
Il tabagismo oltre alla droga del khat sta provocando un eccidio tra i giovani somali!
Spesso i governanti in Somalia favoriscono l’approdo delle grandi industrie del tabacco, per interessi economici nazionali (le imposte sulle vendite di sigarette servono a rimpinguare le casse dello stato) o, peggio, per convenienze personali (in gran parte del paese dilaga il mercato delle bustarelle attraverso cui gli imprenditori comprano ai politici licenze, facilitazioni commerciali, impunità totale). E anche laddove esiste qualche normativa di tutela della salute dei consumatori, i deboli lacci legislativi vengono facilmente elusi dagli abili strateghi delle imprese del tabacco. Gli effetti di questa deregulation sono evidenti: anche in altre metropoli africane proliferano mega-cartelloni che reclamizzano sigarette ad ogni angolo di strada. Non c’è evento sportivo o musicale che non venga sponsorizzato dall’industria del fumo. Radio e tv locali trasmettono senza sosta spot pubblicitari che invitano a fumare, spesso con l’ausilio di famosi testimonial, come cantanti e atleti di successo. E quel che è peggio, molte marche distribuiscono sigarette ai giovani in occasione di concerti, serate in discoteca, happening promozionali fuori dalle scuole. I risultati di queste azioni, che mirano a rendere dipendenti al fumo soprattutto i giovani dei ceti medi urbanizzati, non tardano ad arrivare: la Coralma, azienda leader nella produzione di sigarette in Africa, ha dovuto moltiplicare gli stabilimenti in sette paesi per stare dietro alla crescente domanda di tabacco e nicotina. E la Somalia fuma!!
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di © Abdullahi Elmi Shurie – Tutti i diritti riservati
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