“Per dire basta al razzismo nasce il partito dei nuovi italiani” è il titolo di un articolo di Repubblica sulla nascita di un nuovo “movimento fondato da Stephen Ogongo, giornalista originario del Kenya, conta già seimila adesioni e punta a diventare un partito per presentarsi alle prossime elezioni. Tra gli obiettivi la riforma della cittadinanza e il diritto di voto”.
Pubblichiamo le considerazioni del dott. Mohamud Yassin per Soomaali Observator su questa nuova realtà che sta nascendo.
L’avanzata italiana dei Bantu franco-anglofoni ed il flagello della Afrodiscendenza
Onestamente non so se siano più pericolosi i Sovranisti europei filo russi oppure la nascita di un Partito chiamato Nuovi Italiani…
A pensare attentamente, nel primo caso saremmo coerenti con la Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici europei, cui la Storia europea ha sempre contrapposto scontro/mediazione/soluzione.
Nel secondo caso, invece, ciò che vistosamente fallirebbe è proprio la Cultura Politica Italiana e la porzione che occupa nel Pensiero Politico Europeo.
Esiste qualcosa di più aberrante della fondazione di un Partito su basi etniche/colore? È contemplato nel Pensiero Politico Europeo?
Nel bene o nel male… dopo aver debellato Fascismo, Comunismo, Socialismo, Cristianesimo Democratico, Liberalismo etc… siamo davvero arrivati a postulare la creazione di un Partito Etnico per difendere presunti Diritti Umani Universali già contemplati dalla Civiltà Europea e garantiti da forti Costituzioni Democratiche?
Vedo un rapporto funzionale tra l’aumento della “Afrodiscendenza” portata avanti dai Bantu e l’assenza nel territorio italiano dei Kushiti (Soomaali, Eritrei, Etiopi etc).
I Kushiti piano piano hanno abbandonato l’Italia anche perché da oltre 60 anni non vi è più condivisione della Memoria Storica!
Non vi è più Memoria Storica Condivisa perché “qualcuno” si è vergognato cattofasciocomunistamente. Ciò, senza responsabilmente approfondire il Passato Storico per scoprire, magari, “elementi liberatori e concilianti”.
Di certo sarebbe una riconciliazione col proprio sé/noi, difficilmente potrebbe riguardare la vacua retorica “abbiamo costruito, fatto… etc”.
Insomma una riconciliazione con la propria Cultura millenaria, unico illuminate elemento che permette di avere dignità di sé e di conseguenza conferirla all’Alter, senza recare danno alla continuità ed alla coerenza dell’Identità Culturale italiana. (Passato recente)
La Cultura Politica italiana pare scomparsa, morta!
I suoi valori pare non siano più né universali né inclusivi in maniera tale da incanalare le “Nuove Istanze Politiche”…
Tuttavia, e qui sta il dramma, pare la Coscienza Politica Italiana sia estremamente ricettiva alle “istanze etniche-religiose”. (Identità nuova come Afrodiscendenza e luoghi di culto con predicatori semianalfabeti provenienti dalla miseria intellettuale più nera del Magreb)
È in questo humus che la lagna Bantu/Magrebina trova il terreno per far germogliare istanze politiche che non appartengono affatto alla Storia e Cultura italiane. Anzi, la uccidono!
È questa la ragione per cui non sarai più Italosomalo-eritreo-etiope bensì Afrodiscendente, e poco importerà se davanti ad un nigeriano-ghanese-senegalese ti senti estraneo poiché culturalmente “alieni”.
La colpa è sempre collettiva, se l’Afrodiscendenza prende terreno in Italia è perché si tratta di un paese superficiale e reso apatico dal Politicamente Corretto.
Prima di concludere però mi pongo lo stesso una domanda: cosa sta succedendo?
Sono davvero gli africani francofoni/anglofoni i nuovi Barbari di Roma?
Voglio essere urticante però, pertanto mi porrò un’altra domanda: questo giornalista di origine keniana è da considerare come il solito Bantu divulgatore della cultura politica anglosassone di cui è succube come tutti i Bantu, oppure è l’ennesimo perfetto furbo italico “Afrodiscendente” in cerca di occupazione nella Politica italiana?
Partito dei “nuovi italiani” ovvero il partito dei nuovi frignoni furbi d’Italia:
Bantu/Magrebini.
Trionfo della furbizia Italica!