I sambuchi della Regia Marina

di Guglielmo Evangelista
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4 Modello di sambuco (Da Internet)Accanto alle navi da guerra vere e proprie la Regia Marina mise in linea sui mari dell’Africa Orientale un certo numero di sambuchi “militarizzati”. Il sambuco era una barca da traffico o da pesca tipica delle coste del Mar Rosso e dell’Arabia Meridionale; nella maggior parte dei casi erano piccole dimensioni, con uno o due alberi a vela latina, robuste e manovriere e la loro poca immersione le faceva idonee ad addentrarsi fra i banchi corallini e a superali. Peraltro erano in grado di reggere anche il mare agitato e dai porti del Mari Rosso ne partivano costantemente per l’India e l’Africa Meridionale.

Come tutte le imbarcazioni tradizionali i loro schemi di costruzione risalivano a tempi molto antichi e si erano affinati col tempo, anche se per i mastri d’ascia locali restava sempre il problema di reperire il legname quasi inesistente sul posto, che in massima parte doveva essere importato da paesi lontani, perfino dalla Russia.
L’uso militare di questo tipo di unità si dimostrò molto conveniente per la Regia Marina: bastava camuffare le artiglierie per renderle uguali ad innocui mercantili e in questo modo potevano avvicinarsi con calma e senza fasi riconoscere alle navi che si sospettava svolgessero il contrabbando o la tratta degli schiavi, oppure attiravano i pirati che credevano trattarsi di un’innocua preda.
Alcune di queste unità erano state confiscate, altre furono acquistate usate oppure furono fatte costruire appositamente dai cantieri locali. Ognuna era diversa dall’altra con dislocamento variabile ed erano armate con qualche cannone di piccolo calibro da 37 o 75 millimetri.
L’equipaggio era formato da un sottufficiale italiano che comandava l’unità, un graduato cannoniere e alcuni marinai italiani mentre la navigazione e i servizi di routine erano affidati ad Ascari di marina comandati da un nakoda, grado corrispondente nella nostra marina mercantile a quello di Padrone.
Non era facile per i marinai adattarsi alla vita di bordo: i ripari erano miseri, l’umidità e il calore insopportabili e, dovendosi affidare esclusivamente alla vela, la durata di ogni viaggio era un incognito.
Le unità, riunite in gruppi di tre, costituirono delle squadriglie al comando di un tenente di vascello con base a Massaua e a Bender Ziada in Somalia.
Si succedettero i seguenti comandanti:
Ferrero Giulio (deceduto nel 1916 sulla corazzata Leonardo da Vinci)
Maccaroni Curzio (Divenne poi Deputato)
Patricolo Guido
Romano Eduardo
Santasilia Giulio
Spagna Carlo (poi Comandante dell’incrociatore Calabria)
6 Sambuchi alla fonda a Massaua (Foto Ufficio Storico MM)Entrarono in servizio 11 sambuchi ai quali furono assegnati nomi di animali e in qualche caso il nome venne ripetuto e riassegnato a nuove unità dopo la radiazione di qualcuna di quelle precedenti.
Il servizio, già sperimentato negli ultimi anni dell’800, fu istituito ufficialmente nel 1902 e si prolungò con ottimi risultati fino al 1914 quando scoppiò il primo conflitto mondiale nel quale combattemmo anche contro la Turchia che possedeva ancora la costa orientale del Mar Rosso, con la conseguenza che lo stato guerra di fatto fece cessare le piccole attività illecite per la cui repressione erano stati usati fino ad allora i sambuchi.
Quando dopo il 1920 i sempre peggiori rapporti con la Francia fecero stendere perfino un piano per l’eventuale occupazione della Somalia francese e della città di Gibuti, era previsto l’impiego anche di una decina di sambuchi dotati di motore, presumibilmente per esplorazioni in incognito o per raggiungere acque particolarmente basse fra le formazioni coralline, ma le modifiche delle strategie fecero rapidamente cadere tutto il progetto.
Al giorno d’oggi la sorte dei sambuchi è quella di tutte le navi del passato: tutti dotati di motore, qualcuno – ce ne sono perfino con lo scafo in vetroresina – è ancora impiegato per la pesca, mentre la maggior parte di quelli superstiti sono utilizzati come attrazioni turistiche.
Tutti i sambuchi della Regia Marina:

Cantiere

Anno

Tonn.

Armamento

Equipaggio

Note

Gazzella

Hodeida

1890

15

1-25

10

Radiato nel 1895

Gazzella (2°)

Massaua

1902

56

2-75 1-37

18

Ex Sahada. Radiato nel 1909

Antilope

Jedda

1902

60

1-75 1-37

18

Ex Nutcohill. Rad. nel 1914

Cervo

Massaua

1902

58

1-75 1-37

18

Ex Margania. Affondato nel 1904

Camoscio

Arabia

1903

22

2-75

18

Radiato nel 1907

Zebra

Arabia

1903

30

2-75

18

Catturato. Affondato nel 1912

Capriolo

Arabia

1903

35

2-75

18

Catturato. Radiato nel 1911

Gazzella (3°)

Aden

1904

60

2-75 1-37

22

Radiato nel 1914

Camoscio (2°)

Aden

1907

70

2-75

24

Radiato nel 1914

Cervo (2°)

Arabia

1909

30

1-75 1-37

18

Catturato. Radiato nel 1913

Daino

Aden

1910

90

2-75 1-37

28

Radiato nel 1914

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