Dall’Africa al sacrificio estremo. Salvo D’Acquisto un Eroe italiano

«La storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione.» Papa Giovanni Paolo II, discorso ai Carabinieri del 26 febbraio 2001
 
Salvo_D'Acquisto-fotoIl 23 settembre 1943 moriva il vice brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto. Si sacrificò per salvare dei civili da una rappresaglia nazista. Un Eroe italiano, uno dei tanti Carabinieri che salvarono l’onore dell’Italia.
Nato a Napoli nel 1920 si arruolò volontario nell’Arma dei Carabinieri nel 1939, nella cui arma avevano il nonno materno e tre zii. Il 28 ottobre 1940, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia, volontario con la 608a Sezione Carabinieri venne inviato in Libia dove sbarcò il 23 novembre a Tripoli. Ferito ad una gamba restò sempre con il suo reparto in zona d’operazioni, finché non venne rimpatriato per febbre malarica. In Italia dal settembre 1942 fu aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze per diventare sottufficiale. A dicembre, col grado di vice brigadiere, venne destinato alla stazione di Torrimpietra, una borgata a 30 km. da Roma.
 
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 un reparto di SS tedesco si accasermò nel territorio della Stazione di Torrimpietra, occupando una caserma abbandonata della Guardia di Finanza sita nella “Torre di Palidoro”, giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di Torrimpietra. Qui la sera del 22 settembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa abbandonata, provocarono lo scoppio di una bomba a mano. Uno rimase ucciso ed altri due furono gravemente feriti. Il fortuito episodio fu interpretato dai tedeschi come un attentato e richiesero la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione per rintracciare i colpevoli.
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In assenza del maresciallo titolare della stazione, il vice brigadiere D’Acquisto si incaricò delle prime indagini e assunte alcune informazioni spiegò che si era trattato di un tragico incidente. L’ufficiale tedesco, non convinto, impose la rappresaglia, ai sensi di un’ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesselring pochi giorni prima.
salvo-d'acquisto-carabiniere-eroe2Torrimpietra fu accerchiata e 22 innocenti, lo stesso D’Acquisto fu forzatamente prelevato dalla stazione, furono rastrellati e portati ai piedi della Torre di Palidoro dove vennero obbligati a scavarsi una fossa comune.
A questo punto, secondo la testimonianza di Vittorio Bernardi uno degli scampati alla fucilazione, Salvo D’Acquisto si dichiarò responsabile dell’attentato: “Sono stato io a fare l’attentato, queste persone non c’entrano niente” e chiese la liberazione degli ostaggi.
I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d’esecuzione. Morì alle ore 17,15 al grido “Viva l’Italia” all’età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella Basilica di Santa Chiara di Napoli.
Nel rapporto del 25 gennaio 1945 n. 20/7-11 di protocollo riservato, inviato dal comandante della Legione di Roma al Comando Generale dell’Arma, si legge che la sera del giorno dell’esecuzione di Salvo D’Acquisto alcuni militari tedeschi, parlando con una giovane del luogo, affermarono che il sottufficiale era “morto da eroe, impassibile di fronte alla morte” (dalla dichiarazione resa al comandante della stazione Torrimpietra, l’11 agosto 1944 da Wanda Baglioni, abitante nella piazza di Palidoro).
commemorazione-Salvo-DAcquisto-PalidoroAlla Memoria, Umberto di Savoia, Luogotenente Generale del Regno, di “motu proprio” con decreto del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.
Nel 1983 fu annunciato dal Mons. Gaetano Bonicelli l’apertura presso l’Ordinariato militare di una causa di canonizzazione e conseguentemente al sottufficiale attualmente è assegnato dalla Chiesa il titolo di Servo di Dio. L’apertura del processo canonico di beatificazione di Salvo D’Acquisto avvenne il 4 novembre 1983 e si concluse il 25 novembre 1991 con la trasmissione degli atti alla Congregazione delle Cause dei Santi.
Decine di comuni italiani hanno dedicato al suo nome strade, piazze e scuole così come sono a lui sono intitolate numerose caserme dell’Arma dei Carabinieri.
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di © Alberto Alpozzi  – Tutti i diritti riservati

 

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