notifiche generiche di “spam” passando per “l’incitamento all’odio” e finendo con “attività terroristica” o “odio organizzato”. Appare palese come l’accanimento verso una pagina storica sia del tutto strumentale e motivato solamente da segnalazioni politiche preferenziali che nulla hanno a che fare con gli “standard della community”.

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Le parole come “coloni” o “colonie” ora vietate su Facebook

Tutto questo è stato preceduto in agosto dalla disattivazione di due profili dell’amministratore della pagina dopo settimane di notifiche fasulle: “è probabile che il tuo account sia stato violato in seguito all’inserimento della tua password su un sito web progettato per essere simile a Facebook” che rendevano temporaneamente inutilizzabili i profili stessi.

Inoltre nella giornata di ieri mentre veniva “nascosta” la pagina L’Italia Coloniale è stata creata una nuova pagina “Coloni” con la quale abbiamo scoperto che parole come “coloni” e “colonie” sono parole vietate da Facebook, cioè non si possono utilizzare. Dunque non solo il maggior social network globale (detiene il 90% della condivisione delle notizie mondiali) sta decidendo chi e che cosa può condividere ed esistere sulla piattaforma ma sta anche eliminando una serie di parole non gradite (coloni… colonie… etc) affinché non si possa nemmeno più avere nella nostra lingua la possibilità di esprimerci o parlare di argomenti che qualcuno ha deciso essere scomodi.

Blocchi di fb

“Riprova più tardi” compare ormai da un anno

La novità di questi giorni inoltre è che se un post viene segnalato non viene più colpito e punito il profilo utente che l’ha pubblicato all’interno della pagina ma contemporaneamente tutti gli amministratori bloccandoli, cioè rendendo la pagina “morta” ed inoltre la possibilità di chiedere chiarimenti in merito o segnalare un ricontrollo del post è non funzionante anche se l’utente è invitato a scrivere a Facebook per segnalare a sua volta un errore. Casualità?

Invitiamo tutti gli amici e sostenitori de L’ITALIA COLONIALE a condividere il più possibile questo articolo sostenendo gli amministratori attualmente bloccati su Facebook. Inoltre vi suggeriamo di iscrivervi alle nostre pagine: L’altra faccia del colonialismo italiano, Romanamente – L’Italia in Africa, Coloni e Faro Francesco Crispi – Capo Guardafui. Potete anche seguire L’Italia Coloniale su VK, il social russo.

Potete altresì sostenere L’Italia Coloniale acquistando i volumi storici della collana ROMANAMENTE inviando una mail a ilfarodimussolini@libero.it – CLICCA QUI per i dettagli.

di Alberto Alpozzi

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3 thoughts on “Facebook censura “L’Italia Coloniale” e blocca tutti i suoi amministratori senza dare spiegazioni

  1. Piena solidarietà a voi!Da uno che vi segue via mail poiché non ha postazioni social e di quest’ultime ha una totale sfiducia.A presto e W l’Italia!

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  2. Sempre peggio, la #Libertà sempre più in pericolo, se non sei politcal correct non esisti, ti chiudono la bocca, ti impediscono di parlare. Ci dobbiamo ribellare, dobbiamo farlo subito, dobbiamo essere in tanti.
    #UpL_UnionePerLeLibertà

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