
“Mai spettacolo cosi imponente per grandiosità ed entusiasmo era stato visto in questa zona di terra africana.” (1)
Per accogliere il reale ospite giunsero presso la dogana del porto Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, con la divisa da Ammiraglio, e il Governatore Cesare Maria de Vecchi Conte di Val Cismon, che si apprestarono a salire sulla scialuppa per raggiungere la corazzata nella rada.
Alle 8.30 Umberto di Savoia apparve sulla scaletta salutato dalle salve del San Giorgio alle quali risposero da terra le batterie dell’artiglieria con 101 colpi.
Sbarcato e ricevuto a terra, dopo gli omaggi dei capi notabili delle cabile convenute all’approdo, si formò sulla piazza della Dogana il convoglio di vetture che scortò il Principe a Palazzo.

Sulla prima vettura lo accompagnavano il Conte de Vecchi di Val Cismon, il Generale Clerici e l’Ufficiale d’ordinanza del Governatore. Nella seconda il Duca degli Abruzzi e il Comandante Fontana, nella terza il Sottosegretario Bolzon, il Segretario generale, il Segretario federale e il Capitano Nigra, Ufficiale d’ordinanza dell’Onorevole Bolzon, nella quarta l’Onorevole Forni, il Comandante Liebe e due Maggiori del seguito del Principe e infine nella quinta il Segretario particolare del Principe dottor Nardi, il Vice Questore Mazza e il Maggiore medico Germani al seguito del Principe.
Giunto a Palazzo, venne accompagnato nell’appartamento in stile barocco piemontese a lui riservato: “S.A.R. il Principe di Piemonte occupa l’appartamento di rappresentanza al primo piano nell’ala est, con lui sta l’ufficiale d’ordinanza di servizio, Maggiore A.A. Giberti; nel mio appartamento sta S.E. Bolzon, sottosegretario di Stato alle Colonie.” (2)


Alle 16.30 il Principe di Piemonte, dal loggiato del Palazzo, assistette allo spettacolo delle “fantasie” delle cabile: “Ventimila persone sono passate facendo fantasia e lanciando strilli di altissima gioia!” (3)
La sera, dopo il pranzo ufficiale, mentre i riflettori delle navi nella rada di Mogadiscio proiettavano i loro fasci di luce sulla città tutta illuminata a festa, si svolse la “fantasia” del Regio Corpo delle Truppe Coloniale della Somalia.
In un recente incontro Cesare de Vecchi di Val Cismon, nipote dell’allora Governatore e figlio di Giorgio, ha portato la testimonianza del primo dialogo avvenuto tra il Principe e il nonno:
– “Debbo portarle gli ordini di Sua Maestà”
– “Pronti all’ubbidienza!”
– “Sua Maestà il Re mi ha dati questi ordini: Tu farai tutto quanto il Governatore ti dirà di fare e non farai tutto quanto il Governatore ti dirà di non fare.”
Ordini che mettevano fuori causa il Generale Clerici e “Papà nel ripeterlo era felice, orgoglioso e commosso”. (4)
.
di © Alberto Alpozzi – Tutti i diritti riservati
.
NOTE
1. da Il fantasmagorico spettacolo delle accoglienze di Mogadiscio al Principe Umberto, p. 3, “La Stampa”, 1 Marzo 1928.
2. da Giorgio de Vecchi di Val Cismon, Diario 1911-1932, Editrice Dedalo Roma, 2009.
3. Ibidem.
4. Ibidem.