La decisione del Viceministro Salvini di chiudere i porti ha fatto scendere dell’80% gli sbarchi e i morti in mare. Il direttore di Frontex: “Con l’Italia abbiamo una cooperazione molto buona”.

Secondo il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, lo spostamento dei flussi migratori verso ovest è da imputare al fatto che “la rotta libica è diventata sempre meno attraente, a causa dei pericoli” che gli immigranti incontrano sia in Libia sia sulla strada per raggiungere il Paese. Leggeri ha dichiarato che “sulla rotta del Mediterraneo Centrale abbiamo visto una prima caduta dei flussi nell’estate del 2017. Nel 2018 il trend si è poi confermato e rafforzato”.
Sono numeri inconfutabili che allo stato attuale testimoniano che gli sbarchi irregolari e quindi le morti in mare si possono fronteggiare con la chiusura dei porti.
“Con l’Italia abbiamo una cooperazione molto buona – ha dichiarato ancora Leggeri – e l’operazione Themis, operazione di pattugliamento che ha sostituito Triton, non ha affrontato difficoltà nell’attuazione della sua attività”. Con queste parole il direttore esecutivo dell’agenzia Frontex ha commentato l’impatto della decisione del ministro degli Interni Matteo Salvini di chiudere i porti. Leggeri ha poi sottolineato la “buona collaborazione” per quanto riguarda i rimpatri. Infatti l’Italia ha “usufruito di 73 voli” dei 345 organizzati dall’agenzia.
Leggeri ha evidenziato inoltre l’importanza di tenere sotto controllo lo scenario sul fronte della Siria, in particolare per quel che riguarda il possibile rientro di foreign fighter: “Dobbiamo monitorare attentamente la situazione” sul terreno in Siria “sia dalla prospettiva delle ondate di migranti, che da quella della sicurezza, per essere sicuri che alle nostre frontiere esterne si possano intercettare” eventuali arrivi “di foreign fighter”.