Il Poema africano della Divisione “28 Ottobre”. Marinetti con le Camicie Nere nella Guerra d’Etiopia

divisione 28 ottobre_2Il Poema africano della Divisione “28 Ottobre” di Filippo Tommaso Marinetti fu pubblicato per la prima volta dalla Mondadori nel 1937. Lo scritto del padre del Futurismo non è solo un’opera letteraria, ma anche una testimonianza diretta e soprattutto un documento storico sulla partecipazione della Divisione “28 Ottobre” delle Camicie Nere alla guerra d’Etiopia nel 1935-36.
L’opera è anche un documento autobiografico, poiché Marinetti non fu solo un “soldato da propaganda”, ma prese parte, combattendo in prima linea tra il 21 e il 24 gennaio 1936, alla battaglia di Passo Uarieu, il più duro scontro di tutta la guerra d’Etiopia.
Alla battaglia presero parte la 180ª Legione CC.NN. “Alessandro Farnese” della 2ª Divisione CC.NN. “28 ottobre” della MVSN e il XII Battaglione eritreo che si opposero  al tentativo di sfondamento del fronte italiano da parte delle truppe abissine di Ras Cassa, inquadrate nell’esercito etiopico.
Riporta con precisione aneddoti è fatti di cui è stato testimone e protagonista diretto. Vi sono pubblicati documenti, bollettini e comunicati della guerra. Nella trasfigurazione letteraria lo svolgimento dei fatti resta sempre fedele agli avvenimenti storici.
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Ecco l’introduzione de Il Poema africano della Divisione “28 Ottobre” (sotto l’immagine)
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Ai futuristi volontari della guerra veloce
 
Offro questo mio Poema Africano della Divisione «28 Ottobre» a voi fortunati prescelti fra cento e cento poeti pittori scultori architetti e musicisti futuristi che implorarono di battersi per l’Italia in Africa Orientale
BALDESSARI BELLI BECCHI BIANCO CAVALLI CORREGGIA DE BEGNAC FAVARON FRA GINEPRO GARAVELLI GUBERT IOTTI MAURONER LEVA MASNATA MENIN MOFFA PLATONE SALDI SIMONI SILVA SUMMA
L’offro particolarmente a te futurista milanese SAVARE’ caduto alla testa dei tuoi ascari nella prima battaglia del Tembien questo rosso centuplicato inferno africano
È il primo grande poema di quella simultaneità perfetta propagandata da noi in 29 anni di lotte futuriste
Con precisione lo pensai e scrissi in parte sotto il fuoco di molte mitragliatrici abissine imprecise mentre Menin disegnava sulla carta, ragori odori colori
Leonardo da Vinci servendosi della parola armonia invece della parola simultaneità scrisse «Nelle bellezze di qualunque cosa finta dal poeta per essere le sue parti dette separatamente in se, parati tempi la memoria non riceve alcuna armonia. O poeta, dammi cosa che io la possa vedere e toccare, e non che solamente la possa udire. Non sai che la nostra anima è composta d’armonia e armonia non s’ingenera se non in istanti nei quali la proporzionalità delli obbietti si fan vedere o udire? Non vedi, che nella tua scienza non è proporzionalità creata in istante, anzi l’una parte nasce dall’altra successivamente, e non nasce la succedente, se l’antecedente non muore?» Quasi tutti gli scrittori subendo più o meno l’influenza mondiale delle nostre parole in libertà e agilità parolibere hanno riconosciuto che fuori dalla sintassi e senza punteggiatura con la varietà di tempi di verbi e l’aggettivo atmosfera si ottiene la presenza poetica simultanea dei simultanei stati d’animo d’oggi e di domani
Gabriele d’Annunzio manifestatosi parolibero futurista nelle prime cinquanta pagine del suo “Notturno riconosce la rivoluzione delle parole in libertà nel suo “Libro Segreto” «Comprendo come taluno artista abbia incominciato col sovvertire le leggi grammaticali e specie quelle del costrutto che impongono alle parole una dipendenza conseguenza e convenienza fittizie»
Il poema africano della Divisione «28Ottobre » è chiaro facile da capirsi e da declamare o cantare Tutti insieme cantatelo sotto le tende sulle navi e nelle carlinghe della pace guerrata d’oggi e della pacificante guerra di domani agli ordini del Duce Simultaneo
Questo poema segna la vittoria definitiva delle parole in libertà sul verso tradizionale o libero sintattico logico e a chiusure stagne di punteggiatura
Ma benché da molti proclamato massimo poeta della civiltà meccanica e caffeina d’Europa se sbaglio perdonatemi vengo dal Tembien
 
F. T. MARINETTI
Roma i i Gennaio 1937, XV

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